Lecco provincia: quale futuro? Dal 2015 ad oggi tema attuale

"Quale futuro per la provincia di Lecco?" E' la domanda che si posero personaggi di primo piano della scena politica e imprenditoriale lecchese il 12 dicembre del 2015.
Di fronte a un centinaio di spettatori nella sala convegni della Banca di Credito Cooperativo a Oggiono, l'ex presidente della provincia Mario Anghileri, l'onorevole Lorenzo Bodega, il sindaco di Lecco Virginio Brivio, il senatore Antonio Rusconi, il professor Carlo Signorelli e il presidente di Confartigianato Cesare Fumagalli cercarono di dare ognuno per proprio conto una risposta.
L'incontro, moderato da Mauro Gattinoni, attuale sindaco di Lecco, venne aperto dal saluto del dottor Franco Panzeri, presidente dell'associazione "Libertà e Democrazia", e oggi compianto notaio di Olgiate Molgora con casa a Rovagnate, ora La Valletta Brianza, che all'epoca dei fatti organizzò l'evento.
Tra il pubblico c'era anche lui, Paolo Cattaneo, editore di Oggiono e patron delle "Cattaneo Paolo Grafiche".

Non sappiamo quali convinzioni e idee contagiarono i presenti, ma sicuramente in Paolo Cattaneo germogliò un seme. Un'intuizione maturata nei cinque anni successivi e concretizzatasi nella pubblicazione del volume "Bellezze da vivere e da custodire - Como, Lecco, Monza, Brianza", che Paolo Cattaneo dedica idealmente ad un amico fraterno scomparso, lo stesso dottor Franco Panzeri che coordinò i lavori del convegno.
"L'idea di realizzare questo libro nasce proprio in questa riunione. E sono felice dopo cinque anni di averla portata a compimento". E' la frase che Paolo Cattaneo ha vergato di proprio pugno sul programma che annunciava l'evento risalente al dicembre del 2015 e che ancora oggi custodisce.
"Bellezze da vivere e da custodire" è un libro straordinario. Un volume che dovrebbe far parte degli oggetti da spedire nello spazio per far comprendere ad eventuali altre forme di vita cosa è stata e cos'è la Brianza. Un libro dalle ampie vedute, creato però stando con i piedi per terra, come ci tiene a precisare lo stesso ideatore ed editore.
"Volutamente abbiamo limitato le visuali che ci propongono oggi i droni, privilegiando quelle di chi cammina, come i viaggiatori dei secoli passati - scrive Paolo Cattaneo nella presentazione - Un ritorno alla dimensioni umana, con i sentimenti semplici e la poesia della nostra infanzia. Guardare le realtà che abbiamo di fronte e poi alzare gli occhi al cielo".
La pubblicazione però vuole anche essere un messaggio di speranza, di riscatto...

"Dopo l'inattesa pandemia che ha colpito i nostri affetti e la nostra economia, modificando il nostro modo di vivere e minando le nostre certezze, mi sono posto una domanda: è accettabile riprendere, come se nulla fosse accaduto, il cammino precedente? Mi sono dato una risposta del tutto positiva - prosegue Cattaneo - Penso che questo volume sia un'opportunità per riprendere con coraggio il cammino interrotto, per reagire all'avversità, perché è ormai tempo di rinascita".
Ma soprattutto l'intervento di Paolo Cattaneo è un caldo invito, quasi una supplica...
"Guardiamo la nostra terra con occhi nuovi, viviamola con maggiore partecipazione, approfondiamo le conoscenze talvolta distratte. Cerchiamo al suo interno le risposte al desiderio di rinascita e le troveremo.

