Casatenovo: sospesa la festa, una messa per ricordare la Giornata del Ringraziamento

La domenica odierna, con il sole che splende, sarebbe stata la cornice perfetta per la Giornata del Ringraziamento, storico evento casatese che all'inizio di ogni nuovo anno ospita la sfilata dei mezzi agricoli e dei carri dei contadini che territorio, i quali si riuniscono per celebrare la vita contadina e il suo operato.


Autorità e organizzatori che hanno preso parte alla messa

La pandemia in corso però, ha costretto a cancellare anche questa tradizione che va avanti da decenni. Non si è rinunciato a tutto però: gli organizzatori hanno voluto dare comunque un senso alla settantunesima edizione della kermesse attraverso la partecipazione alla messa delle ore 11 presso la chiesa di San Giorgio a Casatenovo.



Il parroco don Antonio Bonacina

Sebbene si sia dovuto rinunciare alla tradizionale sfilata dei carri, la manifestazione ha comunque trovato una sua dimensione, rinnovando quindi l'appuntamento per uno degli eventi più sentiti da parte di tutta la comunità.
Alle ore 11 è stata quindi celebrata la messa dal parroco don Antonio Bonacina, alla presenza delle autorità civili, come il sindaco Filippo Galbiati, degli organizzatori della Giornata del Ringraziamento e di alcuni figuranti che, nonostante l'assenza dei carri decorati a festa coi prodotti del territorio, si sono comunque vestiti con gli abiti tradizionali.



"Vedendo il tempo di oggi mi piange il cuore pensando che non possiamo fare la Festa del Ringraziamento, oggi andava proprio bene - ha esordito don Antonio nell'omelia - Dobbiamo accontentarci di questo momento liturgico. Vedendo questi bravi bambini mi ricordo di quando ero alla loro età. Io avevo un ramo di nocciolo e dovevo curare il cavallo per guadagnarmi, alla fine, un ghiacciolo. Un altro incarico che avevo era quello di prendere il vino e la birra che erano stati messi al fresco; alla sera, poi, ci mandavano a schiacciare il fieno in cascina, dove doveva asciugare. Oggi tutto è cambiato, ma in questa cornice di festa del ringraziamento prendiamo spunto dalla parola del Signore".



Il vangelo odierno raccontava infatti del conosciutissimo episodio della moltiplicazione del pane e dei pesci, che don Antonio ha collegato con la ricorrenza che si stava celebrando. "Pane e pesci qui sostentano l'uomo. Gli uomini erano tantissimi, il cibo poco, ma c'era Gesù, che poteva manifestarsi. Non ha fatto tutto da solo però, lui chiede di portargli le riserve di cibo e, una volta compiuto il miracolo, dice di nuovo di aiutarlo a portare e distribuire. Gesù non fa tutto da solo quindi, non è così l'azione di Dio: chiede il nostro intervento. Anche noi collaboriamo a custodire, proteggere, salvaguardare questo tesoro che è la terra che ci è stata data e che non ci appartiene. Dio si rivela quindi attraverso la nostra azione. Tutte le persone dovrebbero agire con responsabilità e amore, ma il cristiano ancora di più, perché l'ha ricevuto come compito. Se uno fa il meccanico, non mi interessa che sappia tutto il rosario, ma che conosca il motore di un'auto, come un medico deve conoscere la medicina. All'oratorio poi, o a messa, si vedono il meccanico e il dottore: se ogni cristiano non fa il suo lavoro poi si nota, si dice "e va anche a messa" in modo dispregiativo. Quel suo modo di agire, perché visto anche nell'esperienza della fede, deve essere una lode a Dio, sempre però consapevoli dei nostri limiti. Qualunque attività che facciamo può essere testimonianza della nostra fede e della lode al Signore'' ha detto don Antonio.



''Per questo siamo qui oggi, per rendere testimonianza a Dio e ringraziarlo mostrando la nostra fede" ha aggiunto il parroco, che poi ha concluso così: "Un'ultima cosa. Qui si dice che erano avanzate dodici ceste piene di cibo: la mentalità di Dio non è operatrice. Nella logica del ringraziamento dobbiamo chiedere al signore la forza di non essere troppo calcolatori. Dobbiamo invece essere generosi! L'invito che faccio a tutti è a non chiuderci, a non pensare solo a noi stessi, perché guardare oltre è la speranza del nostro futuro. Il sole di oggi deve spendere anche nei nostri cuori, continuiamo a dire il nostro grazie!".



La messa ha poi seguito il suo regolare corso e si è conclusa, dopo l'eucaristia, con la recita di una preghiera scritta da Madre Teresa per i contadini.



"Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare alla tradizione, ma abbiamo voluto fortemente essere presenti alla messa. Nella altre edizioni, così come ha detto don Antonio, non potevamo partecipare tutti quanti alla funzione perché impegnati nella manifestazione, ma almeno oggi siamo stati qui, quindi prendiamo questo come buono. Torneremo sicuramente il prossimo anno con la classica sfilata per le vie del paese" ci ha detto Marilena Riva a nome degli organizzatori.



Una festa rimaneggiata quindi, che però non ha spento lo spirito di questa lunghissima tradizione e degli importanti valori che porta con sé.
A.V.
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