Cesana B.za: per acque reflue non a norma finisce a giudizio

L'accusa è di aver scaricato le acque reflue industriali secondo valori al di fuori del limite consentito. Per la violazione del comma 5 dell'articolo 137 del codice dell'ambiente l'imprenditore B.G., titolare della Feat Group -società con stabilimenti a Cesana Brianza, Bosisio Parini ed altri in Italia e all'estero- è ora chiamato a difendersi dalle accuse, per un rilievo effettuato il 12 dicembre 2017 nello stabilimento di Cesana.
La fase istruttoria del procedimento penale ha preso il via questa mattina presso l'aula del giudice Giulia Barazzetta.
Dopo aver congedato i due testimoni della pubblica accusa, dipendenti dell'Ato, con il consenso del difensore dell'imprenditore - l'avvocato Luigi Peronetti del foro di Monza-, si è proceduto all'acquisizione delle prove della difesa.
In primis sono stati consegnati al giudice dalla toga monzese due vasetti di acqua: il primo prelevato dal rubinetto della cisterna, il secondo direttamente dalla vasca. Successivamente hanno potuto prendere la parola il consulente tecnico di parte dell'imprenditore e un dipendente dello stabilimento. In estrema sintesi, la tesi sostenuta dalla difesa e dai soggetti chiamati a riferire dei fatti oggetto del giudizio è che quel prelievo di acqua sia avvenuto nel punto sbagliato.
''L'acqua raccolta non è stata prelevata dal rubinetto, bensì direttamente dalla cisterna, togliendo il suo coperchio" hanno detto il perito e il dipendente.
Un errore, a detta del tecnico, da parte del personale dell'Ato; infatti se prelevata dal rubinetto l'acqua sarebbe stata pulita, proprio perchè passata attraverso appositi filtri.
Il processo continuerà il prossimo 7 giugno con la discussione.
B.F.
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