Nibionno: magrebino a giudizio per le minacce alla vicina di casa
Un cittadino originario del Marocco è stato trascinato a giudizio per "minacce" dalla...vicina di casa. A raccontare l'episodio avvenuto a Nibionno il 7 ottobre 2017 è stata proprio la querelante, proprietaria di casa dell'appartamento sottostante a quello dell'imputato.
La nibionnese ha raccontato che il tutto è cominciato con la caduta di un vaso di plastica dall'appartamento al piano superiore. "Abbiamo rinvenuto questo vaso e abbiamo guardato in alto verso l'abitazione dell'imputato" ha detto la donna al giudice Giulia Barazzetta rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro. "Non era la prima volta che trovavamo oggetti nel nostro giardino. Il signore, i suoi famigliari e i suoi bambini spesso gettavano cose al piano di sotto ed io trovavo oggetti tipo cotton fioc, bucce di mandarino e bulloni di ferro e poi anche della candeggina che probabilmente utilizzavano per pulire il balcone sul mio stendino, sul tavolo dove mangiamo e sulle piante".
Dopo aver quindi rivolto lo sguardo al piano di sopra, la donna e il marito si sono trovati l'imputato che li avrebbe guardati con aria di sfida e avrebbe -secondo una tesi accusatoria ancora tutta da confermare- detto loro "state zitti, qui comando io, adesso vi ammazzo, se avete coraggio venite in strada che vi ammazzo".
Data la perdurante assenza dell'imputato, che doveva essere esaminato quest'oggi, il giudice ha rilevato il suo comportamento come volontà di non rendere l'esame, revocandone la richiesta e acquisendo i verbali del suo interrogatorio.
In merito all'assenza di due parenti dell'imputato, citati regolarmente per l'udienza odierna ma non comparsi, è stato diposto l'accompagnamento coattivo per la prossima udienza, che si svolgerà il prossimo 12 luglio.
La nibionnese ha raccontato che il tutto è cominciato con la caduta di un vaso di plastica dall'appartamento al piano superiore. "Abbiamo rinvenuto questo vaso e abbiamo guardato in alto verso l'abitazione dell'imputato" ha detto la donna al giudice Giulia Barazzetta rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro. "Non era la prima volta che trovavamo oggetti nel nostro giardino. Il signore, i suoi famigliari e i suoi bambini spesso gettavano cose al piano di sotto ed io trovavo oggetti tipo cotton fioc, bucce di mandarino e bulloni di ferro e poi anche della candeggina che probabilmente utilizzavano per pulire il balcone sul mio stendino, sul tavolo dove mangiamo e sulle piante".
Dopo aver quindi rivolto lo sguardo al piano di sopra, la donna e il marito si sono trovati l'imputato che li avrebbe guardati con aria di sfida e avrebbe -secondo una tesi accusatoria ancora tutta da confermare- detto loro "state zitti, qui comando io, adesso vi ammazzo, se avete coraggio venite in strada che vi ammazzo".
Data la perdurante assenza dell'imputato, che doveva essere esaminato quest'oggi, il giudice ha rilevato il suo comportamento come volontà di non rendere l'esame, revocandone la richiesta e acquisendo i verbali del suo interrogatorio.
In merito all'assenza di due parenti dell'imputato, citati regolarmente per l'udienza odierna ma non comparsi, è stato diposto l'accompagnamento coattivo per la prossima udienza, che si svolgerà il prossimo 12 luglio.
B.F.