A marzo 2020 era scattato il codice rosso. Ora si apre il processo per maltrattamenti

Il tribunale di Lecco
In Aula ha cercato di minimizzare, rispondendo quasi con reticenza alle domande di un incalzante sostituto procuratore, pronto anche a ricordarle come in un processo penale sia necessario andare a fondo per permettere all'organo giudicante di potersi esprimere. "Non ho paura. Ma non ho mai voluto far del male a nessuno" si è giustificata la donna, apparsa così agitata, ancor prima dell'avvio dell'udienza, da spingere il collegio giudicante - presidente Enrico Manzi, a latere le colleghe Nora Lisa Passoni e Giulia Barazzetta - a organizzare, con l'ausilio di due carabinieri, una sorta di escussione protetta, con la coppia di militari usati come "paravento" per evitare contatti visivi tra la persona offesa - non costituitasi parte civile - e quel marito, definito dalla stessa come un "padre padrone". Solo all'uscita dall'Aula dell'uomo - necessitante del bagno - la denunciante ha cambiato atteggiamento, spingendo così il PM Massimo De Filippo a chiedere l'acquisizione delle dichiarazioni rese dalla consorte in sede di querela, certamente meglio dettagliate rispetto alle mezze frasi dette quest'oggi e evidentemente messe nere su bianco con l'assistenza degli uomini della Squadra Mobile di Lecco che, dopo aver ascoltato lo sfogo della signora, hanno verbalizzato il tutto in "bella maniera" con l'utilizzo di frasi quali "stanca dei soprusi subiti", termine che la poveretta ha ammesso candidamente di non conoscere.
Maltrattamenti in famiglia il reato contestato all'imputato, classe 1973, ai danni tanto della moglie quanto dei due figli, uno dei quali ancora minorenne. La donna e i ragazzi avrebbero subito minacce, ingiurie e forme di violenza fisica, fino alla decisione della signora, nel febbraio 2020, di lasciare l'abitazione di famiglia ubicata in un comune dell'oggionese per recarsi fuori provincia da una conoscente, nell'intenzione di chiedere poi la separazione dall'uomo, sposato nel 1999. Attivata altresì l'associazione Telefono Donna che ha offerto ospitalità alla richiedente e ai suoi figli, fino alla decisione della stessa di far rientro a casa. Nel marzo scorso, a uscirvi è stato poi l'imputato a seguito di provvedimento di allontanamento disposto dal Questore, dopo l'interessamento appunto della Squadra Mobile che aveva raccolto la denuncia della persona offesa, facendo scattare il così detto "Codice rosso".
Rispondendo alle domande poste dal rappresentante della pubblica accusa, la donna ha parlato di un marito possessivo, rigido, incline a perdere subito la pazienza, arrabbiandosi. Ha ammesso, pur cercando di limarne i contorni, ingiurie quali "troia", "puttana", "sei una fallita", proferite dal consorte al suo indirizzo, passando da una frequenza quotidiana, come esposto in denuncia, a un "raramente" sostenuto, con poca convinzione, davanti ai giudici. Ha parlato di atteggiamenti violenti verso ragazzi con un pc della prima figlia rotto in un momento d'ira dinnanzi al rifiuto della giovane di lavare i piatti nonché delle botte assestate al minore colpevole di aver usato la postapay del padre senza autorizzazione. Circa le percosse subite personalmente, invece, solo su spinta del PM ha citato un paio di schiaffi in un'occasione e un'altra sberla ricevuta in un bar, dinnanzi a una slot machine. Episodio quest'ultimo meglio descritto da un'ex collega di lavoro della persona offesa, presente all'accaduto. L'imputato si sarebbe allontanato dal locale per prelevare dell'altro denaro da buttare nelle macchinette. Al suo ritorno avrebbe accusato la moglie di aver giocato a sua volta, facendo cadere il gruzzoletto in palio. Insultata la donna, "le ha poi mollato un bel ceffone, bello secco" ha raccontato la testimone. "Lei piangeva, lui l'ha cacciata via. Il giorno dopo non è venuta al lavoro" ha aggiunto, sostenendo di aver immagino che quella stessa sera l'amica ne avrebbe "prese un sacco", supposizione a suo dire confermata dai lividi notati al ritorno in ditta della stessa.
Tra un mese l'audizione dei figli della coppia.
A.M.
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