Casatenovo: traffico di bouledogue di razza, in Aula i CC Forestali spiegano l'indagine

È proseguito nella mattinata di oggi al cospetto del giudice monocratico Enrico Manzi il processo a carico di cinque soggetti accusati di ricettazione, frode nell'esercizio di commercio e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica utilità per aver introdotto e poi rivenduto dei cagnolini provenienti dall'Ungheria in modo illecito.
In particolare sono finiti sul banco degli imputati i due titolari di un negozio di Casatenovo con due loro dipendenti e un medico veterinario con ambulatorio a Missaglia e a Calco - difesi dagli avvocati Roberta Mandelli e Serena Floriani Besteti - accusati di aver venduto due cuccioli di razza bouledogue francese a cui era stato taroccato libretto sanitario e conseguenti dati anagrafici e di provenienza.
All'origine di questo procedimento incardinatosi a Lecco vi è una maxi indagine dei carabinieri forestali scattata nel 2015 a Lodi che è riuscita a sgominare un vero e proprio sodalizio per traffico illecito di cuccioli di razza provenienti dall'est Europa.
È stato un operante a descrivere l'indagine svolta, chiamato stamani a testimoniare dalla pubblica accusa, rappresentata dal Vpo Mattia Mascaro. ''Il soggetto che andava a recuperare i cani nell'est Europa senza mezzi idonei era di San Giuliano milanese; prendeva un furgoncino a noleggio senza alcuna autorizzazione o assicurazione, caricava i cani e poi tornava in provincia di Brescia, in particolare a Roccafranca, dove li lasciava in custodia ad un altro soggetto e alla madre di quest'ultimo". A quel punto veniva inserito un annuncio su vari siti internet, facendo pagare il cucciolo sui 1000-1200 euro, ma attestandone falsamente provenienza ed età. Una volta trovato un accordo con l'acquirente, il cane veniva portato da un veterinario nel bresciano che compilava -falsamente- un libretto sanitario e ne effettuava le diverse vaccinazioni.
Per quanto riguarda invece il filone lecchese, i carabinieri forestali avrebbero intercettato alcune chiamate da parte degli "organizzatori" di questo traffico illecito di cuccioli con i proprietari e i dipendenti del negozio di Casatenovo, i quali -secondo una tesi accusatoria ancora tutta da dimostrare- sembra fossero a conoscenza della provenienza dei cani e delle loro "irregolarità".
Pare infatti che all'esito di un pedinamento e di una successiva perquisizione effettuata dai forestali lecchesi, il negozio fosse stato trovato in possesso dei due cuccioli, isolati in una stanza sotto all'esercizio commerciale perchè malati.
Il procedimento proseguirà il prossimo 18 giugno per consentire alla Procura di produrre al fascicolo del dibattimento alcuni atti d'indagine, tra cui le intercettazioni, al momento mancanti.
B.F.
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