Operazione Capolinea: 4 anni la richiesta di condanna del PM per un presunto spacciatore

Quattro anni di reclusione e 12mila euro di ammenda. E' la richiesta avanzata stamani dal vice procuratore onorario Caterina Scarselli nei confronti di Omar Boussadi, finito a processo con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
Irreperibile e difeso d'ufficio dall'avvocato Eleonora Sala del foro di Lecco, il marocchino classe 1979 è ritenuto responsabile di una serie di cessioni di droga avvenute tra la primavera 2016 e il giugno 2017, periodo nel quale nelle piazzole della superstrada 36, sarebbe stato attivo un sistema di spaccio sgominato dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco, grazie ad una meticolosa attività d'indagine coordinata a suo tempo dal sostituto procuratore Silvia Zannini.

L'attenzione, nello specifico, era rivolta principalmente ai comuni di Molteno, Oggiono, Nibionno, Garbagnate, Galbiate e Civate. Sette marocchini e un senegalese - cinque dei quali presenti sul territorio italiano senza un regolare permesso di soggiorno - tutti di età compresa tra i 20 e i 45 anni erano dunque risultati destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'operazione denominata Capolinea.
Se quasi tutti gli altri imputati hanno scelto di avvalersi di riti alternativi per definire la loro posizione, per il 42enne - con una condanna alle spalle per fatti analoghi da parte del tribunale di Como - non è stato possibile in quanto, come dicevamo, risulta irreperibile dopo essere tornato in patria.
Stamani il giudice in ruolo monocratico Nora Lisa Passoni al termine della requisitoria del pubblico ministero ha aggiornato l'udienza al prossimo luglio per dare la parola al difensore. Seguirà la sentenza finale.
G. C.
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