Missaglia: i rischi dell'esposizione al web e ai social nell'ultimo incontro di FuoriClasse

Si è concluso il ciclo di incontri “E vedo il mondo da un’oblò”, organizzato dall’associazione FuoriClasse, sempre in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini, nonché con il patrocinio dei comuni di Missaglia e Monticello.
Nell'ultima serata dal titolo ''Attenzione a iperconnessione'', si è discusso dei rischi di un’esposizione eccessiva agli strumenti tecnologici per l’attenzione, il benessere e gli aspetti comportamentali e relazionali dei minori. Ospiti della serata sono state la dottoressa Carmen Baldi, psicologa e psicoterapeuta al Dipartimento Salute Mentale e delle Dipendenze, nonchè coordinatrice del progetto #quindiciventiquattro, e la Dottoressa Lucia Cento, Pedagogista clinica e consulente per le indagini psico-sociali, riabilitazione e supporto DSA e ADHD.
Mediatori dell’incontro sono stati, come sempre, Maurizio Este, presidente dell’associazione FuoriClasse, e Diego Benfatto.


Dopo un piccolo riassunto delle puntate precedenti e una breve introduzione delle tematiche affrontate in serata, ha preso subito la parola la dottoressa Lucia Cento, la quale, attraverso l’ausilio di slides, ha posto particolare attenzione sul tema dell’adolescenza in bilico. I ragazzi sono divisi, confusi, perchè stanno vivendo una situazione, quella della pandemia, “non naturale”. Ai ragazzi di oggi sono stati negati i diritti fondamentali della crescita. “È una negazione, questa, non voluta appositamente ma imposta per il nostro e il loro bene, e i danni che tale condizione riporterà sui ragazzi li vedremo solo in futuro. Per far fronte alle proprie mancanze, i ragazzi si affidano ad un elemento che questi considerano familiare, ovverosia lo smartphone. È spaventoso vedere come i bambini di due anni sappiano già prendere in mano un cellulare ed usare le funzioni basilari di quest’ultimo. Purtroppo però, in questo modo, i genitori non si accorgono di staccare il proprio figlio dalla realtà. Come cresceranno questi bambini che si allontana sempre più dalla forma di comunicazione più importante, ovvero quella verbale? Purtroppo la pandemia ha aggravato una situazione già precaria di per sé: infatti, i dispositivi elettronici staccano i più piccoli (in particolare quelli compresi nella fascia preadoloscenziale) da interessi alternativi come lo sport, la musica, la lettura e le passeggiate con i propri genitori” ha spiegato la Dottoressa Cento.




Sui social network i minori non possono registrarsi se non hanno compiuto 18 anni, ma di nascosto  accedono comunque, falsificando i propri requisiti e mentendo sulla propria età, ma in questo modo sono vulnerabili a tantissimi pericoli. È quindi necessario che i genitori vigilino sui propri figli “che non hanno diritto alla privacy: il genitore è e deve essere il primo attore per la difesa dei propri figli. Il genitore deve quindi possedere tutte le password di accesso ai social del figlio, perchè l’adulto deve avere la possibilità di difendere il proprio figlio. Non è facile e molto spesso bisognerà giungere a compromessi, ma è questo il ruolo del genitore”.
In questo mondo, in cui al posto delle emozioni predominano gli smile, si sta crescendo una società derealizzata, che fa fatica a comprendere le proprie e le altrui emozioni. Internet toglie attenzione e concentrazione ai ragazzi in maniera irreversibile ed elimina in loro la possibilità di pensare con la loro testa, di usare la fantasia o semplicemente di avere idee proprie e porsi delle domande.


Le patologie alle quali si rischia di incorrere sono parecchie e da non sottovalutare, come per esempio il Vamping (stare alzato tutta la notte per usufruire dei social), il FOMO (acronimo dell’ anglosassone fear of missing out,  una forma di ansia sociale caratterizzata dal desiderio di rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone, e dalla paura di essere esclusi da eventi, esperienze, o contesti sociali gratificanti) la linkmania e la followermania, la momofobia e le challenge di cui si sente tanto parlare in questo periodo alla televisione. La pandemia ha aumentato queste situazioni già rischiose ed è diventato sempre più difficile smantellare questi comportamenti da dipendenza del dispositivo. I dati forniti dalla professionista sono ancora più inquietanti se si pensa che fanno riferimento all’anno 2017, ciò significa che non è stata la pandemia a causare questo tipo di problematiche, bensì ci ha messo davanti ed ha accentuato le fragilità dei nostri figli.



La parola è poi passata alla dottoressa Carmen Baldi, la quale ha presentato il progetto #Quindiciventi4 ASST Merate e Lecco, ovverosia uno spazio di ascolto psicologico aperto ai ragazzi e alle ragazze dai 15 ai 24 anni e alle loro famiglie.L’obiettivo è quello di realizzare un’attività clinica integrata a servizio della fascia giovanile, cercando di intercettare il bisogno psicologico dei ragazzi ampliando le possibilità di accoglienza e inclusione dei ragazzi portatori di disagio psicologico esposti a fattori di rischio di sviluppare sofferenza mentale.





“Siamo molto soddisfatti del nostro servizio, infatti guardando i dati di affluenza al servizio 2018-2020 (Lecco-Merate) abbiamo notato un totale di circa 276 contatti di cui 152 resi poi in carico dagli psicologi e dagli specialisti” ha raccontato la Dottoressa Baldi. L’obiettivo di #Quindiciventi4 nel 2021 è quello di aumentare le risorse e di implementare le attività per costruire una rete con il territorio, in particolare con le scuole e gli psicologi scolastici, e di implementare la comunicazione sui social media in collaborazione con Piazza l’Idea.
Conclusa questa rassegna di incontri online attendiamo le nuove iniziative che l’associazione FuoriClasse proporrà nei prossimi mesi.
Marina Temperato
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