Cassago: a processo per sostituzione di persona, viene assolta. L'errore è dell'azienda di fornitura elettrica

Il tribunale di Lecco
Assolta perchè il fatto non sussiste. Si è chiuso con la sentenza penale pronunciata nella tarda mattinata odierna in tribunale a Lecco dal giudice in ruolo monocratico Martina Beggio, il procedimento penale con protagonista S.O., una donna classe 1979 residente a Cassago, chiamata a rispondere dell'accusa di sostituzione di persona (secondo l'articolo 494 c.p.).
La vicenda risale al 2018 quando la famiglia dell'imputata, rimasta improvvisamente senza corrente, prende contatti con l'operatore con il quale aveva sottoscritto il contratto per la fornitura di energia elettrica, scoprendo così che non si trattava di un semplice black-out. A seguito del mancato pagamento delle bollette, l'azienda aveva provveduto a staccare luce e gas dall'utenza riconducibile al nucleo familiare cassaghese.
E' soltanto in quel momento che la donna e il marito, che effettivamente non avevano ricevuto nessun avviso di pagamento a loro carico in quei mesi, riescono a ricostruire l'accaduto; nonostante la voltura richiesta qualche tempo prima, una volta trasferitisi all'interno dell'appartamento, il contratto di quell'utenza non risultava intestato al consorte dell'imputata, bensì ad un altro soggetto. Una donna per la precisione, residente a Luino, in provincia di Varese. Quest'ultima - a sua volta contattata dall'operatore per il sollecito del pagamento delle bollette - credendo di essere finita al centro di una truffa presenta una querela attraverso la propria amministratrice di sostegno. In poco tempo a carico della cassaghese viene aperto un fascicolo d'indagine per sostituzione di persona, con l'avvio del procedimento penale al cospetto del giudice Martina Beggio.
L'istruttoria si è conclusa quest'oggi, con la deposizione del marito, seguita dall'esame dell'imputata che - difesa dall'avvocato Francesca Allegra - ha riferito la propria versione dei fatti. Tra le varie cose la 43enne ha spiegato di aver ricevuto presso il proprio indirizzo le bollette destinate ad una donna, ma di averle imbucate in una delle cassette postali di colore rosso presenti in paese, pensando si trattasse di un semplice errore avvenuto in fase di consegna della corrispondenza. In realtà nelle sue mani stringeva proprio la sua corrispondenza, erroneamente intestata.
Un racconto che ha convinto la pubblica accusa; il vice procuratore onorario Caterina Scarselli ha infatti chiesto l'assoluzione della cassaghese, ritenendo che alla base del procedimento vi fosse un errore nella trascrizione del nome dell'imputata da parte degli operatori dell'azienda di energia elettrica. Per motivi non ancora chiari, la voltura è stata effettuata inserendo al posto delle generalità dell'utente di Cassago (per la precisione il marito dell'imputata ndr) quelle di un'altra persona, una donna residente in provincia di Varese.
Una richiesta di assoluzione, quella formulata dal PM, alla quale si è associata anche l'avvocato Allegra e condivisa dal giudice. ''Il fatto non sussiste'' la formula pronunciata al termine della camera di consiglio dalla dr.ssa Beggio.
G. C.
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