Rogeno: si ferì gravemente cadendo dalla scala della palestra. A giudizio l'ex sindaco

Il palazzetto comunale di Rogeno
"Era una mattina come tutte le altre: mi sono recata al centro sportivo per pulire quella che noi chiamavamo "palestrina", visto che più tardi doveva essere usata dai bambini per attività ludico-motorie. Stavo salendo le scale quando all'improvviso ho sentito il vuoto".
Ha ancora i brividi a raccontare quanto accaduto la mattina del 24 settembre 2015 a Rogeno, quando M.M., 48enne all'epoca addetta alle pulizie assunta dal maggio di quello stesso anno dal Comune, è precipitata per tre metri mentre si trovava sulla scala d'emergenza per salire al secondo piano dell'edificio, procurandosi una frattura e lussazione della caviglia destra e una prognosi di 150 giorni.
La donna è stata chiamata a deporre questa mattina al cospetto del giudice Maria Chiara Arrighi nel processo che vede l'ex sindaco Antonio Martone, in qualità di responsabile del Comune, accusato di lesioni colpose dovute a infrazioni delle norme per la prevenzione di infortuni sul lavoro.
L'allora amministratore -assente questa mattina in aula- è difeso dall'avvocato Claudio Usuelli mentre la parte offesa si è costituita parte civile tramite l'avvocato Nadia Invernizzi.
"Mi sono svegliata per terra, dopo aver picchiato la testa e perso i sensi" ha continuato la donna rispondendo alle domande del vpo Pietro Bassi, "avevo la testa sanguinante. Con me non c'era nessuno e fortunatamente quella mattina non avevo lasciato il cellulare nello spogliatoio. Ho chiamato il mio compagno e gli ho detto di allertare i soccorsi. Mentre aspettavo che arrivassero continuavo a pensare che per fortuna era accaduto a me e non ai bimbi di 2 anni che avrebbero dovuto recarsi in palestra a breve o alle signore di mezza età che praticavano lì ginnastica dolce". Sopra di lei, ha raccontato la donna, il buco lasciato dalla grata, dove aveva messo il piede in fallo: la struttura metallica mancante della scala anti incendio -unico accesso alla palestra- era impossibile per la 48enne da vedere.
"Ho ancora problemi di circolazione, lavoro dove posso stare seduta altrimenti mi viene un forte mal di schiena" ha raccontato al giudice la parte civile.
Ma perchè quel pezzo di grata era mancante? Era fissato correttamente? Sono questi i quesiti chiave al quale hanno tentato e tenteranno di rispondere le parti del processo. Una cosa è certa: quel particolare pezzo della struttura metallica, a differenza degli altri elementi della scala, non era saldato e perimetrato in modo che si potesse "incastrare" correttamente. Ad affermarlo è stato un dipendente dell'Ats intervenuto sul luogo dell'incidente, che ha anche detto al giudice della mancata manutenzione del manufatto. Sulle cause dello spostamento quest'oggi sono state illustrate due possibili ipotesi: o una "bravata" di ragazzini che spesso si nascondevano sulla scala a bere qualche birra anche di sera -come affermato da un ex dipendente della PL, che ha confermato i pattugliamenti in zona- o un evento atmosferico avverso. Il giorno prima dell'incidente infatti, come dichiarato anche dalla stessa parte offesa, ci sarebbe stato un forte maltempo che ha causato la caduta del vetro di una porta antipanico della palestra grande.
Il prossimo 12 marzo continuerà l'istruttoria dibattimentale, con l'audizione di altri testimoni della parte civile e della difesa e probabile esame dell'imputato.
B.F.
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