Annone, crollo del ponte: in Aula il CT di Anas e gli agenti della Polstrada di BG. Imminente l'uscita di una parte civile
Si sottoporranno ad esame la prossima udienza, fissata per il prossimo 22 marzo. Andrea Sesana, Silvia Garbelli, Giovanni Salvatore (e con tutta probabilità anche Angelo Valsecchi) occuperanno la seduta dinnanzi al giudice monocratico Enrico Manzi e al pubblico ministero Andrea Figoni, tentando di difendersi dalle accuse di cui sono chiamati a rispondere in relazione al crollo del ponte di Annone, avvenuto il 28 ottobre 2016.
Il ponte crollato sotto il peso del camion Nicoli, il 28 ottobre 2016, travolgendo l'auto di Claudio Bertini
Impatti che avevano provocato la distruzione locale del calcestruzzo, richiedendo l'esecuzione di opere di riparazione locali e di ripristino gestite proprio da Anas. In entrambi i casi le lesioni si erano verificate dalla parte opposta rispetto alla zona dove si è verificato il cedimento del ponte.
Secondo il professor Gentile la società si era fatta carico degli interventi poichè i mezzi che avevano danneggiato la struttura transitavano sulla SS36 che era di fatto competenza di Anas. ''Indicazioni normative consentono di trattare il dovere alla manutenzione in maniera disgiunta dalla proprietà'' ha affermato il consulente, collegandosi ad una circolare ministeriale e ribadendo a più riprese che, a prescindere dalla titolarità, possono essere svolti degli interventi di manutenzione e ispezione. Esattamente quello che avrebbe fatto Anas nel 2006 e nel 2009.
Il dottor Andrea Figoni, sostituto procuratore titolare del fascicolo sul crollo del ponte
''Ad ogni singolo passaggio di transiti eccezionali sul ponte, la fessurazione si apriva sempre di più'' ha aggiunto il professor Gentile, secondo il quale dopo anni caratterizzati da un cattivo utilizzo del ponte, si è verificato un incremento dell'effetto di corrosione, e una diminuzione della resistenza. La causa? Il continuo transito di mezzi dal carico eccezionale, che a detta del consulente sarebbe stato oggetto di un carteggio fra Anas e Provincia di Lecco, con la prima che avrebbe indicato chiaramente l'impossibilità di far transitare mezzi superiori alle 40 tonnellate di peso. ''Bisognava effettuare delle valutazioni precise, anche perchè quel ponte era ormai a fine vita utile'' ha aggiunto Gentile, specificando poi che un innalzamento dal cavalcavia di mezzo metro - intervento previsto ma mai realizzato - avrebbe impedito il danneggiamento da parte di mezzi in transito.
Le operazioni di messa in sicurezza la sera del 28 ottobre 2016, a poche ore dal crollo del ponte
L'udienza è proseguita con l'audizione dei testi della parte civile Femiano (papà Gaetano, mamma Elena e la loro figlia), rappresentata dall'avvocato Vito Zotti. La psicologa, il medico di medicina generale e il professionista che ha operato la donna a seguito delle lesioni riportate nell'incidente, hanno riferito in merito alle conseguenze psicologiche e fisiche patite dalla famiglia di Mandello che quel maledetto 28 ottobre viaggiava sulla Volkswagen Golf precipitata per diversi metri a seguito del crollo del manufatto, salvandosi miracolosamente. E' stata ascoltata anche un'amica di famiglia che molto si era spesa nel supportare i tre, dal punto di vista morale e non solo. Non è stato invece possibile escutere l'ex sindaco di Annone, Carlo Colombo, poichè - seppur citato dalla parte civile - non era stato incluso nell'elenco dei testimoni.
A chiudere l'udienza, la deposizione di due referenti della Polstrada di Bergamo citati dall'avvocato Prioreschi, parte civile per conto della Provincia di Lecco: la dirigente Pontiggia e l'ispettore Carrara.
Entrambi si erano occupati degli accertamenti - su delega dei colleghi di Seregno - in merito alle autorizzazioni al transito dei mezzi pesanti della Nicoli, la società di trasporti proprietaria del tir sotto il cui peso era crollato il ponte annonese. Accertamenti che avevano coinvolto un'agenzia occupatasi della compilazione dell'istruttoria per conto dell'impresa, nella persona di uno dei due soci che tuttavia non aveva risposto alle domande degli agenti, avvisandoli di aver preso contatti con la Procura di Lecco per rendere spontanee dichiarazioni al pubblico ministero titolare del fascicolo. Solo nel luglio 2018 invece, era stato possibile acquisire direttamente da Nicoli alcune delle autorizzazioni alle scorte tecniche di cui si era avvalsa l'impresa nei suoi transiti eccezionali.
Entrambi si erano occupati degli accertamenti - su delega dei colleghi di Seregno - in merito alle autorizzazioni al transito dei mezzi pesanti della Nicoli, la società di trasporti proprietaria del tir sotto il cui peso era crollato il ponte annonese. Accertamenti che avevano coinvolto un'agenzia occupatasi della compilazione dell'istruttoria per conto dell'impresa, nella persona di uno dei due soci che tuttavia non aveva risposto alle domande degli agenti, avvisandoli di aver preso contatti con la Procura di Lecco per rendere spontanee dichiarazioni al pubblico ministero titolare del fascicolo. Solo nel luglio 2018 invece, era stato possibile acquisire direttamente da Nicoli alcune delle autorizzazioni alle scorte tecniche di cui si era avvalsa l'impresa nei suoi transiti eccezionali.
Il giudice monocratico Enrico Manzi
G. C.