Casatenovo: don Antonio racconta la sua missione in Perù fra gioie, tante difficoltà sociali e i vaccini anti Covid che mancano

Senza alcuna distinzione, l'avvento della pandemia ha messo sullo stesso piano tutti gli Stati del mondo che ne sono rimasti colpiti. Le situazioni sociali ed economiche, tuttavia, hanno causato una differente risposta da parte delle diverse parti del globo: in alcuni luoghi infatti, la situazione è molto più difficile da gestire rispetto ad altri. Don Antonio Colombo, originario di Casatenovo e missionario in Perù da quasi 15 anni, in un'intervista ci ha raccontato la realtà - per nulla semplice - del suo Paese.

A sinistra don Antonio Colombo

In un altro articolo abbiamo parlato della sua vita e della sua esperienza missionaria in Perù; sempre a questo proposito, partiamo con qualche domanda tecnica: di che congregazione di sacerdoti fa parte?
Sono sacerdote diocesano, non religioso. L' Arcivescovo di Milano mi ha mandato in Perù coordinandosi con il Vescovo di Huacho. Sono missionario "Fidei Donum", dono della fede condiviso nel mondo, non solo sotto la Madonnina.

Da quanto tempo è missionario in Perù? Quando è tornato lì? Per quanto tempo ancora rimarrà?
Sono qui dal 23 novembre 2007, si rinnova il "contratto" ogni 3 anni. L'attuale scade il 23 novembre 2022. Se il Covid me lo permetterà, poi, potrei continuare... In 13 anni sono venuto in Italia 4 volte, l'ultima nel 2019. Sempre per due mesi, tra famiglia e tanti amici, partendo dai miei coscritti del 1940, di Casatenovo.

Passiamo ora a qualche domanda relativa alla vita in Perù: come sono le condizioni di vita lì, rispetto a quelle qui in Italia?
Il Perù ha tre zone molto marcate: la Costa sull'Oceano Pacifico con il deserto, la catena di montagna delle Ande e la zona dell'Amazzonia con fiumi che poi vanno in Brasile. Sulla costa ci sono la capitale, Lima, che conta 10 milioni di abitanti, e la mia cittadina di Huacho, con 150. 000. Potrei dire che è meglio di Monza: ha due ospedali, varie cliniche, 4 università, la sede del Comune e della regione, scuole a non finire pubbliche e private, supermercati modernissimi ma anche venditori ambulanti e mercati a dir poco pittoreschi. E poi c'è una bella cattedrale e altre 5 parrocchie. Io sono parroco della Cattedrale. Insieme a questa rigogliosa realtà, però, c'è anche quella delle periferie con baracche o quattro pali con un tetto provvisorio, che sono sufficienti, perché tanto qui non piove. Chi vive benissimo, altri bene, così così, e chi si arrangia come puó.

Quali sono le più grandi differenze che lei ha riscontrato?
Il clima da deserto del Sahara, secchissimo senza pioggia tutto l'anno. Proprio grandi differenze non ci sono, è città, ha tantissime cose (non sono in Africa). La cultura ha radici degli Incas, forti e sereni, non molto espansivi. La lingua spagnola ha radici latine; la religione è cattolica al 70% con impronta spagnola di sacramenti e devozioni popolari con le processioni con i Santi per le strade. Qualcuno dice che "non è entrata nel cuore" perché era stata imposta dai colonizzatori. Ma resto sempre "uno straniero bianco" , sento qualche volta che non tutti mi mirano bene. Peró, guai a lamentarmi, dicono che sono "popolare", tantissimi mi salutano per strada e trovo sempre porte che si aprono, anche quelle del carcere! Ieri per strada, un giovanotto ha gridato: "Colombo, Colombo!". Mi sono fermato, l'ho guardato, non mi convinceva... "Colombo, io la conosco, lei veniva in carcere a trovarci, sono fuori da qualche mese, vendo per la strada... Ricorda il concorso dei presepi per Natale dello scorso anno?" Il suo volto si è illuminato e anche il mio. Mi sono avvicinato, commosso, e gli ho dato un piccolo aiuto.

Quali sono, secondo la sua esperienza, gli aspetti su cui bisognerebbe lavorare di più?
Costruire uomini onesti, impegnati, generosi. In questi tempi di Covid si esasperano le situazioni, mi fa soffrire la corruzione a tutti i livelli. Purtroppo anche il mio amico Sindaco è in carcere con sette suoi collaboratori, accusati di aver "alleggerito troppo" i pacchi viveri destinati alle famiglie povere.

Come vi trovate, voi sacerdoti e missionari in generale, nella società peruviana?
Davvero bene, il nostro stile milanese ("couer in man") ci permette di stringere rapporti alla pari con i sacerdoti locali e con tutte le persone. Un esempio di fiducia in noi: siamo i confessori di suore, seminaristi e sacerdoti. Sono parroco della cattedrale e siamo un bel gruppo con tre sacerdoti giovani peruviani. Non so se conosci don Giuseppe Noli di Rogoredo, oggi missionario in Africa, in Niger. É stato qui a Huacho per 14 anni, fino al 2003. Ancora la gente lo ricorda per il suo camminare per le strade, la sua attenzione alle persone e le tante opere sociali che ha fatto!

