Barzago: un ulivo in ricordo di tutte le vittime del Covid

''Il 18 marzo non è una data come tutte le altre. E' il giorno in cui Bergamo e l'Italia hanno pianto, il giorno che ha cambiato la storia, perché è proprio all'imbrunire di quella sera di inizio primavera 2020 che i camion dell'Esercito attraversano la città con a bordo le bare dei morti che il cimitero monumentale non riesce più ad accogliere''.

E' stato questo il pensiero iniziale del sindaco di Barzago, Mirko Ceroli, durante la cerimonia di omaggio alle vittime del Covid che si è tenuta questa mattina, verso l'ora di pranzo, nei pressi del municipio. Una fotografia, quella che emerge dal discorso del sindaco, stampata nel cuore e negli occhi di tutti e che ha fatto il giro del mondo. Insieme al sindaco sono stati presenti a questo momento solenne di ricordo anche il parroco, don Giovanni Colombo, il capogruppo Alpini Ierardo Ierardi, la delegazione della Croce Verde e Protezione Civile di Bosisio e il proprio agente di Polizia Locale, Stefano Panzeri in rappresentanza di tutte le istituzioni e gli enti che stanno combattendo questa pandemia.

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Di seguito il pensiero integrale di cui ha dato lettura il primo cittadino: "Oggi Barzago con i comuni del casatese, si unisce al ricordo sobrio e commosso di Bergamo e dei lombardi. Attraverso il Tricolore che indosso, voglio altresì far partecipare a questa cerimonia tutte le associazioni di volontariato e i singoli cittadini di Barzago, tra cui molti giovani, che continuano da oltre un anno a supportare i servizi comunali verso le famiglie in difficoltà. Tra il 2020 e il 2021 nove famiglie di Barzago, Bevera e Verdegò hanno perso un loro caro a causa di questo virus; questo ulivo benedetto poco fa, è a loro dedicato e resterà come memoria per il nostro paese. L'ulivo è anche segno di speranza, di pace e di resistenza alle avversità. Sarà piantumato, crescerà forte e sano. Lo affido, pertanto, alle cure di tutta la comunità. Cure e certezze per il futuro. E' quello che i barzaghesi si attendono, ora che le varianti del Covid fanno paura, che la Lombardia si ricolora di rosso, e i vaccini si contano ancora col contagocce e ci sono evidenti rallentamenti. Si chiede un cambio di passo. Si chiede un sistema sanitario territoriale, più vicino ai cittadini, più celere e meno macchinoso. Ecco perché i sindaci hanno preso di petto la questione e stanno attivando nuovi punti vaccino dislocati nel territorio, raggruppando più comuni e unendo le forze.

Entro fine mese, per i cittadini del casatese, partiranno le vaccinazioni nella struttura sanitaria di Monteregio in modo da alleggerire la pressione sugli ospedali di Lecco e Merate. I sindaci hanno chiesto ed ottenuto la disponibilità dei medici del paese; da ieri sera stanno pervenendo le adesioni volontarie dei nostri giovani studenti che saranno impiegati per l'inserimento dei dati e la registrazione al computer. Anche il gruppo giovani "Quasi amici" di Barzago ha aderito. Grazie ragazze e ragazzi! Il Prefetto di Lecco in questi giorni sta coordinando i vertici del sistema sanitario locale con le rappresentanze di Confindustria per iniziare a vaccinare direttamente sui luoghi di lavoro, ricevendo una risposta positiva dai nostri imprenditori. È corretto completare le vaccinazioni dei nostri anziani e dei soggetti più fragili per garantire serenità alle famiglie, ma è altrettanto urgente procedere con le categorie produttive dei nostri paesi. I lavoratori di alcuni settori (pensiamo a quello delle coltivazioni, dell'allevamento e della manifattura) non hanno potuto mai fermarsi, mettendo talvolta a rischio la propria salute. Il monumento alle nostre spalle simboleggia l'art. 1 della nostra Costituzione: "l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Oggi più che mai occorre tutelare prima possibile i lavoratori, si deve mettere al sicuro chi produce e chi crea lavoro: in tal modo anche la nostra economia non ne risentirà e il futuro di molte famiglie ed imprese sarà più sereno.

Uniamo le nostre forze, superiamo le lungaggini burocratiche, ritroviamo l'Unità nazionale e la fiducia nelle Istituzioni e nella scienza, nelle eccellenze mediche dell'istituto Spallanzani di Roma o dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, in tal modo usciremo prima da questo difficile periodo della nostra storia. Dobbiamo questo impegno alle famiglie dei barzaghesi che hanno perso un loro caro, lo dobbiamo ai nostri alunni e ai loro insegnanti, ai ragazzi che faticano a ritrovarsi, agli anziani che non vedono da mesi i loro famigliari, lo dobbiamo infine a noi stessi. Avanti tutta con le vaccinazioni: così facendo onoriamo la memoria di chi ci ha lasciati e pensiamo al nostro futuro".
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