Di fronte alle prevedibili difficoltà dell'economia legata al turismo internazionale, dobbiamo rivalutare la nostra terra meravigliosa, riproporre a noi stessi il suo patrimonio di bellezze. Dovremo essere noi che la abitiamo i primi turisti del nuovo corso e, nello stesso tempo, i custodi gelosi del suo patrimonio".
E' il nutrito corpo redazionale, coordinato da Fabrizio Mavero di Osnago che con Paolo Cattaneo ha curato il progetto editoriale, a spiegare il senso del volume.
"Niente di nuovo, si dirà, soprattutto per noi italiani che abbiamo inventato sin dal XVI secolo il Grand Tour, l'indispensabile viatico culturale del nostro Paese per ogni rampollo della nobiltà europea nonché fonte di ispirazione per ogni artista d'Oltralpe.
La novità potrebbe invece essere rappresentata dall'ambito territoriale che abbiamo voluto scegliere come oggetto della nostra attenzione: tre città - Como, Lecco, Monza - e un territorio, la Brianza, che fra le stesse è racchiuso.
Queste città hanno vissuto vicende storiche e amministrative che le hanno divise più di quanto non le abbiano accumunate. Da qui la consuetudine, con riguardo a qualsiasi argomento, di favorire narrazioni separate, nonostante Como, Lecco e Monza distino pochi chilometri l'una dall'altra e che la Brianza sia suddivisa fra le tre province che fanno capo alle città stesse".


LA BRIANZA CON COMO, LECCO E MONZA INTORNO

Ha il sapore della provocazione l'intervento di Fabrizio Mavero, che pur mantenendo i piedi per terra si eleva in una sorta di provocazione, supportata da numeri e dati, per sostenere la tesi che la Brianza rappresenta il futuro delle tre province che la cingono.
"E' utile valutare le variazioni demografiche intervenute dal Censimento 1971 ai nostri giorni (quasi 50 anni fa). La popolazione delle tre province è aumentata di 428.336 unità ma le variazioni, al loro interno, sono le più disparate: si va dai Comuni della Brianza (esclusa Monza) che hanno avuto un incremento eccezionale del 43% (+353.084), agli altri Comuni delle Province di Como e di Lecco (escluse le due città) con un più contenuto aumento del 29% (+86.053). Per finire con le tre città capoluogo le quali, complessivamente, hanno oggi 10.801 abitanti in meno rispetto a 50 anni fa. Sebbene Monza sia la terza città lombarda per popolazione e Como la quinta, non è prevedibile dai dati fino ad oggi pervenuti un loro futuro sviluppo.
Sono risultati sorprendenti: la Brianza è il traino delle tre province dal punto divista demografico e quindi economico. Un ruolo riconosciuto da tutti che, tuttavia, non ha portato a un diverso assetto di politica amministrativa.

Questi dati possono suggerire qualcosa? Forse sì. Per esempio, che con i numeri composti da Como, Lecco, Monza, la Brianza può veramente assumere la funzione di un'unica città policentrica, col ruolo di capoluogo delle tre province. La sua dimensione per popolazione, e quindi per reddito, le consentirebbe di non essere soggetta al fenomeno risaputo del declino delle città di piccole dimensioni, permettendole di proporre ai suoi abitanti strutture d'avanguardia che le singole amministrazioni non sono più in grado di offrire, e di coinvolgere anche i territori più periferici. Como, Lecco, Monza non si devono sentire defraudate. La città, si usa dire, è dove sono i suoi abitanti. E gli abitanti di questa nuova città vivono per l'83% nei Comuni della Brianza e per il 17% negli attuali capoluoghi.
Una città dotata di una propria specificità: non una metropoli in formato ridotto, fatta di un centro sfarzoso e di squallide periferie, bensì una innovativa country-city, una città campagna, verde e industriale, vivibile e ricca, con pochi eguali altrove. Dotata per di più di alcuni brand di successo in grado di sorprendere turisti di tutto il mondo: Como lake, Lecco ski-alpinism, Monza autodrome, Brianza design, che si aggiungono al fascino antico delle tre città storiche".

Tuttavia Fabrizio Mavero non si fa illusioni, e al termine della sua puntigliosa e acuta analisi precisa: "Che cosa ci si può quindi attendere? Niente probabilmente in tempi brevi. Tuttavia, saper riconoscere questa realtà che i dati oggi suggeriscono senza possibilità di equivoci, è già una buona cosa. Non si sa mai".

A.Bai.
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