Casatenovo: seguita e bombardata di sms e telefonate dall'ex, a giudizio per stalking

Il tribunale di Lecco
Un rapporto sentimentale finito nel peggiore dei modi, coinciso con l'inizio di un vero e proprio incubo per la donna, destinataria di decine e decine di messaggi, telefonate, e persino ''spiata'' sul lavoro e sotto casa con continui appostamenti.
E' una storia che non ha nulla a che fare con l'amore quella raccontata stamani in un'aula del tribunale di Lecco; imputato per stalking (secondo l'articolo 612 bis del codice penale) un cinquantenne residente in provincia di Monza che avrebbe reso la vita impossibile all'ex compagna, tanto da spingerla a rivolgersi ai carabinieri, al centro antiviolenza di Merate e da lì al consultorio di Casatenovo - paese in cui la donna risiedeva - in cerca di conforto e aiuto psicologico per poter affrontare l'angosciante situazione.
Come ha infatti affermato la professionista che aveva preso in carico la vittima - costituitasi parte civile nel procedimento tramite l'avvocato Grazia Corti - il percorso di terapia è stato piuttosto lungo, protraendosi ormai da tre anni. Dopo un primo riscontro positivo infatti, la paziente aveva dovuto fare i conti con una nuova ondata di messaggi, telefonate e appostamenti da parte dell'ex che l'avevano spinta nuovamente in un vortice di paura e agitazione.
Una situazione conflittuale emersa con la fine della relazione, tra il 2016 e il 2017, ma in realtà presente da molto prima. La psicologa ha infatti parlato di ''manipolazione e violenza psicologica'' riferendosi alla condotta dell'imputato nei confronti dell'ex compagna, nonchè di ''vent'anni di controllo e annientamento della vita privata e di isolamento''.
Al colloquio con la professionista, la parte civile si mostrava ''ipervigilante'', avendo timore per la propria incolumità, sempre in allerta rispetto a quello che avrebbe potuto accadere, presentando altresì dei disturbi nel sonno e nell'alimentazione.
Nel corso della relazione la donna avrebbe addirittura accettato (cambiando idea in seconda battuta) di sottoporsi ad una seduta di ipnosi su richiesta proprio del compagno, che spesso la faceva sentire inadeguata e le presentava la necessità di farsi curare. In un'altra occasione poi, avrebbe fatto da prestanome per l'apertura di una società gestita dal suo ex, poi fallita, con tutte le conseguenze economico-legali a suo carico.
Nel corso dell'udienza sono state inoltre escusse come testimoni alcune amiche nonchè una collega (all'epoca dei fatti) della vittima; tutte loro hanno confermato lo stato di profonda agitazione nel quale era piombata la donna, continuamente seguita e spiata dall'allora compagno che in un'occasione avrebbe avvicinato anche una ragazza che lavorava con lei per ''metterla in guardia'', invitandola a diffidare della ex consorte. Ma non è finita qui: l'imputato - secondo quanto emerso quest'oggi in udienza - avrebbe anche contattato l'ex marito di quella che a lungo era stata la sua compagna, ponendogli delle domande sulla loro relazione relativamente alla sfera dell'intimità.
Una serie di elementi che a detta della parte civile evidenzierebbero la condotta persecutoria dell'imputato. Toccherà a quest'ultimo raccontare la propria verità nella prossima udienza fissata per le prossime settimane; poi sarà la volta dei testi della difesa, la cui istanza di poter riascoltare la vittima e sua figlia è stata rigettata questa mattina dal giudice Martina Beggio.
G. C.
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