Oggiono: atti sessuali con minori, l'ex presidente di 'Ragazzi e Cinema' Guido Milani condannato a ulteriori due anni

Guido Milani
Poco prima delle 12 di quest'oggi, dopo quasi due ore di camera di consiglio, il Collegio giudicante del Tribunale di Lecco ha condannato Guido Milani a due anni di reclusione, riqualificando il reato contestato all'imputato - attualmente in carcere a Modena per altra causa e presente in Aula solo virtualmente, in videocollegamento - da violenza sessuale in atti sessuali con minorenni. 10 le presunte persone offese, solo due delle quali costituite anche parte civile. A entrambe non è stato al momento riconosciuto un risarcimento. Disposta invece l'interdizione perpetua dell'oggionese da attività che riguardino i rapporti con minori. 90 i giorni per le motivazioni della sentenza arrivata dopo che, nel corso dell'udienza dello scorso novembre, il pubblico ministero Andrea Figoni aveva chiesto sei anni di reclusione, ritenendo provata la penale responsabilità di Milani, regista e fondatore dell'associazione ''Ragazzi e Cinema'', accusato secondo l'originale capo d'imputazione di ''avere costretto persone, anche minori di 14 anni, a compiere o subire atti sessuali mediante abuso di autorità, con l'aggravante d'avere commesso più violazioni della stessa specie''.
Era toccato poi al difensore dell'imputato, l'avvocato Renato Pulcini del foro di Brescia, tentare di smontare la tesi della pubblica accusa, ribadendo - in un'arringa lunga oltre quattro ore - l'estraneità del proprio assistito rispetto ai fatti che gli venivano contestati. Anche Guido Milani, attualmente in carcere, aveva avuto modo nei mesi scorsi di raccontare la propria verità, parlando a lungo e respingendo sostanzialmente ogni addebito a suo carico. Anche ''Ragazzi e Cinema'' si era schierata accanto al suo ex presidente ritenendolo vittima di un caso di ''malagiustizia''; in una nota diffusa dall'associazione e dallo studio legale che lo assiste si leggeva: ''Guido ha sempre gridato la sua innocenza'', ritenendo che quest'ultima fosse supportata da prove capaci di scagionarlo da ogni accusa.
Un fascicolo - quello lecchese - aperto dall'allora pubblico ministero lecchese Silvia Zannini (trasferita nel frattempo a Parma), alla quale è subentrato il collega Andrea Figoni, che nei mesi scorsi al termine dell'istruttoria aveva pronunciato la propria requisitoria dinnanzi al collegio presieduto dal dr.Enrico Manzi, presidente della sezione penale del foro lecchese, con a latere le colleghe Nora Lisa Passoni e Martina Beggio.
Un processo che è stato celebrato a porte chiuse che ha visto sfilare nel corso dei mesi, i testimoni indicati in lista da entrambe le parti, i consulenti e le presunte vittime. Sono otto infatti, le persone offese secondo l'impianto accusatorio sostenuto dalla Procura, di cui due costituitesi parti civili e rappresentate dall'avvocato Nadia Germanà Tascona del foro di Milano.
Non si tratta del primo processo che ha dovuto affrontare l'oggionese, detenuto in carcere a seguito di una precedente condanna a quattro anni e mezzo confermata nei tre gradi di giudizio (seppur sia stata accolta poi l'istanza di revisione del processo presentata dal difensore dell'oggionese, tutt'ora pendente ndr) scaturita da un'indagine coordinata dalla Procura di Milano, nella quale gli venivano contestati i reati di prostituzione minorile, violenza sessuale e cessione di stupefacenti, dopo la denuncia presentata nei suoi confronti da un 17enne.
Quest'oggi la sentenza che sancisce la fine del procedimento lecchese, perlomeno in primo grado.
G.C.
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