Barzanò: per il contratto con una pay tv...''hot'' un 56enne finisce a processo

Il tribunale di Lecco
Aveva sporto una denuncia per truffa ma...è finito a dover rispondere dell'accusa di simulazione di reato. Protagonista di questa particolare storia è un 56enne residente a Barzanò: stamattina in tribunale a Lecco, al cospetto del giudice monocratico Giulia Barazzetta, titolare del fascicolo, l'imputato ha riferito i fatti che lo hanno portato a sedersi accanto ai suoi difensori di fiducia, gli avvocati Marilena e Ilaria Guglielmana.
Al centro della vicenda ci sarebbe la sottoscrizione di un contratto con una società che forniva abbonamenti televisivi a pagamento di...canali per adulti. È stato il testimone sfilato in aula per conto dell'accusa -quest'oggi rappresentata dal Vpo Mattia Mascaro- ad esporre per primo i fatti che hanno portato al processo: sintetizzando, il carabiniere della stazione di Cremella ha raccontato che l'imputato si era presentato in caserma due volte. La prima nel marzo del 2018 per presentare una denuncia per truffa nei confronti della società di pay tv e la seconda, un anno dopo, per integrarla. Dalle indagini sarebbe invece emerso che il contratto era effettivamente stato stipulato dal 56enne, per il quale poi è scattata l'accusa di simulazione di reato. Avendo la difesa chiesto l'esame dell'imputato, si è provveduto ad ascoltare direttamente l'uomo: costui ha dichiarato al giudice in modo categorico di non aver mai sottoscritto alcun contratto con la società.
''Avevo ricevuto la prima raccomandata di sollecito del pagamento anni fa, nel 2007, quando ancora abitavo a Nibionno'' ha detto l'imputato rispondendo alle domande dei suoi difensori. ''All'inizio l'ho ignorata ma poi mi hanno "seguito" anche una volta trasferitomi a Barzanò. A quel punto mi sono recato dai carabinieri, che mi hanno fatto chiamare la società davanti a loro. Mi hanno risposto che se avessi voluto vedere il contratto avrei dovuto fornire loro la carta d'identità e altri dati personali. Su suggerimento dei militari ho lasciato perdere perchè avrebbe potuto trattarsi di una truffa''.
A quel punto, qualche anno dopo, gli sarebbe stata consegnata un'altra raccomandata. ''Sono andato a fare denuncia, dopo aver sentito l'avvocato. Ed oggi eccomi qui". Perchè la sua firma risulti apposta al contratto di sottoscrizione del servizio resta un mistero: ''non capisco come possa essere successo'' ha proseguito l'imputato. ''Forse è stato il rappresentante con cui avevo firmato il nuovo contratto di fornitura energetica. Ma ad ogni modo i campi del contratto non sono scritti con la mia grafia, la firma è la mia, ma disconosco questo documento''.
Il prossimo 24 maggio ci sarà la discussione e la sentenza.
B.F.
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