Cosa rimane trent'anni dopo della Città Brianza di Maldini

Giovanni Maldini
"Città Brianza", a parlarne negli Anni '80 fu l'allora sindaco di Casatenovo, il dottor Giovanni Maldini. Fu il primo amministratore a rendersi conto che le "dimensioni" contano, e che la politica dei campanili avrebbe finito per penalizzare il territorio e i cittadini che in esso vivono.
Pur essendo alla guida di una delle città più importanti del territorio, aveva intuito che la stessa Casatenovo, nonostante fosse istituzionalmente in provincia di Lecco, subiva l'attrazione della vicina provincia di Monza e Brianza.
Più in generale, Giovanni Maldini aveva precocemente intuito i limiti e i riflessi negativi che le piccole dimensioni avrebbero comportato con il passare del tempo per i numerosi paesi che costituiscono la Brianza. Così, dopo aver dato vita a quello che diventò poi il Consorzio Brianteo, che ancora oggi pesca l'acqua dal lago di Lecco per dissetare la Brianza, lanciò quella che aveva tutte le caratteristiche di una vera e propria provocazione. Convocò una riunione a Galbiate, invitando tutti i sindaci del territorio per cercare di "disegnare" quella che sarebbe dovuta diventare in futuro "Città Brianza".
Se ne parlò e se ne discusse per qualche tempo, ma poi ognuno proseguì per la propria strada, con un occhio rivolto al proprio campanile trascurando la visione più ampia del territorio brianteo.
Nel 2016 fu poi il turno del Presidente della Regione Roberto Maroni, il quale lanciò l'ipotesi di suddividere in otto Cantoni la Lombardia, prevedendo anche la costituzione del Cantone della Brianza. Nell'aprile del 2016 i sindaci della provincia di Lecco approvarono, con l'astensione dei primi cittadini di Mandello e Torre de Busi, un documento da sottoporre alla Regione Lombardia, chiedendo che Lecco entrasse a far parte con Como e Monza della futura Area Vasta di prossima costituzione.

Il Castello Prinetti a Merate

Quello che è successo negli anni a venire è sotto gli occhi di tutti. Praticamente nulla, fatta eccezione che per l'unione di piccolissimi comuni, come Perego e Rovagnate che hanno dato vita, senza però riuscire a coinvolgere la vicina Santa Maria Hoè, a La Valletta Brianza. Impresa che se pur piccola, non è di certo scontata né di facile realizzazione.
Non possiamo dimenticare infatti, che in tempi tutt'altro che remoti, si è riusciti a dividere in due anche il Lago di Como. Di fatti il lago è a tutti gli effetti uno solo, a prescindere da come si vogliano chiamare i suoi differenti bracci.

Lecco vista dal lungolago di Malgrate

LA CITTA' DEL FUTURO E' LA CONNESSIONE DI TANTE PICCOLE CITTA'

Il volume "Bellezze da vivere e da custodire" rilancia oggi con prepotenza questa idea, di una Brianza unita. Tuttavia, questa iniziativa non nasce da spinte politiche, ma poggia sui comuni denominatori: la cultura, l'arte, le bellezze naturalistiche e la storia, che si intrecciano indissolubilmente nella terra di Brianza.

Piazza Duomo a Monza

Scrivono all'unisono gli autori del libro: "Dedicarci all'ambito territoriale formato dalle tre Province a noi vicine ci consente anche di studiare, più in particolare, quella curiosa realtà urbanistica formata dai tre capoluoghi - Como, Lecco, Monza - e della Brianza che fra di essi è racchiusa. Un fazzoletto di terra (praticamente un cerchio con un raggio di 15 chilometri) dove vivono però quasi 1.500.000 abitanti. Come dire, una vera e propria città, che si estende nel verde tra Milano e l'Europa. Una città particolare, policentrica, ricca e vivibile, nella quale possono coesistere agricoltura, artigianato, industria e turismo.

Sarà forse la città ricercata e ideata dagli studiosi di urbanistica? Ovvero quello spazio vitale che mette in connessione numerose piccole città, allo scopo di raggiungere una dimensione che garantisca il benessere dei propri cittadini, potendo al contempo offrire servizi al livello di una grande città".

Il lago di Pusiano visto da Bosisio Parini

"Questo volume - spiegano sempre gli autori - vuole essere anche un'occasione per addentrarci in questo probabile futuro scenario urbanistico''.

A.Bai.
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