Oggiono: progetto Paoletti al bando, ma potranno verificarsi nuovi allagamenti
Raffaele Straniero
"Penso di poter dire che abbiamo superato tutti gli scogli amministrativi e, nel giro di un mese, di vedere partire i lavori". Queste le parole del sindaco di Oggiono Chiara Narciso in merito all'intervento meglio noto come "Paoletti" per la regimazione del torrente Gandaloglio che da un ventennio è in attesa di prendere avvio, tra ritardi e blocchi di vario tipo: l'opera è attualmente in fase di appalto. Gli anni sono passati e si sono adeguati anche i costi: la spesa è passata da circa 1.000.000 euro per i primi progetti finanziati da Regione Lombardia agli attuali 7.000.000, con progettazione affidata al Parco Valle del Lambro.
Chiara Narciso
I progetti di Bevera e Gandaloglio sono stati al centro di una serata organizzata dal circolo di Oggiono del partito democratico con il consigliere regionale Raffaele Straniero nella veste di moderatore. "I primi eventi alluvionali risalgono agli anni '80, interessando tutta la piana tra Oggiono, Molteno e Sirone e poi gradualmente tutti i comuni della zona - ha ricordato - I primi interventi risalgono agli anni ‘90, ma sono stati limitati per le scarse risorse che hanno permesso di tamponare alcune situazioni ma non hanno permesso di sistemare i nodi di fondo, ovvero il fatto che Gandaloglio e Bevera confluiscono nel comune di Molteno".Il Gandaloglio, in quanto reticolo idrico maggiore, è un torrente di competenza regionale. "È un corso d'acqua placido, ma ha eventi di piena molto importanti, che portano a danni considerevoli: uno degli ultimi è l'alluvione dell'agosto 2010 che nella zona del Peslago e Mugnago fece danni importanti" ha affermato il primo cittadino di Oggiono, rievocando tutti i passaggi dal progetto affidato allo studio Paoletti nel 1999 fino agli anni più recenti: "L'intervento oggi in appalto ha visto in approvazione di un primo step nel 2010 e dell'esecutivo nel 2014 perché c'era il vincolo di inizio lavori entro il 2014. Con il passare degli anni sono stati rivisti i prezzi. Quell'importo non copriva tutto il progetto ed è andato avanti il primo lotto con il canale scolmatore mentre la vasca di espansione è rimasta da parte: viene portata avanti ora. Se non viene fatto tutto, l'intervento è zoppo".
Il comune, per convenzione con Regione, è l'ente attuatore dell'intervento. Si tratta della realizzazione di un canale che convogli la portata in eccesso nel canale scolmatore che si congiunge al fosso dei Pascoli. Il problema principale di questa parte di progetto consiste nell'oltrepassare la strada provinciale 49 e, soprattutto, la linea ferroviaria. Se in un primo momento, in conferenza dei servizi, Rfi si era presa l'incarico di realizzare un ponte provvisorio, in seguito è stato affidato al comune" ha riferito Narciso. Il ricorso dell'azienda vincitrice dell'appalto ha allungato i tempi: ora i lavori sono stati affidati alla seconda classificata, la ditta Cerri, subentrata alle medesime condizioni. "Come comune, stiamo approvando i progetti relativi alle opere complementari che riguardano espressamente l'interferenza con la struttura ferroviaria, quindi la realizzazione del ponte Bologna che permetterà al treno di passare durante i lavori".
Daniele Giuffé
Il primo lotto sarà caratterizzato da un canale by-pass dove non c'è l'argine di contenimento, nella zona dove si trova la provinciale: se non verrà realizzata la seconda parte, l'acqua si spargerebbe per tutto il territorio arrivando fino al golf di Annone, provocando tanti danni e nessun beneficio. Il secondo lotto servirà invece a contenere le acque che arrivano attraverso il canale di by-pass, mentre al fosso dei Pascoli, in zona via delle Industrie al confine con Sirone, ci sarà l'opera di regolazione.
L’intervento di regimazione idraulica con l’area di laminazione
(in viola il canale di by-pass e in rosso la parte di controllo con le paratoie)
L'ingegnere ha chiarito un aspetto importante: a conclusione dell'opera, potranno registrarsi ancora episodi di allagamento per via della morfologia del territorio. "Un'opera idraulica viene fatta con tempo di ritorno, quello che intercorre tra interventi con le stesse caratteristiche, di 200 anni. Nella vita umana non dovrebbe capitarci di vedere il superamento di quell'opera, ma è legato alla morfologia del territorio. In quella piana non è stato possibile fare questa progettazione, ma è stato fatto con tempi di ritorno di 25 anni. Per motivi morfologici, il territorio resta ancora a rischio e si allagherà ancora perché incapace di resistere a una capacità superiore".
M.Mau.