Oggiono: ''non vergognatevi, chiedete aiuto''. La dipendenza da alcol nel primo libro di Roberto

Roberto Manzocchi
"Il passo più lungo"
è il racconto, per alcuni tratti autobiografico, del neoscrittore oggionese Roberto Manzocchi che ha sentito il bisogno di trasmettere un messaggio positivo e di speranza esortando chi, come lui, ha lasciato che l'alcol prendesse spazio nella propria vita.
"Il problema con l'alcol del protagonista principale purtroppo, per anni, ha fatto parte anche della mia vita, così come molti dei suoi risvolti psicologici tra cui la difficoltà a socializzare. Il libro però si concentra sul periodo in cui la persona, tentando di uscire dalla dipendenza, riesce a riscoprire e far emergere le proprie effettive qualità. È un'esortazione a non vergognarsi e a non temere di chiedere aiuto a chi può davvero dare supporto per risolvere il problema" ha spiegato l'autore che ha trovato la forza di uscire dalla dipendenza e, ancor più, di raccontarla.
Ha poi aggiunto che il protagonista non è lo stereotipo dell'alcolista che tutti siamo abituati ad immaginare, ma una persona comune senza gravi problemi né familiari né di salute.
"L'alcol lo ha sempre aiutato semplicemente ad alleviare le sue insicurezze a livello di socialità, portandolo però fino a perderne il controllo. I suoi problemi sono di autostima, di difficoltà nei rapporti sociali e l'alcol lo aiuta a sentirsi "normale", fornendogli quella spinta che gli consente di districarsi nei rapporti con gli altri. Chiaramente il prezzo da pagare è salatissimo: ha speso ogni soldo, ogni lavoro e non ha dei veri e propri amici, solo alcuni conoscenti con i quali condividere le bevute al bar. Non avendo un'indipendenza economica vive con la madre Olga che, impotente davanti ai problemi del figlio, può solo pregare affinché riesca a trovare in sé stesso una via d'uscita. Solo la caparbietà della dottoressa Kadlec, psicologa del reparto dipendenze, riuscirà a dare la svolta per indirizzare Pink verso il compimento del passo da compiere per rientrare sulla strada giusta verso la guarigione" ha raccontato spiegando che per la stesura del libro si è avvalso, oltre che della sua personale esperienza, anche del materiale fornitagli dal NOA di Lecco compresa la prefazione della psicologa che lo ha aiutato nel corso degli anni.
"Quando Roberto mi ha chiesto di scrivere la prefazione al suo lavoro, presentando di fatto il mio, ho subito pensato che qualcosa di intrinseco accomuna un libro alla terapia, perché in entrambi i casi si può dare luce alle infinite trasformazioni che la persona porta con sé senza saperlo" sono le parole della psicologa e psicoterapeuta Elisa Fogliato. "Nel mio caso la terapia può farle emergere, mettendo in parola ciò che prima era esprimibile solo attraverso la dipendenza da alcol o sostanze. Mettere in parola, narrare, raccontare, sono l'esito di un processo creativo che ha un enorme potere rigenerativo e curativo; il percorso di cura è infatti l'incontro di due persone che insieme decidono di mettersi in movimento generando continui ritorni e nuove partenze".
Sa.A.
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