Bosisio: 25 aprile, coesione e solidarietà anche con il virus

Festa del 25 aprile a Bosisio Parini. Qui il comune ha scelto di organizzare una cerimonia sobria, in rispetto alle norme anti assembramento. Il sindaco Andrea Colombo, insieme al parroco don Giuseppe Farioli e ai componenti del comitato della Memoria (Gabriele Beccalli, Giacomo Gilardi e Walter Gaiardoni) si è recato al cimitero nei pressi della cappella dei caduti per la deposizione della corona di alloro. Dopo il discorso del sindaco, la festa della Liberazione si è conclusa con la partecipazione alla messa. "I membri del Comitato della Memoria del comune di Bosisio Parini hanno deciso di commemorare il 25 aprile in rappresentanza di tutte le forze politiche che siedono in Consiglio Comunale, per onorare tutti i caduti nel periodo bellico della seconda guerra mondiale, e festeggiare la liberazione della Patria dalla dittatura nazifascista. Con questo gesto il Comitato vuole mandare un messaggio di unità e pace in un periodo difficile caratterizzato attriti, divisioni e sfiducia nelle istituzioni" è il messaggio lanciato dal comitato.

Il primo cittadino Andrea Colombo ha invece ricordato come per il secondo anno consecutivo la cerimonia si è svolta senza la partecipazione dei cittadini. "Non per questo deve essere meno sentito, ed anzi forse lo dobbiamo intendere come più vero: quale migliore evento storico italiano per ricordarci la necessità di essere uniti di fronte alle difficoltà ed alla sofferenza? Oggi ricordiamo persone davvero coraggiose ed impavide, i partigiani, ma anche i soldati che - dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 - sono rimasti senza ordini ed abbandonati a loro stessi. Oggi ricordiamo persone che hanno saputo comprendere la differenza tra giusto e sbagliato, e l'hanno tradotta in azioni concrete, spesso a rischio della loro stessa esistenza. Si sono opposte alla dittatura nazifascista, in nome di valori ed ideali in cui hanno creduto fortemente, ed a cui non erano disposti a rinunciare. In altre parole: hanno saputo resistere. Hanno saputo scegliere la libertà e la democrazia contro la sopraffazione di pochi su molti, di alcuni popoli su altri. Prendiamole ad esempio, perché è nei momenti di difficoltà che dobbiamo farci ispirare da chi ha fatto tali scelte".
Secondo il primo cittadino, queste persone devono essere omaggiate "senza retorica né superficialità. Oggi, a 76 anni dal giorno della Liberazione dalla dittatura fascista, è ancora vivo il desiderio di ricordare e ringraziare le donne e gli uomini che lottarono per un futuro migliore. E quel futuro che loro sognavano, fatto di democrazia e libertà, oggi è il nostro presente".
Una riflessione poi sulla libertà e su quanto la riteniamo oggigiorno preziosa. "Sono valori che spesso diamo per scontati. La libertà di cui godiamo ora è stata ottenuta con le armi in pugno, e sta a noi difenderla con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Dobbiamo difenderla ad ogni costo da chiunque voglia limitarla o, peggio, comprimerla ed impedirla".
Quella di cui possiamo godere è una libertà che va oltre le contrapposizioni ideologiche. Tutti gli italiani, insieme, lavorarono per la costruzione delle fondamenta del paese nel quale oggi viviamo. Principi che tornano d'attualità durante questa pandemia: "Anche oggi, nel drammatico momento che stiamo vivendo da più di un anno, è necessario che l'unità, la coesione e la solidarietà tra i cittadini emerga con prepotenza, sopra ogni altro sentimento individualista. È il modo migliore per rendere omaggio agli eroi della resistenza ed ai caduti delle guerre".
Con le deposizione della corona, il sindaco Colombo ha onorato "i concittadini caduti, ed idealmente tutti coloro che ci hanno donato la libertà. Vorrei che rappresentasse anche una dedica a tutta la generazione di anziani che, nella nostra Regione ed in tutta Italia, è stata la maggior vittima di questo subdolo virus che stiamo combattendo. Un altro comune nemico che non avrà la meglio e che alla lunga combatteremo".
M.Mau.
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