Retesalute: liquidazione decisa dai Comuni senza aver visto i bilanci perché il presidente Panzeri non li porta in assemblea

In queste giorni diversi consigli comunali hanno esaminato la delibera che. In buona sostanza, pone in liquidazione volontaria la società pubblica Retesalute, società che da quindici anni circa fornisce i servizi socio-sanitari ai Comuni dell’area Meratese-Casatese e, dal 2019, anche alcuni dell’oggionese. Venerdì sera è toccato al consiglio comunale di Merate che si è svolto con l’ormai consueta modalità streaming, la quale consente di seguire la discussione da casa. Tale modalità di fruizione del dibattito ha tra l’altro il vantaggio (non sempre per chi parla) di poter riascoltare le frasi pronunciate dai diversi relatori.

Diciamo subito come la pensiamo: i Comuni soci, ora che hanno chiarito l’entità delle perdite di bilancio, potrebbero, anzi dovrebbero senza ulteriori indugi ricapitalizzare l’azienda per farla uscire immediatamente dal pantano in cui si trova, senza ricorso alla costosa e problematica liquidazione, volontaria o per legge che sia. In tal senso si erano già espressi i primi consulenti che si erano occupati di analizzare la situazione di Retesalute. Tuttavia, la maggioranza dei soci è ferma sulla posizione che vede come necessaria la liquidazione dell’azienda in vista di una successiva revoca, una sorta di pit-stop per riorganizzarla e successivamente per rilanciarla. Una procedura molto costosa e dall’esito assai incerto. Anzi a nostro parere finirà con il rompete le righe e ciascun comune sceglierà il fornitore da cui farsi erogare i servizi alla persona. Distruggendo così l’ultima società pubblica ideata e fondata nel meratese.

L'assemblea dei soci che si è tenuta in auditorium a Merate il 22 aprile dello scorso anno

Va andiamo avanti: qualunque sia la strada che si sceglierà è però chiaro che i soci dovranno mettere soldi, e al più presto! Se qualcuno pensa di non ripianare le perdite pro quota con la liquidazione si sbaglia di grosso. Retesalute non può sopravvivere a lungo con i dati di bilancio resi noti nelle varie assemblee. Essa va subito ricapitalizzata, cogelando nel frattempo i debiti  che l’azienda stessa ha nei confronti dei soci per le famose partite di ambito. Un mix di queste due azioni potrebbe già dare respiro all’ente. Si aggiunga che non corrono buone notizie sulla struttura aziendale, che inizia ad accusare il graduale depauperamento di dipendenti cui afferiscono servizi importantissimi, quali la tutela minori. Nei corridoi ci si inizia anche a chiedere se l’attuale Direttore sia all’altezza di una tale situazione, poiché fino ad oggi non si è parlato di come l’azienda intenda riorganizzarsi da un punto di vista industriale, esiste un progetto di rilancio? Di tutto ciò non abbiamo fino ad ora sentito né visto nulla!

