''Operazione Cardine Metal Money'': tre interdittive a carico di Mannarino e Sozzi

Il prefetto Castrese De Rosa
Altri tre provvedimenti interdittivi sono stati emessi dal prefetto di Lecco a carico di altrettante società operanti in provincia e le cui attività illecite sono venute a galla a seguito di complesse e articolate indagini delle forze dell'ordine.

Si tratta della A.M. Metalli srl e M.L. Metalli srls di Luciano Mannarino, con sede a Robbiate, entrambe operanti nel settore del commercio all'ingrosso di rottami e materiale ferroso e non ferroso, e dell'impresa individuale di Oscar Sozzi con sede legale ad Annone Brianza, attiva nel commercio all'ingrosso di materiali di recupero. Nei confronti di quest'ultimo già indagato e condannato per vari reati, tra cui associazione a delinquere, ricettazione, reati inerenti gli stupefacenti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, truffa, reati di natura finanziaria, le cui vicende risultano significativamente collegate alla recente indagine Cardine Metal Money, coordinata dalla DDA di Milano, sono emerse le condizioni ostative previste dal codice antimafia che determinano l'adozione di un provvedimento interdittivo. Per quanto concerne, invece, le società di Luciano Mannarino, le indagini svolte dalle forze di polizia nell'ambito della medesima indagine, hanno portato a ritenere che Mannarino fosse partecipe all'associazione criminale di stampo mafioso di matrice 'ndranghetista con il ruolo di prestanome dei conti correnti e delle società di fatto riconducibili a Cosimo Vallelonga e Vincenzo Marchio. In particolare, le società A.M. Metalli srl e M.L. Metalli srls assolvevano, secondo l'impianto accusatorio tutto ancora da dimostrare, alla fondamentale funzione di fornire, tramite l'emissione di fatturazioni soggettivamente inesistenti, la copertura contabile necessaria alle aziende utilizzatrici per la cessione di carichi di rottami acquistati in nero. Il denaro corrisposto dalle società utilizzatrici veniva poi in parte riciclato in altre attività e in parte prelevato in contanti per poi essere reinvestito nel traffico illecito di rifiuti e utilizzato per il pagamento degli stipendi dei numerosi soggetti dell'associazione tra cui Vallelonga, promotore finanziatore e organizzatore dell'associazione criminale nonché amministratore di fatto, unitamente a Marchio, delle predette società, i cui conti erano utilizzati anche per le illecite attività di prestito di denaro a tassi usurai ed esercizio abusivo del credito. "Stiamo lavorando intensamente - ha affermato il Prefetto Castrese De Rosa - per salvaguardare l'economia legale dalle infiltrazioni della criminalità organizzata che, in questo territorio, sono prepotentemente radicate come testimoniano le numerose indagini svolte dalle Forze di polizia coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano".

Salgono così a 19 le interdittive antimafia adottate dalla Prefettura negli ultimi due anni, di cui 8 soltanto negli ultimi quattro mesi, a conferma di un'attività che si va sempre più intensificando nel territorio lecchese.
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