Missaglia: ancora grave il centauro 46enne travolto dall'auto dell'amico poi dileguatosi
Non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà ascoltato dai carabinieri. Una testimonianza la sua, che potrebbe essere determinante per fare piena luce sul sinistro stradale verificatosi lo scorso 2 giugno a Missagliola. Per il momento però, Matteo V., il motociclista 46enne residente a Rogoredo di Casatenovo, si trova ancora ricoverato all'ospedale di circolo di Varese. Sottoposto a tre operazioni alla gamba, che ha subito lesioni importanti a seguito dell'impatto con l'Audi condotta da un uomo classe 1973 residente a Correzzana, le sue condizioni risultano ancora gravi, tanto che la prognosi resta riservata.
Alcune immagini dei soccorsi intervenuti lo scorso mercoledì a Missagliola
Bisognerà attendere qualche giorno almeno prima che possa riuscire a parlare con i militari della Compagnia di Merate, impegnati da giorni ormai negli accertamenti finalizzati a ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente, delineando soprattutto la condotta dell'automobilista che dopo l'impatto con la due ruote - avvenuto all'altezza del parcheggio di Piazzetta Le Mimose, in Via Marconi - aveva premuto il piede sull'accelleratore, dandosi alla fuga.A lui i carabinieri erano risaliti praticamente subito, anche perchè poco prima dello schianto i due coinvolti erano seduti allo stesso tavolo, nel pub situato a qualche centinaia di metri dal luogo del sinistro. Amici o forse poco più che conoscenti: è su questo elemento che si sono concentrate da subito le indagini dei militari della locale stazione che dalla sera stessa hanno iniziato a raccogliere una serie di testimonianze per capire se i due si fossero resi protagonisti di un litigio, circostanza - al momento non appurata - che potrebbe dunque avvalorare la tesi di un evento non casuale, ma al contrario provocato in maniera volontaria.
A questo proposito non trapela alcuna conferma ufficiale, ma soltanto nei prossimi giorni sulla base degli elementi raccolti dai carabinieri - coordinati dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo d'indagine - sarà possibile delineare in maniera più nitida quanto accaduto quella sera, accertando sia la dinamica dell'incidente, sia i rapporti intercorsi in precedenza fra i protagonisti. Sempre che qualcosa di anomalo sia effettivamente accaduto; e anche questo aspetto non risulta ad oggi affatto certo, al contrario.
I militari sono ancora impegnati nell'accertare eventuali riscontri concreti - che al momento non è affatto certo vi siano - circa l'ipotesi della lite nella quale sarebbero rimasti coinvolti i due, circostanza emersa in un primo momento e che fornirebbe una sorta di movente all'automobilista. Al contrario prenderebbe corpo la tesi dell'evento accidentale, con l'impatto fra l'Harley Davidson del casatese e l'Audi a bordo della quale viaggiava l'amico con casa a Correzzana, avvenuto per una tragica fatalità, mentre i due veicoli si muovevano in direzioni di marcia opposte. Tesi che pare ad oggi la più plausibile.
Per questa ragione le ipotesi di reato contestabili all'automobilista - presentatosi in caserma a Casatenovo il giorno successivo lo scontro ammettendo le proprie responsabilità - dovrebbero limitarsi al momento alle lesioni stradali gravissime e all'omissione di soccorso; ulteriori capi di imputazione potrebbero aggiungersi soltanto se dalle testimonianze raccolte (in primis quella del motociclista) dovessero emergere elementi capaci di dimostrare che l'incidente sia stato in un certo senso provocato in maniera volontaria. A questo proposito però, si attendono ancora riscontri ufficiali che ad oggi sembrano a tutti gli effetti mancare.
G. C.