Maresso sostiene a distanza Padre William grazie al gruppo Tanzania nel Cuore. Il Covid non ha risparmiato la missione

La maressese Emanuela Pedron è la fondatrice di ''Tanzania nel Cuore'', un’associazione senza scopo di lucro nata nel 2014 per sostenere attività di promozione umana in Africa e, in modo particolare, in Tanzania. Essa promuove soprattutto iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore della realtà bisognose dove opera Padre William Mkalula e altri missionari della Consolata.

Padre William Mkalula

''Ho conosciuto William a Roma, precisamente nel 2003. Mi trovavo nella capitale per sostenere l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di commercialista, mentre William era un giovane seminarista che stava completando i suoi studi teologici. È nata subito un’amicizia fraterna che, con il tempo, ha portato Padre William a diventare un membro adottivo della nostra famiglia'' ci ha spiegato Emanuela.

Una foto scattata qualche anno fa a Maresso

''Ho deciso di fondare l’associazione dopo il mio viaggio in Tanzania nel 2009. Era la prima volta che andavo in quel luogo per essere presente all’ordinazione sacerdotale del mio carissimo amico e fratello. La breve permanenza in quella terra è stata ricca di emozioni per quello che ho visto e vissuto: la gioia di vivere, la semplicità e la familiarità della gente. Ero però rimasta molto turbata nel vedere quanta povertà e miseria ci fosse, soprattutto nei villaggi: la mancanza di acqua, di servizi e di bisogni essenziali come ospedali, scuole e cibo. Perciò al rientro in Italia con mia mamma Luigia Galbusera (mancata il 10 gennaio 2021 ndr) ci siamo impegnate per fare qualcosa di concreto e aiutare a migliorare le realtà disagiate in Tanzania”.

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Dal 2014 l’associazione prende forma e riceve la solidarietà e le offerte di molte persone permettendo di realizzare diversi progetti insieme a Padre William. Vengono costruiti ben quattro pozzi d’acqua, quattro scuole materne, la Chiesa di Saint Francis e vengono distribuiti mascherine e disinfettanti per l’Ospedale di Ikonda.

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Nel 2015 Emanuela Pedron è tornata per la seconda volta in Tanzania per documentare quanto fatto con i contributi ricevuti. Un’emozione indescrivibile per lei, è stata vedere la gioia negli occhi dei bambini e la gratitudine per quanto ricevuto.
Padre William è ancora molto legato all’associazione e al momento si trova presso il ''Consolata Hospital Ikonda'' con Padre Marco Turra, originario de La Valletta Brianza. Insieme portano avanti l’amministrazione dell’ospedale e l’associazione con le sue possibilità continuerà ad accompagnare questi due missionari nel loro impegno verso l’ospedale e verso le altre realtà bisognose.

Ikonda Hospital

''L’ospedale della Consolata di Ikonda – ci ha detto Emanuela - è un’opera dell’Istituto Missioni Consolata, presente in tanti luoghi del mondo per portare il carisma della consolazione, che significa alleviare la sofferenza di tante persone che cercano un conforto nella povertà, nell’abbandono e nella malattia. Ha più di cinquant’anni e si trova a sud-ovest della Tanzania. Dall’inizio questo ospedale si distingue come ospedale di carità, dando la possibilità a tutti di essere curati con prezzi accessibili. La missione dell’ospedale è di continuare a garantire assistenza sanitaria generale di qualità per la popolazione della zona e di promuovere l’accesso alle cure sanitarie per i bisognosi, con una particolare attenzione per i bambini, le donne e le persone affette da malattie croniche. Per ora l’ospedale possiede 11 reparti e più di 400 posti letto; i lavoratori sono numerosi, oltre 330 tra medici, infermieri, addetti alle pulizie, tecnici dei macchinari, autisti, logisti e quattro comunità religiose. Da diversi anni c’è una presenza significativa di volontari italiani (medici, infermieri e tecnici), che hanno aiutato moltissimo l’ospedale ad arrivare ad un livello alto nel servizio sanitario generale. Loro sono un supporto necessario per il Consolata Hospital di Ikonda''.

Anche l’Africa è stata colpita dal Covid-19 e, tramite Padre William, siamo venuti a conoscenza di quello che è successo. ''La situazione Covid-19 in Tanzania non può essere paragonata a quella dell’Europa o di altri stati nel mondo. È un virus che non si diffonde molto. L’anno scorso c’è stato la prima ondata, che è durata due o tre mesi. Ci sono state delle misure restrittive (mascherine, lavarsi le mani e distanziamento), ma senza il lockdown. Negli ospedali si sono presentati dei casi sospetti, ma senza avere la certezza perché non c’erano i tamponi. Ci sono stati pochi decessi. Poi verso metà dell’anno la vita era tornata alla normalità. La seconda ondata è avvenuta all’inizio di quest’anno. Per un mesetto in alcuni ospedali si sono presentate diverse persone con sintomi di polmonite interstiziale, ma avendo comunque pochi decessi. Anche al Consolata Hospital la situazione era preoccupante con una trentina di pazienti sotto ossigeno, che rappresentavano la capienza massima del reparto. Ma nonostante questi casi, al momento, non c’è una situazione preoccupante per il Covid-19. Negli ospedali, soprattutto lo staff e pazienti, continuano con le precauzioni (mascherine, gel e lavarsi le mani).  Per poter continuare a dare il servizio sanitario di qualità per tanti pazienti che si recano all’ospedale di Ikonda, quest’anno si sta cercando di migliorare il laboratorio e le sale operatorie. Nel laboratorio c’è bisogno di due macchine: l’emocultura e il microscopio trinoculare. Nelle sale operatorie c’è invece necessità di un amplificatore di brillanza''.

In questa situazione di emergenza ''Tanzania nel Cuore'' continua a raccogliere fondi per sostenere le esigenze dell’Ospedale di Ikonda, non trascurando anche le altre realtà di bisogno.
La speranza è che presto Padre William possa tornare in Italia per documentare quanto realizzato in questo periodo e ringraziare i numerosi amici e benefattori dell’associazione. Dal canto proprio invece, Emanuela Pedron si augura di riuscire a volare presto in Tanzania per continuare l’operato di solidarietà, abbracciare tutti gli amici conosciuti e rivedere quella semplicità e gioia di vivere, seppur nella sofferenza, di tutto il popolo africano.

Per ulteriori informazioni relative all’associazione e alle sue attività si può consultare la seguente pagina web: http://www.tanzanianelcuore.org/tanzania-nel-cuore/
Silvia Buzzi
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