Costa: Avis sostiene un altro progetto di prevenzione. Pap test per le giovani socie

Lucia Mevio
Pap test per le donne tra 18 e 30 anni
. Lo offre Avis Costa Masnaga alle giovani socie, attraverso un nuovo programma di prevenzione femminile. “È il progetto new entry del 2021 che riguarda sempre la prevenzione” ha riferito la presidente Lucia Mevio.
Da ormai sette anni, infatti, l’associazione promuove, per le socie tra 46 e 48 anni con una di media venti all’anno, “Avis è Donna”, un progetto per effettuare mammografia ed ecografia bilaterale grazie a una convenzione ad hoc stipulata con Villa Beretta a Costa Masnaga: anticipa di qualche anno lo screening proposto dalla Regione allo scopo di prevenzione dei tumori femminili.
Non c’era un progetto pensato per le socie più giovani e la lacuna è stata colmata. Nel 2021, Avis ha deciso di lanciare “Avis è Donna2”, la nuova proposta di prevenzione dedicata alle avisine tra 18 e 30 anni, offrendo loro l’esecuzione di un Pap test, strumento di screening per la neoplasia del collo dell’utero.
Luca Bonacchini
“Il tumore del collo dell’utero continua a rappresentare un importante problema sanitario: a livello mondiale è il secondo tumore maligno della donna dopo il tumore della mammella – ha spiegato il direttore sanitario di Avis Costa, Luca Bonacchini - L’80% dei casi si manifesta nei cosiddetti paesi in via di sviluppo dove non si esegue il pap test. Nelle nazioni che hanno avviato i programmi di screening organizzati con il pap test è diventato un tumore poco frequente. Oggi in Italia l’incidenza è di circa 7 nuovi casi di tumore invasivo ogni 100.000 donne all’anno (solo trenta anni fa era stimata oltre 20 casi su 100.000 donne ogni anno)”.
Il pap test, che ATS consiglia alle donne tra 25 e 64 anni età, riesce a riconoscere la malattia anche quando non ci sono i sintomi e può individuare le lesioni che non sono ancora un tumore ma potrebbero diventarlo.
Il tumore del collo dell’utero è causato dall’infezione genitale da virus del papilloma umano (HPV, dall’inglese human papilloma virus). “L’infezione da HPV si trasmette attraverso rapporti sessuali con partner portatori del virus, nella maggior parte dei casi totalmente asintomatici – ha specificato il direttore - È molto frequente nella popolazione: si stima infatti che circa l’80% delle donne sessualmente attive si infetti almeno una volta nel corso della vita con un picco di prevalenza nelle giovani donne a cavallo dei 25 anni di età. La maggior parte (70-90%) delle infezioni da papilloma virus è transitoria perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di produrre un effetto patogeno. L’infezione regredisce spontaneamente in un anno nel 50% dei casi e in due anni nell’80% circa dei casi”.
Tuttavia, se l’infezione virale persiste, si possono sviluppare lesioni precancerose che possono poi portare al cancro. “Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del cancro può essere di 10-20 anni. Lo sviluppo del tumore del collo dell’utero è l’esito raro di un’infezione molto frequente. E’ un processo lento perché occorrono molti anni perché una lesione pretumorale si trasformi in un tumore invasivo. Per questo motivo la prevenzione è basata su programmi di screening che offrono la ripetizione periodica del pap test e quindi consentono di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in tumore”.
Per questa ragione, Avis ha deciso di sostenere questo progetto: “La decisione alla base della proposta è basata sull’attuale indicazione, proveniente dagli studi clinici, in cui si raccomanda l’esecuzione del Pap-test quando si iniziano i rapporti sessuali o comunque non oltre il 21esimo anno di età. Poi l'esame andrebbe ripetuto almeno una volta ogni tre anni durante il periodo di attività sessuale” ha specificato il medico.
Avis ha già informato le 128 avisine che rientrano all’interno del programma: l’auspicio è che possano accogliere la proposta, se non hanno già eseguito lo screening attraverso il proprio ginecologo o ATS.
M.Mau.
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