Casatenovo: Spazio Bizzarro a Milano per sostenere tutti i lavoratori dello spettacolo

Il mondo dello spettacolo in tutte le sue sfaccettature è stato uno dei più colpiti dalla pandemia da Covid-19, con lavoratori che ancora ad oggi, ad ormai un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, non sono riusciti ad ottenere dal governo aiuti economici sufficienti, in assenza di un reddito vero e proprio.


Al centro Nicola Bruni di Spazio Bizzarro

Insieme allo stop a concerti, eventi culturali e manifestazioni in tutta la penisola, anche il sistema circense ha subito le conseguenze di questa chiusura prolungata, e delle prospettive future che potrebbero figurarsi per centinaia di lavoratori del settore ce ne ha parlato Nicola Bruni, il direttore artistico di una delle realtà locali più attive in merito, Spazio Bizzarro di Casatenovo. L’associazione infatti, si trova come molte altre realtà culturali, in grave difficoltà dopo che già l’anno scorso aveva dovuto rinunciare ad organizzare corsi, eventi con le scuole e incontri con gli studenti per fare conoscere l’arte del circo, e che quest’anno ha visto ulteriormente ridursi le entrate nelle proprie casse a causa dell’assenza di provvedimenti governativi di sostegno ad hoc per il mondo dello spettacolo.
Per far sentire la propria voce e per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica e specialmente le autorità sul tema, nella giornata di sabato scorso il gruppo di Spazio Bizzarro ha partecipato alla manifestazione culturale messa in atto da diverse associazioni di artisti che hanno voluto lanciare un messaggio forte al governo: senza aiuti consistenti si mette a rischio un’intera categoria di lavoratori.

L’idea, in particolare, era quella di fare un giro per Milano in bicicletta nei luoghi più importanti della cultura milanese con lo scopo di farsi sentire e di far valere i propri diritti di lavoratore. “Il problema principale di queste difficoltà riscontrate nel nostro ambito professionale è che in Italia la cultura non è considerata un lavoro ma un hobby o un passatempo, quando in realtà anche noi paghiamo le tasse allo stesso livello di tutte le altre professioni” ci ha raccontato Nicola. “In altri Stati questo è stato riconosciuto da tempo, la categoria degli artisti è tutelata, mentre qui da noi si tratta sempre di lavori precari che le persone spesso fanno solo passione o a tempo perso e con questo anno di pandemia la criticità è finalmente emersa manifestandosi nelle forme più dure per coloro che non hanno ancora ottenuto degli aiuti concreti da parte del governo. Per noi ci sono stati infatti solo dei ristori dalla portata ridicola e non sempre accessibili da tutti, mentre da altri parti esistono dei redditi di continuità e il settore pubblico interviene per aiutare anche la categoria degli artisti”.


Non bisogna poi dimenticare che non sono solo i lavoratori a tempo pieno di Spazio Bizzarro ad aver sofferto delle condizioni di chiusura imposti per via della pandemia, ma anche tutto quel sistema economico e sociale circostante che ha comunque subito delle perdite indirette a causa dello stop degli eventi dell’associazione. Si parla in questo caso, ad esempio, di tecnici e di proprietari dei negozi della zona che hanno inevitabilmente risentito della mancanza di quelle circa mille persone che ogni anno erano ospiti degli spettacoli ospitati a Parco Vivo.
La situazione è quindi assolutamente negativa sul fronte economico e la cosa è evidentemente accentuata per tutte quelle associazioni senza scopo di lucro, come nel caso dell’associazione casatese, i cui lavoratori stabili, proprio perché possono contare su risorse societarie limitate per definizione, sono in grave difficoltà vedendo venire meno la principale fonte di reddito per sé e per le proprie famiglie. Inoltre, sono passati ormai tre mesi da quando i lavoratori di Spazio Bizzarro hanno ricevuto gli ultimi aiuti economici, dovendo quindi fare sempre più affidamento sulle donazioni volontarie e spontanee dei propri iscritti e corsisti.

“Questo è il nostro unico lavoro e a differenza delle altre associazioni sportive dove per la maggior parte degli associati si tratta di una seconda occupazione, noi non possiamo andare avanti con gli esigui aiuti che ci sono stati dati finora, figuriamoci se poi anche questi fanno fatica ad arrivare” ha sottolineato ancora una volta Nicola, spiegando come la crisi del proprio settore sia stata appesantita da altrettante drammatiche chiusure, in primis quella della scuola, con circa 70 istituti con i quali era in programma una collaborazione, seguita dall’impossibilitò di lavorare con i disabili, altra grande  categoria coinvolta nelle attività dell’associazione per avvicinare anche le persone disabili a questa espressione culturale.


Per far arrivare il più lontano possibile la propria voce, verrà quindi organizzata un’altra manifestazione da parte di alcune categorie di artisti dal nome “L’ultima ruota” che partiranno da Milano e arriveranno in bici fino a Sanremo in segno di protesta, proprio poiché qui sarà invece consentito al celeberrimo festival musicale di potersi svolgere. L’unica prospettiva di riapertura esistente al momento per i lavoratori dello Spazio Bizzarro è quella del prossimo periodo estivo in cui ci si augura che possa ritornare a funzionare il centro estivo, gli stage di formazione professionale e molte altre attività.


Fino a che non sarà possibile ritornare in presenza, però, la perdita non sarà solo economica ma anche culturale, e i primi risultati di questo impoverimento nella società si vedranno solo tra un po’ anche se i primi germi sembrano essere già in parte emersi anche negli ultimi mesi. Sono, infatti, tanti gli artisti che in attesa di poter ritornare a fare appunto “l’artista” si sono dedicati ad altre attività al momento remunerative, accantonando la propria passione e privando senza altre alternative anche la comunità di quel bene prezioso e inestimabile che è la cultura in tutte le sue forme.
Martina Besana
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