Ex pornostar a processo per aver dichiarato il falso ai CC
Pornostar denuncia il convivente e la cognata per sfruttamento della prostituzione, ritratta davanti al giudice la versione e...finisce al banco degli imputati accusata di falsa testimonianza.
È costata cara ad una donna classe 1984 che di professione -all'epoca dei fatti - era pornostar, una querela presentata nel 2014 per sfruttamento della prostituzione a carico dell'allora compagno e della sorella di lui perchè poi, una volta chiamata a testimoniare sui fatti che l'hanno spinta a denunciare, aveva "ritrattato" tutto, dicendo di aver presentato l'esposto per "ripicca", a causa di una lite. Sta di fatto che i presunti sfruttatori sono stati assolti con formula piena e lei è ancora "imbrigliata" nelle maglie della giustizia.
I fatti appunto risalgono al 2014, quando la donna si era presentata alla stazione dei Carabinieri di Carate Brianza lamentando che il suo compagno e la cognata - quando vivevano sotto lo stesso tetto in un'abitazione del casatese - l'avrebbero spinta all'attività del meretricio, creando a suo nome un annuncio postato su internet per attirare clienti, per poi partecipare anche attivamente agli incontri di carattere sessuale che si tenevano nell'appartamento di un comune del casatese dove la donna viveva in quel momento. Peccato che poi, una volta chiamata a testimoniare al cospetto del giudice Salvatore Catalano il 13 luglio del 2016 nel processo che si è aperto a carico dei suoi presunti "sfruttatori"...abbia cambiato completamente la versione originaria. Ed è proprio la testimonianza resa quel giorno in tribunale a Lecco che l'ha trascinata a giudizio. In particolare, dal capo d'imputazione, le vengono contestate le dichiarazioni "di non essere stata indotta né favorita nell'attività di meretricio da alcuno; di avere creato lei il profilo sul sito; di essersi rivolta ad un fotografo e non agli indagati per scattare delle foto per l'inserzione sul sito; di avere gestito lei i soldi incassati dall'attività di prostituzione e di non averli mai destinati ad altri; di non aver subito pressioni psicologiche volte a farla proseguire nell'attività di meretricio e di avere effettuato quelle dichiarazioni ai Carabinieri per una ripicca".
A seguito di queste affermazioni, il compagno e la cognata erano stati assolti con formula piena e il giudice Catalano aveva trasmesso gli atti al Pubblico ministero per la testimonianza contraddittoria della presunta vittima.
Quest'oggi il processo avrebbe dovuto entrare nel vivo ma nessuno dei testimoni si è presentato in tribunale: l'ex cognata dell'imputata ha giustificato la sua assenza con la possibile positività al Covid-19 del compagno e il fratello invece non è stato citato perchè non trovato al domicilio. Il giudice Enrico Manzi non ha potuto far altro che rinviare il processo al prossimo 18 giugno.
È costata cara ad una donna classe 1984 che di professione -all'epoca dei fatti - era pornostar, una querela presentata nel 2014 per sfruttamento della prostituzione a carico dell'allora compagno e della sorella di lui perchè poi, una volta chiamata a testimoniare sui fatti che l'hanno spinta a denunciare, aveva "ritrattato" tutto, dicendo di aver presentato l'esposto per "ripicca", a causa di una lite. Sta di fatto che i presunti sfruttatori sono stati assolti con formula piena e lei è ancora "imbrigliata" nelle maglie della giustizia.
I fatti appunto risalgono al 2014, quando la donna si era presentata alla stazione dei Carabinieri di Carate Brianza lamentando che il suo compagno e la cognata - quando vivevano sotto lo stesso tetto in un'abitazione del casatese - l'avrebbero spinta all'attività del meretricio, creando a suo nome un annuncio postato su internet per attirare clienti, per poi partecipare anche attivamente agli incontri di carattere sessuale che si tenevano nell'appartamento di un comune del casatese dove la donna viveva in quel momento. Peccato che poi, una volta chiamata a testimoniare al cospetto del giudice Salvatore Catalano il 13 luglio del 2016 nel processo che si è aperto a carico dei suoi presunti "sfruttatori"...abbia cambiato completamente la versione originaria. Ed è proprio la testimonianza resa quel giorno in tribunale a Lecco che l'ha trascinata a giudizio. In particolare, dal capo d'imputazione, le vengono contestate le dichiarazioni "di non essere stata indotta né favorita nell'attività di meretricio da alcuno; di avere creato lei il profilo sul sito; di essersi rivolta ad un fotografo e non agli indagati per scattare delle foto per l'inserzione sul sito; di avere gestito lei i soldi incassati dall'attività di prostituzione e di non averli mai destinati ad altri; di non aver subito pressioni psicologiche volte a farla proseguire nell'attività di meretricio e di avere effettuato quelle dichiarazioni ai Carabinieri per una ripicca".
A seguito di queste affermazioni, il compagno e la cognata erano stati assolti con formula piena e il giudice Catalano aveva trasmesso gli atti al Pubblico ministero per la testimonianza contraddittoria della presunta vittima.
Quest'oggi il processo avrebbe dovuto entrare nel vivo ma nessuno dei testimoni si è presentato in tribunale: l'ex cognata dell'imputata ha giustificato la sua assenza con la possibile positività al Covid-19 del compagno e il fratello invece non è stato citato perchè non trovato al domicilio. Il giudice Enrico Manzi non ha potuto far altro che rinviare il processo al prossimo 18 giugno.
B.F.