Rogeno: addetta alle pulizie cadde da una scala. Sei mesi di condanna all'ex sindaco Martone

È stato condannato a sei mesi di reclusione Antonio Martone, sindaco di Rogeno dal 2009 al 2019. L'ex amministratore è stato ritenuto colpevole - dal giudice in ruolo monocratico Maria Chiara Arrighi - di lesioni colpose ai danni di una dipendente del Comune, precipitata da una scala in ferro del centro sportivo mentre era intenta ad effettuare le pulizie il 24 settembre 2015.
La donna nella caduta - causata da una grata uscita dalla sua sede - si era fratturata una gamba, procurandosi una prognosi di centocinquanta giorni. In suo favore il giudice Arrighi ha stabilito nella sentenza odierna che l'allora sindaco dovrà effettuare un risarcimento dei danni in sede civile e versare immediatamente una provvisionale del valore di 6000 euro.

Il centro sportivo di Rogeno in un'immagine di repertorio

Nella sua requisitoria il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto la pena di un mese per l'odierno imputato, ritenendo che nell'istruttoria fosse stata raggiunta la prova della penale responsabilità.
L'avvocato Nadia Invernizzi - costituitasi parte civile in rappresentanza della persona offesa - ha chiesto invece un risarcimento in forma generica per la propria assistita, dopo essersi dichiarata d'accordo con le conclusioni avanzate dall'accusa.
Secondo il legale è stato eclatante il rimpallo di responsabilità evidenziato nell'udienza di venerdì scorso fra i funzionari comunali ascoltati come testimoni, stigmatizzando il comportamento del sindaco che a suo dire si sarebbe trincerato dietro la scusa dei frequenti atti vandalici perpetrati al centro sportivo. Forse proprio per questa ragione - secondo il parere dell'avvocato Invernizzi - si sarebbero resi necessari controlli ancor più attenti alla struttura per tenere sotto controllo eventuali manomissioni.
Un fatto è certo: che sia stato frutto di vandalismi o del maltempo, la grata quel giorno risultava spostata perché non era stata
L'ex sindaco Martone
fissata, nè saldata all'impalcatura (lo aveva affermato nel corso dell'istruttoria l'ispettore di Ats giunto sul luogo dell'incidente).
E purtroppo, come ha sottolineato l'avvocato Invernizzi, non solo la donna ha subito una forte compromissione del suo modus vivendi, ma al suo posto ci sarebbe potuto essere chiunque altro, dal momento che la scala rappresentava l'unico modo per accedere alla palestrina.
A sostegno della propria tesi difensiva l'avvocato difensore Claudio Usuelli ha sottolineato come la donna non fosse una dipendente comunale ma stesse svolgendo a favore dell'ente lavori socialmente utili in quanto indirizzata dall'ufficio collocamento al Comune di Rogeno. Di conseguenza l'ex sindaco Martone non sarebbe stato nella posizione di ''datore di lavoro'' come invece si legge nel capo di imputazione.
Inoltre all'allora primo cittadino non si sarebbe potuta imputare alcuna colpa per negligenza perché non avrebbe potuto prevedere l'evento: nessuno, infatti, aveva mai segnalato anomalie alla scala. Per di più stando alla documentazione relativa al collaudo della struttura, quest'ultima sarebbe stata eseguita ''a regola d'arte''.
A discussione terminata e ritiratosi in camera di consiglio, il giudice Arrighi ha sentenziato la condanna dell'ex sindaco.
F.F.
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