Parco del Curone: incontro in Regione con 23 soggetti. Misure contro attacchi del lupo

Un summit di 23 persone, voluto dal Parco del Curone e organizzato insieme a Regione Lombardia, per fare il punto della situazione sulla presenza del lupo nel nostro territorio. I primi episodi risalgono a qualche mese fa con due casi registrati di bestie uccise con segni riconducibili al lupo. Il mese scorso un'altra testimonianza, che dai test del DNA sulla saliva rintracciata confermano la natura dell'assalitore. Poi la carneficina di fine dicembre, con 13 pecore assalite di notte dal famelico predatore [clicca QUI], e lo strascico di questa vicenda con un altro rinvenimento di un ovino dello stesso gregge, che era scappato dall'assalto precedente.
Quanto basta per correre ai ripari, partendo dalla conoscenza e dalla prevenzione. Al meeting di ieri sera, durata oltre due ore, ha visto la partecipazione di rappresentanti del Parco del Curone, delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco, di Regione Lombardia, ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste), dei Carabinieri Forestali, di un ricercatore accademico e anche di una decina di allevatori della Valle del Curone e della località Santa Croce.
Regione Lombardia ha confermato la disponibilità a fornire elementi di conoscenza e protezione dei pascoli, tramite l'ERSAF, che fornisce in comodato d'uso reti elettrificate per mettere in sicurezza gli allevamenti. Inoltre l'assicurazione della Regione va a coprire i danni subiti a tutti gli allevatori lombardi, senza bisogno di una sottoscrizione precedente al fatto avvenuto. È sufficiente informare l'Ente regionale, che attiva un veterinario di ATS, il quale constata l'episodio con un verbale propedeutico alla richiesta di indennizzo.
Il ricercatore dell'Università Insubria, Francesco Bisi, ha spiegato che la presenza del lupo in Lombardia è inferiore rispetto alle altre Regioni dell'arco alpino. Si ha contezza di appena due branchi: uno nell'Alto Lario comasco e l'altro nel Passo del Tonale bresciano. Poi sparuti casi di lupi solitari, usciti da branchi che hanno già un maschio Alfa. L'accademico e i funzionari regionali hanno ribadito che il lupo non è un pericolo per l'incolumità dell'essere umano, in quanto tende piuttosto a nascondersi. Hanno invece sottolineato quanto fondamentale sia non lasciare liberi i cani, potenziali facili prede.
Intanto è in atto la posa di maggiori fototrappole da parte dei Carabinieri forestali e del Parco del Curone, ma in assenza di tracce consolidate è come cercare un ago in un pagliaio. Il Parco si pone come trait d'union tra le parti coinvolte. Se le prove della presenza del lupo saranno persistenti sarà nuovamente coinvolta la Regione per organizzare un'iniziativa pubblica. Marco Molgora, presidente del Parco, ha assicurato che se il lupo si dovesse stabilizzare il suo Ente sarà pronto ad aiutare gli allevatori contribuendo all'acquisto delle protezioni, in nome della promozione sociale del territorio, di cui allevatori e agricoltori sono tra i protagonisti.
Le pecore non sono le uniche vittime predilette dal lupo. In caso di bisogno, può nutrirsi anche delle nutrie, che vivono in alcune zone del Parco. Ma bocconi prelibati sono tutti gli ungulati. Preoccupazione dunque per il capriolo. L'esistenza del "principe del bosco" nel Monte di Brianza era stata acclarata appena un paio di mesi fa.
Da monitorare infine il rischio di un altro inquilino selvatico del nostro territorio. Un mese fa infatti, in zona Bagaggera, sono state rinvenute in un'unica occasione delle tracce di cinghiale.
M.P.
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