Siete ben accetti o avete riscontrato qualche problema?
Abbiamo riscontrato qualche problema con gli "evangelici - protestanti" fanatici che sempre punzecchiano con la Bibbia in mano, contro la Chiesa cattolica, i Santi, la Madonna. Però poi ci si abitua e si trova modo di abbassare i toni.

E che rapporto ha il governo con voi?
Finora nessun problema, siamo in buoni rapporti con le autorità locali, sindaco e governatore della Regione. Così come il cappellano degli ospedali, che mi ha sempre invitato a qualsiasi cerimonia, chiedendo una mia parola e una benedizione. In questi giorni sono molto preoccupato per il ballottaggio per scegliere il nuovo Presidente del Perù, un candidato si dichiara comunista marxista convinto... non è il meglio per la religione e per lo sviluppo umano democratico. Rispetto la persona, ma ho esperienze molto negative di quando sono stato missionario in Africa.

Uno dei problemi che più ci mettono alla prova in questo periodo è sicuramente la pandemia. Sappiamo che già lei si è reso utile, nella città di Huacho, dove lei attualmente risiede, occupandosi di rifornire di ossigeno i reparti adibiti ai malati di Covid. La strada, però, è ancora lunga. Come procede la situazione della pandemia lì in Perù? Riuscite a gestire i malati? Come funzionano gli ospedali?
L'ultimo bollettino Covid internazionale del 21 aprile mette il Perù al 6° posto per numero di morti, che sono 417. L'Italia è all'8° con 390. Per essere onesti devo dire che abbiamo "solo" 30 milioni di abitanti, vorrebbe dire che con 60 milioni come l'Italia saremmo a quota 834 in un giorno. Purtroppo è verissimo, anche nella mia cittadina è tragico il numero dei funerali... gli ospedali fanno ciò che possono, hanno pochi mezzi e tutte le medicine sono a pagamento!

Quali sono i programmi di acquisto e distribuzione dei vaccini?
Questo è un altro dramma che ha portato un presidente della nazione ad essere sospeso per 18 anni, per uso illecito dei vaccini. Qualcosa si muove, recentemente, forse a fine mese arriverá il vaccino per me ultraottantenne, qui a Huacho. Ma i mesi passano e il Covid fa quello che vuole.

Ricevete aiuti esteri? Ci sono organizzazioni, associazioni, che possono, in qualsiasi modo, dare una mano?
Non ho sentito parlare di aiuti seri da fuori. Qualche donazione sporadica.

Un uomo di fede come lei sarà sicuramente attento all'aspetto emotivo e psicologico di chi le sta accanto: come sono gli animi dei Peruviani? Com'è cambiata la loro vita dall'avvento del Covid?
Si è spenta la gioia di vivere. Poi, come in Italia, anche qui ci sono quelli che non ci fanno caso, fanno feste, vanno dappertutto e poi prendono multe e soprattutto contagiano le loro famiglie.

È mai capitato che qualcuno si rivolgesse a lei per una mano di aiuto e per un po' di conforto?
Qui la lista è lunga. Grazie agli amici di varie parrocchie (finora niente da Casatenovo!) posso aiutare, in modo discreto e anonimo, due mense popolari, il carcere, le famiglie di immigrati venezuelani, famiglie povere delle periferie, per le medicine e per seppellire i loro cari. L'ultimo campo aperto è quello dei tantissimi ragazzi poveri di due scuole elementari e superiori che non hanno internet per seguire le classi a distanza. Non mi muovo da casa, ho collaboratori sicuri che possono arrivare là dove si soffre. Conforto è stato anche il recuperare dall'abbandono una chiesa in zona periferica: è una vera luce che ha riempito di gioia gli occhi e i cuori delle persone che lí vivono, un'emozione grandissima anche per me il celebrare una messa lì, dopo 20 anni di silenzio.

Come si sente lei?
Bene e male nello stesso tempo. Fisicamente bene, seguendo tutte (o quasi) le norme di prudenza; male invece vedendo il dolore che cresce di giorno in giorno e riempie anche facebook di necrologi di tanti amici che se ne vanno. Mi ritengono, come si dice adesso, "un influencer, un testimonial, un leader..." per le campagne pubblicitarie dell'Ospedale per la prevenzione anti Covid e anche per l'attività sportiva con una bicicletta simbolo di salute. Tutto aiuta a star su di giri e a fare una risata.

CERCATE VOI, IN ITALIA, DI VINCERE,
Noi vi seguiremo a debita distanza, ma fiduciosi.
Il paesello dove si é cresciuto, non si dimentica mai! L'altro giorno era San Giorgio.

Don Antonio ha così concluso, come suo solito con parole di incoraggiamento e di solidarietà, la sua toccante testimonianza di una realtà che passa spesso, purtroppo, inosservata.

Giulia Guddemi
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