Bevera: dal Congo Padre Rinaldo ricorda l'ambasciatore, ''persona semplice e buona''
Padre Rinaldo Do, missionario della Consolata in Congo
In oltre trent'anni trascorsi in Africa il religioso ha percorso lo stato congolese in lungo e in largo, occupandosi dei più poveri: dalle periferie di Kinshasa alla savana di Doruma, fino alle foreste di Neisu, prendendo atto dei gravissimi problemi socio-economici che caratterizzano il Paese, culminati nella tragedia di lunedì 22 febbraio quando l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci, della sua scorta, e Mustapha Milambo, l'autista, sono stati uccisi da un commando armato nell'attacco a un convoglio delle Nazioni Unite a Kibumba, nel Congo orientale.Padre Rinaldo durante una cena benefica organizzata dagli Alpini di Casatenovo
Tornando al grave attentato di lunedì, a detta di Padre Rinaldo le tensioni economiche e politiche sono state determinanti a generare la tragedia costata la vita ai tre. ''Siamo a 2500 chilometri da Kinshasa, la capitale. Una zona, quella al confine con il Rwanda, l'Uganda e la Tanzania ricca di minerali preziosi, dove ci sono tanti gruppi di guerriglieri, ladri e assassini che uccidono e obbligano a spostarsi e ad abbandonare i loro villaggi e i campi, entrando così nelle miniere rimaste vuote per rubare pietre preziose. Dietro di loro ci sono persone, degli altri stati, che aspettano che questi ribelli arrivino e così, con i soldi che ricevono, possono riuscire a comprare armi e ad organizzarsi. E' una situazione che va avanti da anni. Se il Congo è nella miseria non è perchè il Paese è povero: in realtà siamo ricchi in agricoltura, in legname pregiato, in metalli e minerali preziosi, ma questi ultimi hanno rovinato tutto e indebolito l'umanità congolese. Deve esserci un interesse forte del governo e dell'internazionalità per ribaltare questa grave situazione. In troppi stanno sfruttando questa nazione'' ha concluso Padre Rinaldo, ringraziando per l'interessamento e per la possibilità di far sentire la propria voce. ''Ci vorrebbe l'intervento dell'Onu e della Comunità Europea per cercare veramente di cambiare la situazione. Serve il rispetto dei diritti umani e della dignità''.