Cassago: don Adriano descrive le difficoltà, il covid e la povertà che sta vivendo a Cuba
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Don Adriano
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Un'altra foto del sacerdote
A due mesi di distanza, don Adriano è tornato a scrivere alla comunità cassaghese, descrivendo titubante una realtà cubana sgretolata dall’interno a causa delle manovre politiche e governative. Tante persone cercano di scappare all’estero, “per questo motivo c’è una affannosa ricerca per poter avere oltre al passaporto cubano anche un passaporto di un’altra nazione, perché questo permette di muoversi più facilmente”, spiega don Adriano. Allo stesso tempo, però, il governo ambisce al denaro proveniente dall’estero per coprire il grande vuoto dovuto al crollo del turismo in questi tempi di pandemia. Così, si è registrato un aumento dei prezzi che ha alimentato il dilagare della povertà e ha messo a dura prova la parrocchia di don Adriano stesso. Insieme a tutto questo, l’epidemia da coronavirus ha costretto alla chiusura la città in cui si trova il sacerdote, Palma Soriano. Vista l’impossibilità di raggiungere i fedeli in altro modo, la parrocchia ha deciso di arrivare nelle case dei fedeli attraverso dei video amatoriali realizzati con il telefonino e quindi di prepararsi alla Pasqua a distanza. Don Adriano continua la sua lettera osservando che le difficoltà economiche “ci obbligano a discernere ciò che dobbiamo tenere e ciò che dobbiamo lasciare. Tutto questo è anche un lavoro interiore perché mette in evidenza che la missione è opera di Cristo e non frutto delle nostre capacità o organizzazione, pur necessarie”.
La missione dell’ex parroco di Cassago si deve quindi aprire alle necessità di tutte le persone, anche di quelle non cattoliche, che in questo momento si trovano in una situazione difficile. Oltre a ciò, la situazione del Covid-19 sta complicando la vita di tutti i giorni: lo scorso anno il problema era concentrato soprattutto al nord, mentre ora la pandemia è arrivata anche nella città meridionale di Palma Soriano. “Sono stati bloccati tutti i trasporti. Per cui la gente non può muoversi. Sono pochissimi quelli che hanno una macchina. Il problema è che la gente deve comunque uscire di casa tutti i giorni per trovare da mangiare e fare sempre lunghe file davanti ai negozi che spesso hanno solo acqua e ron. Per avere il necessario, purtroppo, bisogna conoscere le persone giuste. Anche per i medicinali è una continua ‘lucha’”. Nonostante sia il catechismo che il doposcuola siano bloccati a causa dell’epidemia, don Adriano riesce a portare avanti, insieme ai suoi collaboratori, qualche opera di bene e a mantenere la serenità nel cuore che il Signore non cessa di assicurare.
M.Bis.