Oggionese: mascherine non a norma. Farmacista in Aula
Il decreto penale di condanna era stato emesso alla fine di maggio di un anno fa dal sostituto procuratore Laura Siani pochi giorni prima che venisse rinvenuta senza vita all'interno della sua abitazione di Lecco.
È stata lei ad occuparsi delle indagini che hanno portato a dibattimento -dopo l'impugnazione del decreto, che prevedeva il pagamento di 3.375 euro di multa- il titolare di una farmacia dell'oggionese accusato di frode nell'esercizio del commercio, secondo il disposto dell'articolo 515 del codice penale. Il farmacista, classe 1959 e residente in provincia di Verona, avrebbe immesso in commercio un prodotto diverso da quello dichiarato per qualità. I prodotti in questione sarebbero proprio delle mascherine, in quel periodo strumento indispensabile per tornare alla normalità dopo 3 mesi di lockdown. Il fatto infatti risalirebbe al 10 maggio del 2020 e in particolare al professionista viene contestata la falsa -secondo una tesi accusatoria ancora tutta da confermare- classificazione di dispositivo medico delle mascherine che in realtà non lo erano affatto ed inoltre erano sprovviste di marchio CE.
Sarà il dibattimento a fare luce su quanto accaduto e l'appuntamento, affidato dal giudice Manzi ad un altro collega, è per il 28 gennaio 2022.
È stata lei ad occuparsi delle indagini che hanno portato a dibattimento -dopo l'impugnazione del decreto, che prevedeva il pagamento di 3.375 euro di multa- il titolare di una farmacia dell'oggionese accusato di frode nell'esercizio del commercio, secondo il disposto dell'articolo 515 del codice penale. Il farmacista, classe 1959 e residente in provincia di Verona, avrebbe immesso in commercio un prodotto diverso da quello dichiarato per qualità. I prodotti in questione sarebbero proprio delle mascherine, in quel periodo strumento indispensabile per tornare alla normalità dopo 3 mesi di lockdown. Il fatto infatti risalirebbe al 10 maggio del 2020 e in particolare al professionista viene contestata la falsa -secondo una tesi accusatoria ancora tutta da confermare- classificazione di dispositivo medico delle mascherine che in realtà non lo erano affatto ed inoltre erano sprovviste di marchio CE.
Sarà il dibattimento a fare luce su quanto accaduto e l'appuntamento, affidato dal giudice Manzi ad un altro collega, è per il 28 gennaio 2022.
B.F.