Rogeno: cocaina in casa, 54enne arrestata. Era già stata processata per una overdose

I finanzieri nella mattinata di ieri hanno bussato anche alla loro porta, a Rogeno. Non per notificare alla coppia un'ordinanza di custodia cautelare - come fatto invece in relazione a dieci altri soggetti - ma per eseguire una perquisizione all'esito dell'operazione "TULLAC" che ha portato appunto a sgominare un sodalizio criminale italo-albanese dedito all'immissione di droga sul territorio provinciale, con affari anche tra Monza, Milano e Sondrio. Che in quell'abitazione ci potesse essere dello stupefacente gli operanti lo immaginavano, avendo attenzionato a lungo l'albanese Julian Malaj e il giro di spaccio che - secondo le risultanze investigative, ovviamente ancora tutte da provare in sede giudiziaria - si sarebbe irraggiato dal balcanico, ritenuto un "grossista" e dunque fonte di approvvigionamento per "pesce più piccoli". E non si sbagliavano. In un cofanetto sono stati scovati 24 grammi di cocaina. Tratta così in arresto Alessandra Galli, classe 1967, nativa di Milano. Una sarta dalla mani d'oro, come viene descritta, già finita a processo però per spaccio insieme al marito, questa volta estraneo alla vicenda, essendosi la donna "intestata" la proprietà della "polvere bianca". Nel 2010 i due, dopo aver rimediato pene sostanzialmente lievi in primo grado, su Appello del sostituto procuratore Paolo Del Grosso - titolare anche di quel fascicolo, così come dell'operazione "TULLAC" - sono stati entrambi condannati a Milano a sei anni, venendo comunque assolti dall'accusa più grave formulata a loro carico ovvero l'aver causato la morte per overdose di un 38enne, mancato il 28 giugno 2008, più volte rifornitosi - secondo la tesi degli inquirenti - di eroina da loro.
Quest'oggi, tradotta in Tribunale dagli uomini della Guardia di Finanza, la 54enne è comparsa al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni per la convalida dell'arresto. Se la Procura - nella persona del vpo Caterina Scarselli - ha chiesto la custodia cautelare in carcere, i difensori - gli avvocati Marilena e Ilaria Guglielmana - sono riusciti invece a ottenere l'obbligo di firma per la loro assistita, di fatto entrata in Aula in manette e uscita "libera". Chiesto poi un termine a difesa, per l'eventuale valutazione di riti alternativi all'esito della perizia disposta sulla sostanza posta in sequestro a casa dalla donna. Si torna in Tribunale il prossimo 7 aprile.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.