Oggionese: sul centro vaccinale bloccato al PalaBachelet i sindaci amareggiati alzano la voce

Lo scorso sabato avevano preso il via le operazioni di pulizia del PalaBachelet di Oggiono prima dell'allestimento dell'edificio per fare fronte alla campagna vaccinale.
La struttura, non senza qualche intoppo, era stata infine scelta dai sindaci dell'oggionese come punto per la somministrazione del vaccino Covid-19 agli anziani ultra ottantenni. Poi, il "fermi tutti".
Le prime indiscrezioni erano circolate già martedì 23 marzo. Ieri, la conferma ufficiale di ATS ai sindaci: bloccare l'apertura dei centri vaccinali per mancanza di dosi.
Il disorientamento dei sindaci - così come dei cittadini, alle prese con notizie confermate e poi ritrattate - è comprensibile, così come l'amarezza per aver lavorato a un obiettivo, sfumato ancora pochi giorni prima di cominciare.

Il sopralluogo condotto negli scorsi giorni al PalaBachelet

"La campagna vaccinale al PalaBachelet è stata organizzata dai sindaci con i medici di medicina generale, per il tramite della cooperativa Cosma, che a sua volta si era accordata con ATS" ha sintetizzato Giuseppe Chiarella di Molteno, presidente della conferenza dei sindaci dell'oggionese, incaricato di farsi portavoce dai colleghi che sulla questione hanno preferito non prendere posizione. "Però siamo stati noi sindaci a dover gestire le vaccinazioni: è una cosa che non sta né in cielo né in terra che noi sindaci dobbiamo pure occuparci delle vaccinazioni contro il Covid". Lo scoramento è il sentimento che traspare chiaramente dalle parole di Chiarella. "Va bene mettere a disposizione gli spazi ma organizzare noi le vaccinazioni, mi sembra francamente eccessivo. Invece, abbiamo dovuto farlo noi. Siamo in balia di continui cambi di rotta, di continue decisioni contraddittorie per cui siamo estremamente amareggiati".

A quanto ne sappiamo, i medici stessi erano stati convocati per venerdì 26 marzo, mentre i dipartimenti di protezione di civile si erano organizzati per coprire i turni per le attività logistiche.
I cittadini con difficoltà deambulatorie avrebbero potuto chiedere la somministrazione della dose a domicilio, prendendo contatto con il medico di base, mentre chi era non in grado, per altri motivi, di raggiungere il centro di via Bachelet avrebbe potuto chiedere il trasporto al comune di riferimento o agli enti di pubblica assistenza. La macchina stava girando finalmente per il verso giusto per i circa 2.000 anziani dell'oggionese, di cui una parte ha già ricevuto la prima dose: ancora una volta, invece, dovranno rimetterci, trattenendo il sapore amaro della beffa.

''Sono arrabbiato come sindaco, come del resto lo sono anche gli altri colleghi perchè siamo all'oscuro di tutto. Non sappiamo quanti cittadini over 80 nei nostri paesi abbiano aderito alla campagna di vaccinazione, nè tanto meno quanti di questi siano stati vaccinati ad ora. L'apertura delle vaccinazioni al PalaBachelet era l'occasione di riappropriarsi di queste informazioni'' il commento del sindaco di Suello, Giacomo Valsecchi, che nella prima ondata del Covid aveva organizzato in proprio, una campagna di test sierologici per la popolazione, istituendo poi la figura dell'infermiera di comunità. Il piccolo paese fra l'oggionese e l'erbese aveva pagato un prezzo altissimo in termini di contagi e di vite umane durante i primi mesi di lotta al Coronavirus.

Dello stesso tenore il parere del collega Andrea Colombo, sindaco di Bosisio. ''Sono davvero amareggiato per quanto accaduto, tutto è pronto: la location, i volontari, la protezione civile ed i medici. Ci siamo impegnati per fornire un servizio ai nostri cittadini più fragili, e per velocizzare le vaccinazioni. Non molliamo senz'altro, ma così è davvero dura dare risposte ai cittadini. Non saprei francamente dove puntare il dito, se nei confronti di ATS, della Regione o di chi altro: sicuramente se si fosse agito diversamente si sarebbe potuto fare molto di più''.


Patrizio Sidoti, sindaco di Annone spiega: ''noi come sindaci dell'oggionese ci siamo parlati molte volte e ci siamo impegnati moltissimo per poter far partire il pala Bachelet quindi quando ho saputo della mancata partenza di venerdì mi sono veramente arrabbiato perché la gente fa riferimento a noi sindaci. Siamo sempre gli ultimi ad avere informazione sul da farsi''.

Resta ferma la volontà dei sindaci di continuare a lavorare per poter arrivare all'apertura e avvio del polo vaccinale al PalaBachelet. Chiara Narciso, sindaco di Oggiono, ha spiegato: "da parte mia c'è sempre la determinazione di voler avviare l'attività del centro vaccinale perché sono convinta che soprattutto per le persone più anziane e fragili un luogo più vicino, ove gli spostamenti siano minimizzati, ben organizzato e diverso da ambiente ospedaliero sia la soluzione più idonea e efficiente".


Anche Paolo Lanfranchi di Dolzago continua a credere alla necessità di centri vaccinali dislocati: ''sono in grado di risolvere i problemi di logistica che stanno emergendo nei centri vaccinali più grandi, come le ore di attesa da parte degli anziani in fila come vediamo in questi giorni, inoltre la vicinanza offre indubbi vantaggi per le persone che anziane che hanno problemi di mobilità".

Sulla questione del centro vaccinale ''saltato'', ha preso posizione anche il presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli. ''Il PalaBachelet resta ha disposizione e lo sarà anche per la eventuale successiva vaccinazione massiva quale hub - ha ribadito il sindaco di Nibionno - La Provincia mette a disposizione il proprio bene per qualsiasi iniziativa utile al contrasto al Covid, senza nulla chiedere".
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