Omicidio di Carugo: il moltenese Terenghi tradotto in carcere

Giovanni Terenghi
Per il moltenese Giovanni Terenghi, investigatore privato, si sono aperte le porte del carcere. Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato di Lecco - divisione anticrimine - ha bussato alla porta del 62enne, per dare esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte d'Appello di Milano nei confonti del professionista, molto noto nel territorio oggionese avendo anche ricoperto la carica di consigliere comunale a Molteno sino al 2009.
Terenghi dovrà scontare una condanna residua di quattro anni, quattro mesi e due giorni di reclusione per i reati di atti persecutori in concorso, calunna ed incendio, per i gravissimi fatti connessi alla morte dell'architetto Alfio Molteni, il 58enne ucciso a colpi di pistola la sera del 14 ottobre 2015 a Carugo, davanti alla sua abitazione, mentre stava uscendo di casa per andare a prendere il figlio maggiore. L'iniziale progetto di ferirlo era andato ben oltre: uno dei proiettili gli aveva gravemente lesionato l'arteria, lasciandogli solo pochi minuti di vita.
Una vicenda drammatica. Un omicidio che aveva scosso l'opinione pubblica e per il quale sono stati condannati - a vario titolo - l'ex moglie dell'architetto Daniela Rho (vent'anni la pena in abbreviato), all'ergastolo il suo presunto amante, il commercialista Alberto Brivio, che aveva scelto il dibattimento. Entrambi sono stati ritenuti i mandanti dell'omicidio.

Ergastolo anche per Vincenzo Scovazzo, secondo i giudici l'esecutore materiale del delitto; Terenghi invece, era infatti accusato di concorso in alcuni episodi di stalking e calunnia nei confronti del professionista poi ucciso. Reati, quelli commessi dal moltenese - che era stato ingaggiato dalla moglie della vittima nel suo ruolo di investigatore - in concorso con gli altri fermati, che sono stati posti in essere nel periodo compreso tra il 1 luglio 2014 e il 14 ottobre 2015. La recente sentenza della Corte di Cassazione ha infatti reso definitive tutte le condanne e così come l'investigatore moltenese, anche Daniela Rho è finita in carcere.
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