Bulciago: a dieci anni dall'uccisione di Vik, i pensieri e i ricordi di mamma Egidia

Quest'oggi, 15 aprile 2021, ricorre il decimo anniversario della morte di Vittorio "Vik" Arrigoni, giornalista bulciaghese e attivista per i diritti umani, ucciso a Gaza due lustri fa esatti dopo essere stato rapito da un gruppo terrorista dell'area jihadista salafita.

Vittorio Vik Arrigoni

A distanza di dieci anni, è la madre, Egidia Beretta, che per tutto questo tempo si è impegnata senza sosta a portare avanti il messaggio del figlio, a parlare a cuore aperto di quell'evento tragico e delle sue conseguenze. Quelle giornate di sofferenza ma anche di grande commozione e solidarietà sono infatti un ricordo indelebile per la donna, che ci ha raccontato le proprie sensazioni, esordendo proprio col dire: "dieci anni sono trascorsi, ma è come se fosse oggi".
Di quei giorni, in positivo, ad Egidia - allora sindaco di Bulciago - rimangono l'affetto, la vicinanza, la solidarietà ricevute da centinaia di persone, alcune conosciute, molte altre, volti e voci che non aveva mai incontrato. Le rimane poi la grandissima emozione provata alla celebrazione del funerale, che cadeva nel giorno di Pasqua, quando, inaspettata, una marea di giovani, donne, uomini, venuti anche da molto lontano, hanno voluto salutare e onorare Vittorio.

Egidia durante il suo mandato di sindaco con il figlio Vittorio

''In questi dieci anni mi sono fatta testimone di Vittorio'' ha spiegato la madre. ''Nei miei viaggi ho percorso innumerevoli strade, in tutte le regioni italiane, e in alcune di queste sono ritornata più volte. Gli incontri più emozionali sono nelle scuole, superiori e anche medie. Vedo negli occhi dei ragazzi il desiderio di sapere, di conoscere Vittorio e cercare di capire cosa lo abbia mosso, quali ideali lo abbiano portato a diventare il Vik di Gaza. E la domanda che, alla fine, mi pongono è sempre la stessa: non lo hai mai convinto a restare? Capisco che in quel momento stanno pensando ai propri sogni, magari incompresi dai genitori, e anche la mia risposta è sempre la stessa. A un figlio che ti dice "vivere con le ali tarpate non fa per me", come fa una mamma a tarpargli le ali? Io l'ho lasciato libero di volare".

Il premio alla memoria di Graziella Fumagalli e Madre Ermina Cazzaniga ricevuto nel 2011

Alla domanda su quale secondo lei fosse il motivo per il quale Vittorio abbia lasciato un segno così grande in chi lo aveva conosciuto, Egidia ha risposto rifacendosi interamente alla vita del figlio e alla passione sincera e genuina per il suo lavoro. "Credo che Vittorio abbia dimostrato, con la sua testimonianza, i suoi scritti e con tutta la sua vita, quanto sia importante inseguire l'Utopia, quella che per lui era la ricerca della giustizia, della libertà, della pace, del rispetto dei diritti umani. Anche se la strada è impervia, dura, anche se soffri e ti fanno soffrire, non la abbandoni mai. E questo, anche per i molti che non lo hanno conosciuto di persona, dà forza, speranza e coraggio nelle scelte personali".

Vittorio è stato poi spesso ricordato per l'emblematica frase "Restiamo Umani", coniata da lui stesso nei suoi scritti da Gaza e forse talvolta abusata o distorta rispetto a quello che era il senso più vero e genuino inteso pronunciandola, dall'attivista bulciaghese. Sul punto, la madre ha commentato così: ''voglio credere alla buona fede di chi la pronuncia o se ne fa bandiera. Vorrei però che si ricordasse quando e perché Vittorio la pronunciava. E il suo significato profondo "al di là delle latitudini e delle longitudini, apparteniamo tutti alla stessa famiglia, che è la famiglia umana''.

I funerali celebrati nel palazzetto di Via don Guanella a Bulciago

Dopo dieci anni, oltre ai ricordi e alla sua testimonianza, ciò che rimane ad Egidia e alla famiglia di Vittorio è ovviamente anche la questione sulla verità rispetto alle motivazioni che hanno portato alla morte del giovane.
''Non sono mai stata convinta che la motivazione principale fosse stata quella di rapire Vittorio per uno scambio con dei prigionieri salafiti incarcerati da Hamas. Non ho informazioni o prove di questo, solo la sensazione che ci fosse un mandante più in alto degli esecutori e che Vittorio sia stato ucciso per mettere a tacere la sua voce e, non casualmente, proprio pochi giorni prima del suo rientro in Italia" e ha poi continuato: ''se penso che in questo periodo di Covid la figura di Vittorio, che ha lottato fino alla fine per i suoi ideali, potrebbe essere presa come modello a cui ispirarsi? Non mi azzarderei a tanto. Certamente, come dicevo prima, ispirarsi a Vittorio può aiutare a trovare il coraggio e la determinazione a non abbandonarsi allo scoramento e a guardare oltre i disagi di questo momento così difficile, non dimenticando gli orizzonti e le mete che ci siamo prefissati''.
Martina Besana
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