Molteno: rinvenuti in un capannone alcuni lingotti rubati ad Agrate. Assolto il 36enne lavoratore finito a giudizio per ricettazione

Il tribunale di Lecco
Il vice procuratore onorario Caterina Scarselli aveva chiesto l'assoluzione, ritenendo che l'istruttoria dibattimentale avesse provato l'estraneità dell'imputato rispetto ai fatti che gli venivano contestati. E così è stato. S.F., classe 1984 e residente a Merone, è stato prosciolto dall'accusa di ricettazione (secondo l'articolo 648 del codice penale).
Stamani in tribunale a Lecco si è infatti concluso il procedimento penale a carico del 36enne, scaturito da una vicenda risalente al 2019 quando la Polizia stradale di Lecco nel corso di un controllo, aveva rinvenuto all'interno di un capannone di Molteno un lotto di materiale metallico che riportava l'indicazione di un'azienda con sede ad Agrate Brianza. Dagli accertamenti effettuati dalle forze dell'ordine è emerso che la società monzese aveva subito un furto tre giorni prima soltanto, quando ignoti si erano introdotti all'interno del magazzino, asportando circa 1500 chili di merce fra rame, piombo e altre leghe metalliche.
Come parte di questo materiale sia finito a Molteno non è dato sapersi. S.T, classe 1949 e titolare dell'attività moltenese (co imputato nel medesimo processo, ma uscito dal dibattimento avendo scelto di avvalersi dell'istituto della messa alla prova) ha spiegato questa mattina di averlo acquistato e pagato in contanti. Pertanto non aveva alcuna documentazione che potesse indicare provenienza e caratteristiche dei metalli rinvenuti all'interno del proprio capannone.
Si è detto totalmente estraneo ai fatti a lui ascritti l'imputato 36enne che, difeso di fiducia dall'avvocato Marcello Perillo, si è sottoposto ad esame. Disoccupato all'epoca dei fatti, ha raccontato di aver lavorato qualche volta su chiamata dell'artigiano moltenese. Quel 24 aprile 2019 stava tagliando dell'alluminio, quando si era presentata all'interno dello stabilimento la Polizia stradale chiedendo informazioni in merito a quel blocco riconducibile al furto perpetrato ai danni dell'azienda di Agrate. Ma lui nulla poteva riferire in merito, trovandosi lì da qualche ora soltanto per svolgere altre mansioni.
''Avevo bisogno di una persona che mi desse una mano con le cose che c'erano da fare'' ha invece raccontato il titolare dell'impresa di Molteno specializzata nel commercio e nella separazione dei rottami metallici, riferendosi al lavoratore 36enne, che ha voluto completamente scagionare da ogni accusa che potesse accostarlo a quei lingotti di leghe rinvenuti nel suo capannone. ''Quella merce mi era arrivata giorni prima che lui venisse lì a lavorare. Quel giorno mi stava aiutando a separare altri metalli''.
Aperta la discussione, il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione dell'imputato; richiesta alla quale si è associato anche il suo difensore di fiducia, l'avvocato Marcello Perillo, e confermata dalla sentenza pronunciata dal giudice in ruolo monocratico, Martina Beggio.
G. C.
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