Barzanò: alla messa di San Vito il vescovo del Brasile Mons.Crippa ''brucia il pallone''

Nella mattinata di domenica 13 giugno i fedeli di Barzanò hanno celebrato il patrono San Vito con una messa solenne celebrata dal parroco don Renato Cameroni con Monsignor Giovanni Crippa, vescovo in Brasile ma originario della frazione Villanova.

Il rito del rogo del pallone durante la messa

È stata un'occasione per ricordare la figura di San Vito, giovane cristiano che subì il martirio nel 303 durante la grande persecuzione voluta dall'imperatore Diocleziano.
Prima di dare inizio alla liturgia Monsignor Crippa ha bruciato un "pallone" presente sull'altare. È stato un gesto importante per rievocare come il Santo abbia donato la sua vita a Cristo senza nessuna esitazione.

Il parroco don Renato Cameroni

Nel corso della messa uno dei momenti più significativi è stata l'omelia di Monsignor Crippa, che ha parlato di amore, di libertà e di sacrificio. "Siamo qui per celebrare il nostro patrono, San Vito, ma prima vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di esserci in questa occasione così importante. Sono originario di Barzanò, ma è ormai da alcuni anni che vivo e compio la mia missione spirituale e di vescovo ad Estância, in Brasile. Oggi vorrei parlare dell'uomo e delle sue relazioni partendo da un brano della Genesi in cui viene detto che l'essere umano non vive da solo, ma ha avuto sempre a che fare con le relazioni. Nelle relazioni e in generale nell'accettazione dell'incontro è fondamentale riuscire a vivere la differenza. L'uomo e la donna esprimono una comunione e diventano immagine viva dell'amore che Dio ha avuto per l'essere umano. L'uomo e la donna diventano un'immagine bellissima di quello che è Dio, ossia amore. È bello vedere e constatare che il matrimonio non è una dimostrazione sociale, ma è simbolo vivente dell'amore di Dio. Un amore sognato, desiderato, un progetto divino. Formare una famiglia oggi, in questa società, è avere il coraggio di entrare di far parte del regno di Dio. La chiesa, davanti alle grandi sfide che la famiglia affronta, non può rinunciare ad annunciare il Vangelo. Il sogno di Dio viene realizzato attraverso gesti semplici, di tenerezza, di compassione, di felicità. In questo contesto impariamo a donarci e troviamo nella comunione il senso della vita".

Monsignor Giovanni Crippa

Il sogno di Dio molte volte è stato interrotto e la causa è da rintracciarsi nella durezza del cuore. "Nel Vangelo di Marco si parla di un cuore rigido, di pietra. È facile che questo si spezzi. Quando diventiamo duri di cuore - ha proseguito il religioso - l'armonia si rompe, l'amore sparisce. Questa realtà denuncia qualcosa che sta avvenendo in noi. Vivere la comunione, in unità, è questione di sforzo di volontà. Se il nostro amore non ha come riferimento l'amore di Dio, dal quale tutto si origina, difficilmente sarà un amore paziente e per sempre. Gesù ci invita a riconoscere la durezza del cuore.  È necessario lasciar maturare l'amore. Il vero fallimento avviene quando l'amore ha un'etichetta con la scadenza. Si inizia ma non si continua, ci si stanca e si torna indietro. Si deve riconoscere l'imperfezione. Se l'amore non si radica in quello di Dio, allora sarà in funzione dell'utilità. Compito delle coppie è mostrare che questo amore ha origine in Dio e non finisce mai".

L'eredità che il martire San Vito ha lasciato è importante: ha salvato l'amore per Dio perdendo la sua stessa vita. Questo è il vero amore. È necessario lasciarci affascinare da Cristo, come ha fatto lui.
La celebrazione - alla quale hanno presenziato anche i rappresentanti dell'amministrazione comunale - si è conclusa con un lungo e coinvolgente canto finale, che ha visto i fedeli partecipare con grande gioia.

Sabato sera invece, in Piazza Mercato, al termine della messa celebrata all'aperto, era stato il sindaco Giancarlo Aldeghi a consegnare ai volontari comunali il Premio San Vito. La scelta di quest'anno è stata infatti quella di omaggiare chi si è speso gratuitamente a favore della comunità nei difficili mesi segnati dall'emergenza sanitaria.
S.B.
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