Ma torniamo ancora alla cronaca del Consiglio Comunale di venerdì sera. Il sindaco massimo Panzeri ha pronunciato frasi che, dette da chi è anche Presidente dell’Assemblea di Retesalute, suonano davvero stonate e mostrano solamente smarrimento. Esordendo egli ha ribadito che è ormai chiaro che le perdite sono quelle risultanti a seguito dell’enorme lavoro condotto dall’azienda, nelle persone del nuovo CdA, della responsabile amministrativa dr.ssa Mattiello e dall’attuale Revisore dei Conti di Retesalute, il dr. Maffi, che hanno portato all’emersione di una situazione mai ipotizzata prima da nessuno. A loro il Primo Cittadino ha rivolto un sentito ringraziamento; infatti, proprio su impulso dell’assemblea dei soci, attonita dopo aver sentito dagli organi aziendali le ipotesi di perdita paventate (eravamo alla fine del 2019), si è dato corso ad un enorme lavoro di revisione contabile, con l’affiancamento di una società di revisione esterna, che ha permesso di presentare ai soci, non più tardi di un mese fa, il bilancio 2018 (comprendente il lavoro fatto dalla società di revisione sugli anni 2015-2017) e quello successivo del 2019. Il tutto con la relazione del dr. Maffi che ha espresso un giudizio positivo su entrambi i bilanci.  Oggi dunque i soci, grazie a questo lavoro, hanno finalmente i dati per poter prendere delle decisioni. La logica e le norme cui deve attenersi un Sindaco (e Presidente dell’Assemblea) sarebbero quelle di convocare l’assemblea per approvare detti bilanci in modo che si prenda ufficialmente contezza dei dati contabili. Ma, incredibilmente, nulla di tutto ciò è calendarizzato se non una generica presa d’atto della situazione contabile! Mettendo insieme frasi sconclusionate sentite durante la diretta comunale e commenti vari che abbiamo intercettato dopo l’assise, sembrerebbe che il Sindaco non voglia approvare i bilanci lasciando tale incombenza ai liquidatori! Siamo veramente all’assurdo e pensare che in Giunta vi sono ben tre avvocati (Casaletto, Procopio e Maggioni). Chiunque si intenda un po’ di diritto societario, sa bene che l’organo amministrativo (il Consiglio di Amministrazione) elabora il documento contabile, conto economico e stato patrimoniale, lo passa al Revisore affinché emetta una relazione con un giudizio e successivamente tutto il fascicolo viene portato in assemblea, la sola e l’unica deputata ad approvare il bilancio. È davvero grave che il Presidente dell’Assemblea faccia confusione su tali importanti passaggi. Anzi, diciamo pure che i bilanci, vista la situazione, dovrebbero essere portati (qui solo per presa visione) nei Consigli Comunali in modo che non si senta più dire, diversamente da quanto riportato nelle cronache dei consigli comunali di questi giorni, che non sono ancora chiare le ragioni del dissesto, che i conti non tornano ecc… Certo, se non si divulgano i bilanci e le relazioni non si fa un bel servizio ai Consiglieri stessi! Sulla base di cosa essi dovrebbero poi votare una delibera di scioglimento? Solo perché lo chiede il Sindaco o qualche suo consulente cui è già stata promessa la carica di liquidatore?

E non dimentichiamoci poi che è stata l’assemblea stessa a chiedere che venisse incaricata una società per far chiarezza nei conti ante 2018, per poi far rifare all’azienda separatamente il bilancio 2018 e quello 2019 proprio per tracciare una linea di demarcazione contabile che tenesse conto del fatto che gli oggionesi erano entrati proprio nel 2019. Dov’è la logica del rinvio dell’approvazione dei conti? Il sacrosanto diritto di conoscere la realtà dei numeri non è solo dei consiglieri, ma di tutti noi cittadini! E fino a qui abbiamo parlato di metodo e di rispetto delle norme, tuttavia questo atteggiamento giorno dopo giorno crea enormi problemi all’azienda; se già a marzo si fossero approvati i bilanci, l’assemblea dei soci di Retesalute avrebbe potuto ufficializzare le perdite storicizzate ante 2018, magari soprassedendo sulla loro copertura ed optando per un rinvio a nuovo, mentre per il bilancio del 2019, che ha chiuso con una perdita di c.a. 350mila euro, si sarebbe già potuto intervenire con il suo ripiano (anche da parte degli oggionesi entrati proprio dal 2019) e con un veloce pagamento all’azienda. Per il 2019 infatti non crediamo che ci siano dubbi sul fatto che sia una perdita gestionale da coprire ai sensi dell’art. 114 del TUEL. Ecco, oggi Retesalute avrebbe avuto in cassa ulteriori soldi che avrebbero permesso di tamponare la pesante situazione finanziaria che sta vivendo e che crea problemi a fornitori ed ai Comuni stessi. Invece no, si attende il Messia stringendo un cappio al collo dell’azienda, vittima dell’incapacità dei suoi stakeholders! E poi si parla di continuità?

Il tema dell’approvazione dei bilanci che qui abbiamo commentato e che venerdì sera è stato correttamente introdotto dal Consigliere Perego, persona abituata a studiare i dossier, è sintomatico della confusione che aleggia nella testa di chi dovrebbe governare questo delicato momento per Retesalute ed è altresì lo specchio di una politica non in grado di gestire questioni di questo tipo. Figuriamoci cosa ci si può aspettare per la difesa dell’ospedale di Merate!
Claudio Brambilla
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