Bevera: Fabrizio Panzeri verso la stesura di un libro sul ''dono''

Fabrizio Panzeri
Dopo che il Covid si era preso il fratello Carlo, lo scorso aprile, Fabrizio Panzeri, storico volontario della parrocchia di Bevera, ha deciso di raccogliere questa dolorosa esperienza ed inserirla in un progetto editoriale più ampio riguardante la propria vita e il significato che per lui ha avuto e tuttora ha la parola beneficenza.
Originario della frazione barzaghese e molto legato al santuario e alla realtà oratoriana di Bevera, Fabrizio ha sempre avuto una sensibilità particolare verso il tema del dono e dell'aiuto al prossimo e ha fatto di questa sua tendenza un aspetto centrale e di spicco dell'intera vita.
La volontà e il desiderio di scrivere un libro nascono dunque da un bisogno emotivo di esprimere la propria storia, soprattutto durante l'esperienza del Covid con la perdita del fratello e i tre mesi passati in prima persona in ospedale nel corso dell'anno scorso, unendo la parte biografica all'argomento principe, che è appunto la beneficienza.
Fin da ragazzino infatti, Fabrizio si era sempre dedicato al volontariato e alla donazione, e i momenti salienti dell'infanzia e la giovinezza si ritroveranno come punto di partenza anche all'interno del libro, che ad oggi è in fase di stesura.
"La filosofia che vorrei trasmettere e comunicare ai miei futuri lettori è proprio quella del dono e dell'aiuto incondizionato. Tutto sta nel donare alle persone vicine come a quelle lontane con del denaro, delle offerte o anche piccoli oggetti che possono essere usati dalle persone direttamente o indirettamente. Spesso, ad esempio, ho donato alla mia chiesa, il Santuario di Bevera, delle tovaglie, dei calici o delle candele, e ho sempre usato questa filosofia per fare beneficienza: donare anche piccole cose o piccoli gesti per far felici gli altri, che è un po' come aiutare il prossimo. Se aiuto queste persone nel mio piccolo è come se aiutassi tutti, se aiuto una persona straniera donando lei dei nuovi vestiti è come se avessi aiutato indirettamente anche tutto il suo popolo. Come diceva Madre Teresa di Calcutta: "siamo una goccia nell'oceano" e sono quindi i piccoli gesti che pur essendo delle goccioline, comunque sono in grado di appagare tantissimo il mio desiderio di aiutare gli altri. Io non guardo mai la grandezza o il costo del gesto bensì il valore affettivo e il libro parlerà soprattutto di questa cosa" ci ha raccontato Fabrizio, spiegando poi il significato che si cela dietro alla scelta del titolo della propria opera, "L'industria della carità".

Fabrizio in tenerissima età con il resto della sua famiglia. Nelle sue intenzioni l'immagine sarà la copertina del libro

"Ho voluto dargli questo nome perché era la sintesi perfetta del mio lavoro di imprenditore e di industriale e della mia passione e la mia vocazione, ovvero la carità. Inoltre, sono molto appassionato di biografie e un racconto di vita che mi ha sicuramente colpito e che ho eretto ad esempio nella mia esistenza è quella di Nelson Rockefeller, noto petroliere che si è dedicato anche alla vita politica, arrivando fino alla vicepresidenza degli Stati Uniti e la cui biografia è raccolta appunto nel libro "L'industria della politica". Egli si è però speso però anche nel mondo della beneficenza in modo incisivo grazie ai suoi ingenti mezzi economici. Con questo libro vorrei dunque essere d'esempio a chiunque voglia scrivere su questi tempi del Covid e in particolare sulla beneficienza. Spero che anche tante altre persone possano nutrire la medesima idea in merito e possano trovare la motivazione per diffondere queste idee e incentivare la beneficienza con questa filosofia".
Infine, essendo l'opera ancora a uno stato embrionale, Fabrizio sta cercando una persona che possa dare una mano nella stesura e nel completamento del libro, magari un editore o un appassionato di scrittura che possa contribuire nella realizzazione dello scritto.
M.B.
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