Barzago: inseguì in auto un impiegato per rubargli il borsello con 2mila€. Il giudice lo condanna in abbreviato a 4 anni e 10 mesi

Il sostituto procuratore Massimo De Filippo aveva chiesto la condanna dell'imputato alla pena di tre anni e otto mesi. La sentenza pronunciata stamani dal giudice per le udienze preliminari Paolo Salvatore del tribunale di Lecco (tenendo conto della recidiva) è stata invece più elevata: quattro anni, dieci mesi e venti giorni.
Del resto a Francesco Vernicore, 40enne di Garbagnate Milanese, venivano contestati i reati di furto aggravato, rapina e lesioni per un episodio - già noto alle cronache - verificatosi lo scorso 4 agosto, quando a Bevera di Barzago l'uomo aveva derubato un 59enne del suo borsello, contenente circa 2mila euro in contanti.

Un colpo avvenuto non certo in maniera casuale. Secondo le risultanze delle indagini affidate ai carabinieri della stazione di Cremella, l'imputato aveva ricevuto da un complice l'indicazione circa la presenza di un rappresentante che per conto di una società di fotografia, quel giorno avrebbe dovuto effettuare un giro presso alcuni clienti della Brianza lecchese.
Messosi sulle tracce dell'aspirante vittima a bordo di un'auto intestata alla fidanzata, Vernicore l'aveva inizialmente intercettata in un bar. Avvicinatosi alla vettura posteggiata all'esterno, il 40enne avrebbe aperto la portiera, sottraendo dall'abitacolo una borsa di colore rosso, contenente però alcune fatture e documenti. Fallito il colpo, Vernicore non si era dato per vinto, continuando a seguire gli spostamenti del rappresentante per poter mettere le mani sul borsello e dunque sul denaro in esso contenuto.
Atteso che quest'ultimo concludesse la spesa all'Esselunga di Barzanò, l'imputato lo aveva poi atteso lungo la medesima arteria, la SP51, a circa un chilometro di distanza. In località Bevera di Barzago, nei pressi della casa cantoniera, Vernicore aveva suggerito alla vittima di arrestare la marcia dell'utilitaria Dacia di cui era alla guida. ''Stai attento perchè perde benzina'' gli avrebbe detto, nella speranza di riuscire ad infilarsi nell'abitacolo del mezzo. Detto...fatto. Mentre il rappresentante verificava la presunta perdita, il 40enne riusciva a rubare il borsello e in particolare la busta contenente il denaro e tre assegni (intestati, dunque non utilizzabili), dandosi poi alla fuga a bordo della propria Golf.
Nel tentativo di fermarlo, il lavoratore si era però aggrappato allo specchietto dell'auto, finendo poi a terra, tanto che si era reso necessario l'intervento dei sanitari del 118 che lo avevano accompagnato in ospedale, avendo riportato la frattura di un dito.
Le indagini immediatamente avviate dai carabinieri - grazie anche alle testimonianze di alcuni residenti e alle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza - avevano consentito di risalire all'intestataria dell'auto, ovvero la fidanzata di Vernicore e successivamente a quest'ultimo, tramite riconoscimento fotografico.
A inizio ottobre, i militari avevano così dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 40enne, denunciando a piede libero anche la compagna e il complice che gli avrebbe dato la ''dritta''.
Associato al carcere di San Vittore, Vernicore è stato successivamente spostato nella casa circondariale di Pescarenico, da dove stamani ha potuto seguire in videoconferenza l'ultima parte dell'udienza che lo riguardava. Assistito dall'avvocato Giuseppe Zaccaglino del foro di Milano, il 40enne è stato condannato in abbreviato a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni e per il momento resterà in carcere.
Rigettata invece la richiesta di modifica della misura cautelare avanzata dal proprio difensore; il giudice negando i domiciliari, ha però suggerito un eventuale prossimo ingresso in comunità. Già risarcito invece il danno economico cagionato alla società di fotografia per i circa 2mila euro sottratti quel giorno di cinque mesi fa.
G. C.
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