Missaglia: aggredì un collega durante il turno in officina. Condannato a dieci mesi
Dieci mesi, oltre al pagamento delle spese processuali. E' la condanna inflitta stamani dal giudice del tribunale di Lecco, Martina Beggio, nei confronti di un operaio all'epoca dei fatti assunto presso un'autofficina di Missaglia.
L'uomo - G.C., classe 1970 - era infatti chiamato a rispondere dell'accusa di lesioni personali per aver aggredito con calci e pugni un collega durante il turno di lavoro.
Un episodio quello del 10 settembre 2018, verificatosi al culmine di un clima di tensione palpabile fra i meccanici; dalle parole però, in quella circostanza i due erano passati direttamente alle mani, con uno di loro finito in pronto soccorso a seguito di un trauma riportato al volto.
Escussi i testimoni di difesa e parte civile, stamani si è chiusa l'istruttoria dibattimentale una volta ascoltate le spontanee dichiarazioni rese dall'imputato. Accomodatosi dinnanzi al giudice, il cinquantenne ha spiegato di trovarsi in imbarazzo poichè mai prima di allora, aveva avuto problemi con la giustizia. ''Non sono un delinquente, non ho fatto nulla di male. Ho sempre lavorato e non ho nemmeno un precedente'' ha detto l'imputato, aggiungendo di essersi sentito calunniato e provocato dal collega che gliene avrebbe fatte passare di ogni, ancor prima di quell'episodio.
Una versione dei fatti che non ha tuttavia convinto il vice procuratore onorario Caterina Scarselli, chiamata a sostenere la pubblica accusa. Nella sua requisitoria ha infatti ipotizzato la condanna del cinquantenne alla pena di nove mesi, ritenendone provata la penale responsabilità.
Conclusioni alle quali si è associato l'avvocato Bevilacqua, penalista del foro di Milano costituitosi parte civile per conto della vittima dell'aggressione, che ha poi depositato una richiesta di risarcimento pari a 15mila euro, con una provvisionale di 5mila euro immediatamente eseguibile.
Si è invece battuta per l'assoluzione del proprio assistito l'avvocato Eleonora Sala che dopo aver messo in dubbio alcuni particolari rispetto alla dinamica dell'episodio presentata dalla parte civile, ha ritenuto che non sia stata provata la penale responsabilità del meccanico cinquantenne che, qualora avesse aggredito il collega, lo avrebbe fatto per legittima difesa.
Ritiratasi in camera di consiglio il giudice Beggio ha sentenziato la condanna del meccanico a dieci mesi, con il beneficio della pena sospesa e della non menzione; l'imputato dovrà altresì corrispondere un risarcimento da concordare in altra sede e una provvisionale di 2mila euro.
L'uomo - G.C., classe 1970 - era infatti chiamato a rispondere dell'accusa di lesioni personali per aver aggredito con calci e pugni un collega durante il turno di lavoro.
Un episodio quello del 10 settembre 2018, verificatosi al culmine di un clima di tensione palpabile fra i meccanici; dalle parole però, in quella circostanza i due erano passati direttamente alle mani, con uno di loro finito in pronto soccorso a seguito di un trauma riportato al volto.
Escussi i testimoni di difesa e parte civile, stamani si è chiusa l'istruttoria dibattimentale una volta ascoltate le spontanee dichiarazioni rese dall'imputato. Accomodatosi dinnanzi al giudice, il cinquantenne ha spiegato di trovarsi in imbarazzo poichè mai prima di allora, aveva avuto problemi con la giustizia. ''Non sono un delinquente, non ho fatto nulla di male. Ho sempre lavorato e non ho nemmeno un precedente'' ha detto l'imputato, aggiungendo di essersi sentito calunniato e provocato dal collega che gliene avrebbe fatte passare di ogni, ancor prima di quell'episodio.
Una versione dei fatti che non ha tuttavia convinto il vice procuratore onorario Caterina Scarselli, chiamata a sostenere la pubblica accusa. Nella sua requisitoria ha infatti ipotizzato la condanna del cinquantenne alla pena di nove mesi, ritenendone provata la penale responsabilità.
Conclusioni alle quali si è associato l'avvocato Bevilacqua, penalista del foro di Milano costituitosi parte civile per conto della vittima dell'aggressione, che ha poi depositato una richiesta di risarcimento pari a 15mila euro, con una provvisionale di 5mila euro immediatamente eseguibile.
Si è invece battuta per l'assoluzione del proprio assistito l'avvocato Eleonora Sala che dopo aver messo in dubbio alcuni particolari rispetto alla dinamica dell'episodio presentata dalla parte civile, ha ritenuto che non sia stata provata la penale responsabilità del meccanico cinquantenne che, qualora avesse aggredito il collega, lo avrebbe fatto per legittima difesa.
Ritiratasi in camera di consiglio il giudice Beggio ha sentenziato la condanna del meccanico a dieci mesi, con il beneficio della pena sospesa e della non menzione; l'imputato dovrà altresì corrispondere un risarcimento da concordare in altra sede e una provvisionale di 2mila euro.
G. C.