Molteno: tre ladri si infilano nella sua auto e finisce a giudizio per furto. 35enne assolta

Il tribunale di Lecco
Prima una serata con le amiche in discoteca a Milano, poi la conoscenza di un ragazzo lecchese, infine una denuncia per furto in abitazione. E' una storia davvero incredibile quella che di cui si è resa suo malgrado protagonista una donna classe 1986, finita a processo e assolta stamani ''per non aver commesso il fatto'' dal giudice Nora Lisa Passoni.
La vicenda risale al dicembre 2018 quando la giovane si reca insieme ad un gruppo di coetanee in un locale di Via Melchiorre Gioia per trascorrere qualche ora di spensieratezza in compagnia. Qui le amiche fanno la conoscenza di alcuni ragazzi lecchesi; fra l'imputata e uno di loro nasce una simpatia che li porta a passare la serata insieme. L'indomani la donna milanese accompagna a casa l'amico, ma prima di giungere a destinazione, i due si concedono un pranzo in riva al lago. Nel tardo pomeriggio infine, l'arrivo a Molteno - paese di residenza del giovane - dove dopo un'incomprensione, la coppia decide di troncare la conoscenza. Ed è proprio in quel momento che succede qualcosa che ha dell'incredibile. Scesa a fumare una sigaretta in un parcheggio a poca distanza dalla SS36 e dal cimitero di Molteno, l'imputata risale in auto per poi dirigersi verso casa.
All'improvviso però, si ritrova un cacciavite puntato alla gola da una banda di balordi che si infilano nell'abitacoo del mezzo, intimandole di dirigersi verso la stazione ferroviaria. Nemmeno il tempo di accorgersi di quanto stava accadendo, che arriva un'auto dei carabinieri, già sulle tracce dei tre ladri, che poco prima avevano messo a segno un furto di gioielli in un'abitazione nelle vicinanze. In men che non si dica, i malviventi riescono a uscire dalla vettura e a darsi alla fuga a piedi. Spaventata la giovane chiede aiuto alla pattuglia, che nel tentativo di fare piena luce sull'accaduto e sulle sue eventuali responsabilità, l'accompagna in caserma, raccogliendone la deposizione. ''I carabinieri mi hanno fatto tantissime domande pensando che fossi complice della banda'' ha asserito stamani l'imputata, rispondendo alle domande del giudice e del vice procuratore onorario Caterina Scarselli. ''In realtà io non c'entravo nulla....anzi ero stata a mia volta aggredita ed ero spaventata a morte. Continuavo ad insistere perchè li cercassero. Invece sono rimasta lì per diverse ore e mi è stato anche detto che avrei subito un processo penale''.
La donna infatti, è stata denunciata per furto aggravato, dopo la querela presentata dai proprietari dell'abitazione scenario dell'episodio. Non sono mai stati identificati invece i tre giovani dell'est Europa, i veri autori del colpo che gli ha fruttato alcuni monili in oro del valore complessivo di 800 euro.
Stamani in udienza ha potuto raccontare la propria verità, ben diversa dal quadro emerso dal fascicolo d'indagine a suo carico. Già il pubblico ministero nella sua requisitoria, ha chiesto l'assoluzione della 35enne, tesi alla quale si è associata la difesa e confermata infine dalla sentenza pronunciata dal giudice Passoni che ha messo la parola fine all'incubo vissuto a oltre due anni di distanza dai fatti dalla giovane, trovatasi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
G. C.
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