Ricatti hard ad un bancario: chiesto il rito immediato per i tre giovani casatesi indagati

Il tribunale di Lecco, sede anche della Procura
Chiesto il rito immediato per N.B.F., il 25enne di Missaglia destinatario nelle scorse settimane di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita al culmine di un'indagine che ha portato alla luce un sistema di estorsioni e ricatti hard con vittima un funzionario di banca residente nel comasco. Al centro delle risultanze investigative ci sarebbe proprio il giovane missagliese, con alle spalle episodi analoghi che lo scorso anno gli erano costati una condanna in primo grado a 4 anni e 8 mesi (in rito abbreviato) inflittagli in tribunale a Monza.
La Procura della Repubblica di Lecco - nella persona del titolare del fascicolo d'indagine, dr.Andrea Figoni - ha ritenuto che dagli elementi sin qui emersi, vi fossero i presupposti di legge per poter presentare richiesta del provvedimento al giudice, che nei giorni scorsi ha emesso un conseguente decreto all'indirizzo del fermato, attualmente detenuto in carcere a Pescarenico.
A questo punto l'imputato - tramite il proprio difensore di fiducia- nei termini di legge potrà segnalare l'eventuale intenzione di avvalersi del rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) o del patteggiamento. In caso contrario il 25enne dovrà presentarsi in tribunale per l'avvio dell'istruttoria dibattimentale; già fissata per metà ottobre l'udienza davanti al giudice.
Sei mesi la durata dell'indagine, da ottobre 2020 a marzo 2021, con attività mirata al territorio della Brianza a cavallo fra le tre province: Cantù, Mariano, Anzano del Parco, Nibionno, Monticello, Besana Brianza, Casatenovo, Missaglia.
Ne è emerso un vero e proprio sistema di ricatti a sfondo sessuale, portato alla luce appunto dalla Procura di Lecco - con indagini affidate ai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Merate e alla polizia locale di Cantù - nel quale il missagliese avrebbe avuto un ruolo di primo piano. Non per niente al 25enne vengono contestate la recidiva e l'aggravante di aver commesso il fatto mentre si trovava agli arresti domiciliari dove - come è emerso dalle risultanze investigative - la vittima si sarebbe addirittura recata in un'occasione per recapitargli di persona il denaro.
Complessivamente infatti, il professionista canturino avrebbe consegnato ai suoi estorsori una somma pari a 2200 euro in tre ''rate'' da 750, 850 e 600 euro. Tanto gli avrebbero richiesto gli indagati per comprare il loro silenzio, altrimenti il suo incontro segreto con la giovane complice (con la quale era stato fotografato in atteggiamenti intimi) sarebbe stato riferito ai suoi familiari o reso di dominio pubblico, probabilmente tramite i social network.
La stessa richiesta di rito immediato è stata avanzata dal PM anche per gli altri due indagati: S.T.C., classe 2000 e residente a Monticello e J.B., di un anno più giovane, originaria del meratese ma con casa nella vicina provincia di Monza e Brianza.
I due giovanissimi - sottoposti alla misura dell'obbligo di dimora - avrebbero agito in concorso con N.B.F. nel sistema di tentate estorsioni ai danni del professionista residente nel comasco che, dopo aver inizialmente corrisposto le cifre richiestegli, ha chiesto aiuto agli agenti della polizia locale di Cantù, avendo il timore di non potersi più liberare di quelle continue pressioni. Cruciale la finta consegna di denaro: a Nibionno sono infatti arrivati gli agenti in borghese. Gli indagati, fiutata la trappola, avrebbero commesso l'errore di mandare messaggi, telefonare, dirigersi verso le abitazioni degli altri complici. La PL nel corso delle perquisizioni ha sequestrato anche 30 grammi di hashish e un fucile ad aria compressa, catalogato come arma propria, con potenza di sparo doppia rispetto al consentito.
Coinvolto nell'indagine anche quarto soggetto indagato: S.M., classe 1959 residente alle porte di Monza, che in un'occasione avrebbe contattato la vittima fingendosi il padre del missagliese, con l'obiettivo di rendere ancor più persuasiva la richiesta di denaro. Una posizione tuttavia marginale, tanto che nei suoi confronti non è stato assunto alcun provvedimento restrittivo.
Nel fascicolo compaiono anche altri soggetti, ancora una volta giovanissimi e residenti prevalentemente nel comasco, che avrebbero operato in concorso nel tentativo di estorcere altro denaro al professionista. La loro posizione, stralciata dal filone lecchese dell'inchiesta, è stata inoltrata alla Procura lariana per competenza territoriale.
Ora non resta dunque che attendere, per conoscere la strategia difensiva di cui intendono avvalersi i tre giovanissimi indagati. Se dovessero optare per un rito alternativo, il processo davanti al giudice per l'udienza preliminare potrebbe essere fissato già entro la fine dell'estate.
G. C.
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