Missaglia: minacciò di morte il marito. Marocchina a processo
"Ti ammazzo. Questa sera ammazzo te e tua sorella e l'amica di tua sorella" poi sassate e graffi al coniuge: è l'accusa con cui una marocchina di 25 anni è finita a processo per lesioni personali e minacce.
A fare chiarezza sulle eventuali responsabilità penali della donna, difesa in aula dall'avvocato Alessandra Carsana, saranno i testimoni chiamati a comparire nel corso della fase istruttoria, che avrà inizio con l'udienza fissata il prossimo 11 giugno dal giudice monocratico Maria Chiara Arrighi.
La presunta aggressione, avvenuta a Missaglia il 21 ottobre 2015, pare abbia avuto origine dalla scoperta di un tradimento da parte del marito, sorpreso dalla moglie mentre usciva dall'abitazione di un'altra donna; al contrario sarebbe dovuto essere fuori con amici.
Stando al capo d'imputazione formulato dalla Procura della Repubblica di Lecco - in cui si legge che la 25enne avrebbe preso il marito per il collo, lanciandogli poi addosso un sasso e graffiandolo in pieno volto - l'odierna imputata avrebbe arrecato all'uomo lesioni al braccio e al volto guaribili in sette giorni. Le vengono quindi contestate le minacce di morte, che sarebbero state rivolte alla persona offesa mentre gli puntava un coltello da cucina alla gola.
A fare chiarezza sulle eventuali responsabilità penali della donna, difesa in aula dall'avvocato Alessandra Carsana, saranno i testimoni chiamati a comparire nel corso della fase istruttoria, che avrà inizio con l'udienza fissata il prossimo 11 giugno dal giudice monocratico Maria Chiara Arrighi.
La presunta aggressione, avvenuta a Missaglia il 21 ottobre 2015, pare abbia avuto origine dalla scoperta di un tradimento da parte del marito, sorpreso dalla moglie mentre usciva dall'abitazione di un'altra donna; al contrario sarebbe dovuto essere fuori con amici.
Stando al capo d'imputazione formulato dalla Procura della Repubblica di Lecco - in cui si legge che la 25enne avrebbe preso il marito per il collo, lanciandogli poi addosso un sasso e graffiandolo in pieno volto - l'odierna imputata avrebbe arrecato all'uomo lesioni al braccio e al volto guaribili in sette giorni. Le vengono quindi contestate le minacce di morte, che sarebbero state rivolte alla persona offesa mentre gli puntava un coltello da cucina alla gola.
F.F.