Nibionno: la rapina alla farmacia nel 2013 ancora in Aula con un altro colpo di scena

Il giudice Enrico Manzi
Un processo (quasi) senza fine. Nemmeno quella odierna è stata infatti l'ultima udienza del procedimento penale intentato nei confronti del giovane Gabriell Stepanovic, classe 1990, a giudizio per rapina per un episodio risalente al lontano 24 gennaio 2013. Quel giorno, con il volto travisato da cappuccio e sciarpa, pistola alla mano, un soggetto si era introdotto all'interno della farmacia di Nibionno, intimando alla commessa - in dolce attesa - di consegnare l'incasso. La donna avrebbe in un primo momento - come dalla stessa raccontato nel corso della primissima udienza, il 28 giugno di ben tre anni fa - tentato di desistere cercando invano di attirare l'attenzione della proprietaria dell'esercizio commerciale, in quel momento indaffarata nel retrobottega. Sotto pressione, avrebbe infine aperto il cassetto, consegnando in pochi istanti il contante presente. "Tranne i 5 euro, forse li ho tenuti perché non ne abbiamo mai per dare il resto" aveva aggiunto, con simpatia, nel corso della deposizione. 500 euro, circa, il valore del "colpo" poi ascritto dalle forze dell'ordine a Stepanovic ed a un ulteriore complice, anch'egli straniero, già espulso dal territorio italiano dopo lo stralcio della sua posizione. Ai due ragazzi i Carabinieri erano risaliti grazie all'auto - una Citroën - usata per raggiungere Nibionno. A bordo del mezzo, c'era un terzo soggetto?
Per rispondere a questo quesito, quest'oggi, su richiesta del sostituto procuratore Paolo Del Grosso titolare del fascicolo è stato organizzato un "confronto all'americana" al cospetto del collegio giudicante - presidente Enrico Manzi, a latere Nora Lisa Passoni e Martina Beggio - tra due testimoni già escussi nell'ambito dell'istruttoria. Uno dei due aveva infatti visto in un bar di Introbio i due ragazzi imputati della rapina insieme allora marito di sua nipote. A suo dire il terzetto commentava la notizia del "colpo" alla farmacia, uscita su un giornale, ridendo sull'accaduto. A casa, il parente acquisito gli avrebbe poi riferito di aver preso parte del tutto involontariamente al fatto, essendo stato lasciato in macchina, quel 24 gennaio 2013, dai due conoscenti che nulla gli avrebbero riferito circa le loro intenzioni. Una versione smentita dal diretto interessato, mai nemmeno indagato. Il giovanotto oggi come alla "prima chiamata in Aula" ha sostenuto non solo di non essere mai stato nel locale valsassinese indicato dallo zio acquisito ma ha anche negato di aver parlato con lo stesso della rapina oggetto del procedimento, escludendo categoricamente di avervi preso parte anche del tutto all'insaputa. A suo dire le parole dell'altro troverebbero giustificazione in un "grosso contrasto" avuto con la famiglia della sua ex. Problemi superati, secondo invece il più anziano dei due convocati per quest'oggi che ha altresì tirato in ballo la nipote, sostenendo che anch'ella ha sentito per bocca dell'ex marito il racconto della supposta rapina vissuta come passeggero dell'auto usata per la fuga.
Qui il nuovo "colpo di scena", per usare l'espressione del dr. Del Grosso che, facendo propria la metafora del dibattimento come uno spettacolo teatrale dallo svolgimento imprevedibile, ha chiesto - e ottenuto nonostante l'opposizione dell'avvocato Stefano Didonna difensore dell'imputato - di sentire anche la ragazza, mai "tirata in ballo" fino ad ora. Il tutto, allo scopo di sbrogliare la matassa dell'attendibilità dei due testimoni in disaccordo, con chiaramente la versione dello zio ritenuta utile per cristallizzare il quadro accusatorio nei confronti di Stepanovic. Si tornerà così nuovamente in Aula il prossimo primo luglio. Continua.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.