Bulciago: terrorismo internazionale, chiesti 5 anni di carcere per Alice Brignoli

Alice Brignoli
5 anni di carcere. Questa la richiesta di condanna avanzata quest'oggi dalla Procura di Milano nei confronti di Alice Brignoli, la foreign fighter italiana arrestata sul finire del mese di settembre 2020 in Siria dove si era recata, lasciando l'abitazione di Bulciago, con il marito e i figli nel 2015 condividendo la causa dello Stato Islamico.
Terrorismo internazionale l'accusa mossa nei confronti della donna, moglie di Mohamed Koraichi, morto dopo aver combattuto con l'Isis. Lo scorso mese di febbraio, senza mai aver fornito agli inquirenti dettagli sulla fuga verso il Califfato o elementi su altri foreign fighter, Aisha, come si fa chiamare da dopo la conversione, aveva optato per il rito abbreviato. La richiesta del PM Francesco Cajani tiene dunque già conto dallo sconto di un terzo della pena garantito a chi accetta di farsi processare di fatto "sulle carte".
L'avvocato Carlotta Griffini, difensore della 42enne, ha chiesto invece per la sua assistita l'assoluzione perché non sarebbe "provata la partecipazione all'associazione terroristica.
Attesa per il prossimo 11 maggio la pronuncia del Gup Daniela Cardamone.

Scappata da Bulciago con il marito Mohammed Koraichi e i tre figli minori, Alice Brignoli si era unita ai combattenti dello Stato Islamico fino a quando lo scorso settembre era stata trovata in un campo profughi durante un'operazione dei carabinieri del Ros. La scelta di lasciare l'Italia però era stata rimpianto quasi subito dalla donna: "siamo partiti cinque anni fa, rispondendo al richiamo di Al-Baghdadi, ma volevamo tornare indietro".
La coppia, secondo quanto raccontato dalla donna al gip di Milano, aveva lasciato nel 2015 il lecchese perché aveva aderito a un appello video di Al Baghdadi per unirsi al Califfato. Sentendosi discriminati in quanto musulmani in Italia, hanno deciso di caricare bagagli e figli in macchina e guidare per cinque giorni verso la Siria. Qui però hanno trovato la guerra. Una volta sconfitto l'Isis, il destino della famiglia è finito nelle mani delle forze curde che hanno arrestato e rinchiuso in un carcere il marito, dove è morto a causa di una infezione lo scorso settembre, e hanno trasferito moglie e figli in un campo profughi di Al-Hol, nel Nord-Est della Siria.
"E' stato un grosso errore, lo Stato islamico non era il posto idilliaco che ci aspettavamo quando siamo partiti, rispondendo al richiamo di al-Baghdadi, anzi volevamo tornare indietro", aveva detto Brignoli nell'interrogatorio davanti al gip il 30 settembre.

'Aisha'  e suo marito Mohamed avevano iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009. I due erano finiti tra i sei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un blitz di Digos e Ros dell'aprile 2016 che portò all'arresto di 4 persone: Abderrahim Moutaharrik, campione di 'muay thai' legato all'Isis e che nelle intercettazioni diceva di essere disposto a compiere attentati in Vaticano, la moglie Salma Bencharki, Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi, sorella di Mohamed, marito di Alice Brignoli.
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