Campsirago Residenza a Milano per chiedere riforme nel settore teatrale

«Due problemi devono tornare al centro del dibattito politico: il problema dei lavoratori, quindi economico, e il problema degli spettacoli, quindi della cultura». Giulia Castelnovo - giornalista e responsabile della comunicazione del gruppo teatrale Campsirago Residenza - era fra gli operatori teatrali che hanno manifestato a Milano lo scorso martedì 23 febbraio. «Con la chiusura forzata del settore teatrale abbiamo avuto un blocco totale» ci spiega, precisando: «La pandemia ha creato una crisi che ha fatto emergere tutte le criticità del settore che c'erano anche prima, ora però sono ingigantite».
Fra i problemi che colpisco il mondo del teatro vi sono: il fermo forzato degli spettacoli, l'assenza di tutele per molti lavoratori e il contratto del settore. «Il contratto dei lavoratori dello spettacolo, a mio parere, andrebbe riformato» spiega Castelnovo.
Ma, non è l'unico aspetto critico. La portavoce del gruppo teatrale che ha sede a Colle Brianza ricorda anche gli operatori del settore che non hanno nessuna forma di tutela: «Chi lavora a chiamata non ha sussidi. Per chi non è contrattualizzato la situazione è drammatica, in queste condizioni non sa come fare».

La pandemia ha sollevato una serie di problemi già presenti che secondo Castelnovo andrebbero affrontati, esattamente come avviene per gli altri settori lavorativi: «Questa è una condizione che andrebbe modificata, lavorare nell'arte è un lavoro come gli altri. Il lavoratore nello spettacolo deve essere riconosciuto come un lavoratore al pari degli altri settori».
Il centro di produzione teatrale di Campsirago ha aderito al documento di "Unita" - Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo - con il quale si chiede una riforma strutturale del settore, con uno sguardo particolare ai diritti e al welfare.
Anche per Michele Losi - direttore artistico del gruppo teatrale - la situazione deve essere considerata in tutta la sua gravità. «Tanti hanno già smesso di fare questo lavoro» spiega, aggiungendo: «Da un punto di vista generale è stato un anno drammatico: il settore ha perso l'83% del proprio fatturato. Si tratta di qualcosa di enorme anche rispetto ad altri settori colpiti».
Secondo Losi, e secondo altri addetti del mondo del teatro, serve un «ragionamento strategico da parte delle Istituzioni pubbliche». L'unico passaggio che potrebbe dare al mondo del teatro e dello spettacolo una prospettiva a lungo termine. «Non può - dichiara - essere il singolo mecenate privato, la singola fondazione bancaria o il mercato che in questo momento non esiste, a risolvere la situazione. Ci vuole un ripensamento strategico significativo da parte del Governo, ma anche a livello territoriale da parte delle Regioni».

Michele Losi con il sindaco di Colle Brianza, Tiziana Galbusera durante un recente evento a Campsirago

Fra cui anche Regione Lombardia che ricorda Losi «non ha fatto nulla» aggiungendo «nel 2021 si parla addirittura di tagli rispetto al 2020 [...]. Regione Lombardia investe in cultura un decimo di quanto investe Regione Sardegna».
Per gli artisti di Campsirago residenza il 2020 è stato un anno difficile. «Abbiamo fatto cinque mesi di cassa integrazione lo scorso anno e facciamo tre mesi di cassa integrazione nel 2021» spiega il direttore artistico.
Una situazione che, dal punto di vista complessivo, è stata comunque migliore rispetto a quella di molti altri professionisti del teatro. «Siamo stati abbastanza fortunati» ci spiega chiarendo: «Non siamo felici della situazione, ma stiamo tenendo grazie alle caratteristiche delle nostre produzioni che prevedono molte performance all'aperto. Nel periodo estivo siamo riusciti a lavorare».
Il 2021 sarà ancora condizionato dalla situazione d'emergenza derivante dalla pandemia e lo sguardo del gruppo delle compagnie teatrali che fa capo a Campsirago Residenza è rivolto al futuro.

«Stiamo guardando avanti - spiega Losi - con progetti di lungo respiro, come la ristrutturazione dell'ultima parte di Palazzo Gambassi. Cerchiamo di sfruttare il tempo di chiusura per rendere ancora più accessibile il luogo in cui siamo».
Un futuro che resta però condizionato dalle scelte che le Istituzioni attueranno a favore del mondo del teatro e dello spettacolo. «La situazione del settore - spiega il direttore artistico - resta molto più drammatica della nostra. Serve un grande sostegno da Parte del Fondo Unico per lo Spettacolo e serve una spinta da parte dei Governi locali».
Ad essere richiesti a gran voce, durante la manifestazione milanese sono state le misure di sostegno agli operatori per superare il periodo di crisi e arrivare alla fine dell'emergenza. «Servono degli ammortizzatori sociali che in questo momento possono sostenere i lavoratori del settore, ricordiamoci che non si lavora perché non si può lavorare per decreto» ha dichiarato Losi, che ha aggiunto: «Pur riconoscendo il fatto che c'è una situazione di emergenza, dall'altra parte ci deve essere un'attenzione e un impegno. Altrimenti vuol dire fare morire un settore dove lavorano 500mila persone».

L.A.
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