Lago Pusiano: con il giro in kayak, raccolti i rifiuti in plastica che invadono le coste

Sarebbe dovuta essere una semplice uscita in kayak sul lago e si è trasformata in una mattinata proficua di raccolta di parte della plastica che invade le coste del bacino di Pusiano. Ancora invisibile agli occhi di chi passeggia lungo i sentieri, ma invece presente a chi, grazie alle piccole imbarcazioni, raggiunge punti meno frequentati.

Marco Ferrario durante il suo giro in kayak

Marco Ferrario ama trascorrere il tempo libero con il kayak, con il quale da più di 40 anni solca le acque di mari e laghi per passione. Ha anche fondato un blog in cui racconta le escursioni compiute, come quella sul delta del Po o ancora nelle isole greche, da anni sua meta preferita per riposarsi dagli impegni di lavoro. Il lago di Pusiano, per lui, è la palestra, il luogo che maggiormente frequenta per tenersi in esercizio vista la vicinanza alla sua residenza nell'erbese.

Ieri mattina si è imbarcato dalla sede del TourInCanoa Club asdc presso il Lido di Rogeno, in località Casletto e ha cominciato il suo giro, arrivando fino alla foce del Lambrone per proseguire verso l'isola dei Cipressi e, da lì, verso Pusiano e la zona Comarcia di Bosisio Parini. Una mattina come tante, che invece si è trasformata in una giornata ecologica.
Giunto in prossimità del tratto orientale, nella zona del canneto, ha incominciato a intravedere alcuni pezzi di plastica impigliati in quell'area paludosa. "Dal momento che avevo la canoa doppia ed ero da solo, avevo spazio e, quando ho visto sempre più plastica attorno a me, ho deciso di raccogliere quello che riuscivo lungo le rive e il canneto - ha spiegato Marco Ferrario - È la prima volta, in anni che solco il lago di Pusiano, in cui mi capita di raccogliere tanta plastica che ho visto aumentare in generale negli anni e anche qui".


Piano piano, aiutandosi con la pagaia, ha raccolto materiale di diverso tipo, caricandolo sulla poppa e nel posto riservato al compagno, ieri rimasto vuoto. La raccolta gli ha permesso di togliere dal lago bottiglie di plastica, sacchetti, cesti e finanche le boe. "Presumo che si tratti delle boe che vengono utilizzate dal centro remiero durante le gare, per delimitare le corsie e che ho visto più volte utilizzare. Ne ho trovato una dozzina: sono la cosa che mi ha lasciato più stupito. Mi chiedo come mai, qualora queste vadano disperse, non vanno a recuperarle".

Non è solo la zona Comarcia, però, a essere invasa dalla plastica. Sulla riva vicino al Lago Paradiso per andare verso il canneto occidentale, in un luogo dove spesso sostano i pescatori anche con le tende, ha individuato una sedia rotta, ancora aperta, abbandonata a pochi passi dall'acqua. "Non riesco davvero a comprendere questi pescatori che, quando se ne vanno dalla zona, portano via tutto e lasciano la sedia rotta. Potrebbero invece evitare di lasciarla sulla riva". Non solo. "La zona che porta verso il cavo Diotti, è completamente intasata dalla legna ma, in mezzo al legno, c'è tantissima plastica. Non mi sono avventurato per timore di bloccarmi a causa della troppa legna: bisognerà andare in un gruppo organizzato a pulire".

Da tempo ormai Marco Ferrario frequenta la zona del lago di Pusiano che, dal filo d'acqua, ha visto continuamente mutare attorno a sé: "Di anno in anno c'è sempre più cemento lungo le coste. Sono scomparsi sentieri bellissimi in mezzo alla natura. Mi chiedo perché dobbiamo seppellire la natura di plastica e cemento. Tutto questo lo pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti. La plastica non muore nel giro di pochi giorni, ma continuiamo a buttarla. Su alcune piccole spiagge del lago, ho visto anche alcune bottiglie di vetro abbandonate, ma le ho lasciate perché non avevo lo spazio. Ho raccolto la plastica perché fa maggiori danni".
Michela Mauri
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