Casatese, ricatti sessuali ad un professionista: fra gli indagati anche un 24enne già ai domiciliari
Il tribunale di Lecco, sede della Procura
e il dr.Figoni, titolare dell'indagine
e il dr.Figoni, titolare dell'indagine
E' bastato qualche messaggio scambiato con la giovane ed il successivo e fugace ''rendez-vous'' a far scivolare l'uomo in una vera e propria trappola, con continui tentativi di estorsione nei suoi confronti da parte di una banda di giovanissimi, residenti fra la province di Lecco e Como.
Un ruolo di primo piano in questo sistema - sgominato nelle scorse settimane dalla Procura di Lecco, con indagini affidate ai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Merate in collaborazione con la polizia locale di Cantù - lo avrebbe avuto N.B.F., classe 1996 e residente a Missaglia, con alle spalle episodi analoghi che negli scorsi mesi gli erano costati una condanna in primo grado a 4 anni e 8 mesi (in rito abbreviato).
Al 24enne vengono contestate la recidiva e l'aggravante di aver commesso il fatto mentre si trovava agli arresti domiciliari dove - come è emerso dalle risultanze investigative - la vittima si sarebbe addirittura recata in un'occasione per recapitargli di persona il denaro.
Complessivamente infatti, il professionista canturino avrebbe consegnato ai suoi estorsori una somma pari a 2200 euro in tre ''rate'' da 750, 850 e 600 euro. Tanto gli avrebbero richiesto gli indagati per comprare il loro silenzio, altrimenti il suo incontro segreto con la giovane complice (con la quale era stato fotografato) sarebbe stato riferito ai suoi familiari o reso di dominio pubblico, probabilmente tramite i social network.
Nei guai sono finiti anche S.T.C., classe 2000 e residente a Monticello e J.B., di un anno più giovane, originaria del meratese ma con casa nella vicina provincia di Monza e Brianza.
I due giovanissimi avrebbero agito in concorso con N.B.F., nel sistema di tentate estorsioni ai danni del professionista residente nel comasco che, dopo aver inizialmente corrisposto le cifre richiestegli, ha chiesto aiuto agli agenti della polizia locale di Cantù, avendo il timore di non potersi più liberare di quelle continue pressioni. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lecco nella persona del dottor Andrea Figoni, si sono svolte grazie alla collaborazione dei carabinieri della Compagnia di Merate che nelle scorse settimane hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 24enne missagliese, sottoponendo i due complici alla misura dell'obbligo di dimora presso le rispettive abitazioni.
Nessun provvedimento restrittivo è stato invece assunto nei confronti di un quarto soggetto indagato: S.M., classe 1959 residente alle porte di Monza, che in un'occasione avrebbe contattato la vittima fingendosi il padre del missagliese, con l'obiettivo di rendere ancor più persuasiva la richiesta di denaro.
Nel fascicolo compaiono anche altri tre soggetti, ancora una volta giovanissimi e residenti nel comasco, che avrebbero operato in concorso nel tentativo di estorcere altro denaro al professionista. La loro posizione, stralciata dal filone lecchese dell'indagine, sarà inoltrata alla Procura lariana per competenza territoriale.
L'inchiesta - come ha confermato il sostituto procuratore Andrea Figoni - ha contribuito dunque a fare luce su un fenomeno purtroppo sempre più diffuso, complice anche lo sfrenato utilizzo di internet e dei social network: il sex-extortion, un sistema di ricatti a sfondo sessuale.
G. C.