'La passione per il delitto' supera i confini nazionali e ospita Guat Eng Chuah, malese

Passione per il delitto, il festival di narrativa poliziesca giunto ormai alla ventesima edizione, è sempre più internazionale e negli scorsi giorni ha ospitato Guat Eng Chuah in collegamento da Kuala Lumpur. Scrittrice di origine malese, è la prima autrice del suo paese a scrivere in inglese, ha all’attivo 4 romanzi all’interno dei quali accanto a vicende emozionanti e ricche di colpi di scena è riuscita a portare il suo retaggio culturale. L’evento in streaming, moderato da Katia Trinca Colone, è stato l’occasione per parlare di “Echi del Silenzio”, romanzo del 1995, ma edito solo recentemente in Italia dalla casa editrice le Assassine rappresentata da Tiziana Elsa Prima.

Protagonista del romanzo è Ai Lian una giovane ragazza malese che durante gli studi in Europa ha incontrato Michael Templeton di cui si è innamorata, tornata nella terra natale con il suo promesso sposo viene coinvolta nell’omicidio della giovane Cynthia. La vicenda permette all’autrice di portare un dipinto dettagliato del proprio paese, tra paesaggi spettacolari descritti in ogni minimo particolare e le tradizioni famigliari che ha vissuto in prima persona.

Sfondo della vicenda è la piantagione di caucciù dei Templeton, un microcosmo che riflette in realtà le problematiche di un’intera nazione spaccata in due dalla convivenza non sempre pacifica tra la  popolazione malese  e la comunità cinese. I primi migranti sono giunti in Malesia dopo il XVI sec. in cerca di lavoro, con gli anni hanno costituito il potere economico affiancando quello politico sostenuto dai locali, si sono integrati nella nazione imparandone la lingua ed i costumi. Dopo la seconda guerra mondiale si è assistito ad una nuova ondata, sono arrivati in Malesia cinesi più legati alla propria cultura e non disposti a metterla da parte per abbracciarne una nuova, è qui che è nato il grande scontro tra i due gruppi che ha avuto il suo culmine nel 1969. È proprio questo gruppo che non è mai riuscito ad inserirsi che ha attirato l’attenzione dell’autrice che ha voluto esplorarlo attraverso il suo romanzo.

“sinceramente non so come mi sia venuta l’idea del romanzo, ma sentivo la necessità di scrivere qualcosa che fosse veramente legato al mio paese- spiega l’autrice- sono una grande appassionata di gialli e così ho scelto proprio un omicidio per tenere insieme tutti i fili dei vari personaggi. Ho deciso di focalizzarmi sui cinesi giunti in Malesia dopo la seconda guerra mondiale che non sono mai riusciti ad integrarsi, nel 1969 è avvenuto un duro scontro che li ha portati ad emigrare altrove, ma quando negli anni ’90 la Malesia è diventata prospera sono ritornati per fare degli investimenti, non tanto perché amassero il nostro paese. In “Echi del silenzio” ho cercato di capire il perché del loro comportamento opportunista”.
Il romanzo giallo è il punto di partenza per una storia che si dirama nella società malese presente e passata; tutte le vicende, dalla principale a quella più complessa, sono tenute insieme da un fil rouge che dà anche il titolo al romanzo: il silenzio. Un silenzio che risuona ovunque come una specie di eco, si espande assumendo diverse connotazioni, c’è quello tra classi diverse, all’interno di una famiglia e di una società intera, pronta a tacere per paura o per proteggere qualcun altro. È la menzogna a dominare in una società dove tutti propugnano il silenzio, dove la protagonista cerca giustizia senza mai trovarla. Come  dice la stessa autrice “tutti i personaggi sono accumunati da un silenzio che avvolge ogni cosa, nessuno dice il vero ed è questo il motivo per cui viene commesso l’omicidio, ma non si riesce a trovare il colpevole”

Grande tema del romanzo di Guat Eng Chua è la giustizia, un argomento molto acceso in Malesia e più attuale che mai. In “echi del silenzio” si ha a che fare con la giustizia durante il protettorato inglese che ha molte somiglianze con quella di 30 anni fa, durante il periodo della scrittura, e quella di oggi dominata dalla corruzione.
“mentre scrivevo il mio romanzo il sistema della nostra legge veniva completamente distrutto dal primo ministro Mahathir Mohamad che ha sostituito i giudici con degli uomini fidati- ha proseguito Guat- mi sono chiesta più volte per quale motivo noi malesi abbiamo permesso che ciò accadesse, forse perché non apprezzavamo ciò che c’era prima, non lo so. Così per darmi una risposta sono andata ad esplorare il periodo del dominio britannico affrontando il medesimo tema della corruzione. Non avrei mai pensato che ora questo romanzo fosse più attuale che mai: nel 2018 Mohamad è stato rieletto per l’ennesima volta all’età di 92 anni e ha continuato con la sua corruzione fino all’anno scorso”.

Guat Eng Chua nel suo “echi del silenzio” conduce il lettore in un viaggio attraverso la sua amata terra, alla scoperta delle origini, mostrando le bellezze, ma non negando ciò che c’è di sbagliato, un’avventura che la stessa scrittrice definisce “piena di colpi di scena e di rivelazioni” che insieme al nome dell’assassinio permetteranno la scoperta di un'altra cultura. Il romanzo che presto verrà tradotto anche in tedesco, ha anche un sequel, ancora inedito in italia, incentrato su una delle figure più enigmatiche di “echi del silenzio”, un rappresentante della giustizia che assiste in disparte ad ogni scena.
Attualmente l’autrice sta scrivendo il terzo libro che andrà a completare la trilogia e che sarà incentrato sulla figlia di Ai Lian, ancora alla ricerca di risposte per quanto avvenuto ala sua famiglia.
Giorgia Monguzzi
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